Regione Umbria - Assemblea legislativa


RIFORMA PROVINCE: “COSTRUIRE UN MODELLO DI UMBRIA PIÙ FORTE SENZA LA FOLLIA DI UNA PROVINCIA CHE COINCIDE CON L'INTERA REGIONE” - NEVI (PDL) “IL PARTITO SI PRONUNCERÀ NEI MODI E TEMPI GIUSTI”

In sintesi

Il capogruppo regionale del PdL, Raffaele Nevi, intervenendo sulla questione del riordino territoriale dell'Umbria, rimarca come su questo tema, il gruppo consiliare PdL non si è ancora pronunciato e che lo farà “nei modi e nei tempi giusti, valutando costi e benefici, per il territorio ternano, ma soprattutto per l'intera Umbria, di tutte le soluzioni in modo molto laico e senza farsi cogliere dalla sindrome del localismo esasperato”. Sostanzialmente, Nevi mira “a costruire un modello di Umbria più forte in cui non ci sia la follia di una Provincia coincidente con l'intera regione e in cui nessuno si senta ospite”.

(Acs) Perugia, 31 luglio 2012 - “Il gruppo consiliare del PdL non si è ancora pronunciato in merito alla questione del riordino territoriale dell'Umbria. Certamente lo faremo, nei modi e nei tempi giusti, valutando costi e benefici, per il territorio ternano ma soprattutto per l'intera Umbria, di tutte le soluzioni in modo molto laico e senza farsi cogliere dalla sindrome sempre più pericolosa che vedo girare ovunque e che è quella dell'esasperato localismo”. Lo scrive, in una nota, il capogruppo regionale del Pdl, Raffaele Nevi per il quale, “come prima cosa va letto bene il decreto, vanno capite bene le cose e poi va fatta una scelta condivisa, innanzitutto dalle comunità interessate e dalle forze politiche più importanti”.

Per Nevi, è evidente che “tutti siamo di fronte ad un passaggio di non facile soluzione, ma occorre provare a costruire un modello di Umbria più forte in cui non ci sia la follia di avere una Provincia coincidente con l'intera regione e in cui nessuno si senta ospite. Certamente – spiega - vanno evitati baratti che non farebbero altro che inasprire i problemi che già oggi esistono e che sono il frutto di anni di gestioni miopi e queste sì, campanilistiche, che hanno inasprito i rapporti e minato il senso di appartenenza dell'Umbria”. In conclusione, secondo Nevi “va evitato che ci sia un aumento del processo che sta dando luogo a veri e propri movimenti centrifughi che tendono a scardinare l'Umbria e che non vanno assolutamente sottovalutati”. RED/as


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