CONSIGLIO REGIONALE: “SANITÀ, SVILUPPO E SISTEMA INFORMATIVO SONO LE TRE QUESTIONI PRIORITARIE PER L'UMBRIA” - LE CONCLUSIONI DELLA MARINI E IL VOTO SU QUATTRO RISOLUZIONI
Il Consiglio regionale, apertosi questa mattina con una comunicazione della Presidente Catiuscia Marini sulla necessità di varare importanti riforme per contenere la spesa pubblica e riformare servizi sanitari ed agenzie regionali, si è concluso con l'approvazione di una risoluzione della maggioranza. In sede di replica la Marini ha annunciato che a giorni verrà trasmesso al Consiglio il disegno di legge sulla riforma sanitaria, il provvedimento a maggior impatto da definire entro il mese di luglio e subito dopo arriveranno i provvedimenti legislativi sulla riorganizzazione delle autorità d'ambito di acqua e rifiuti”.
(Acs) Perugia 6 Giugno 2012 – Sanità, sviluppo e sistema informativo sono le tre questioni prioritarie cui dare risposte legislative e che più contribuiscono a contenere la spesa pubblica ed a renderla più efficiente.
Lo ha detto la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini a conclusione del dibattito sulla informativa relativa alle riforme e relativa “road map”, aggiungendo che “a giorni verrà trasmesso al Consiglio il disegno di legge sulla riforma sanitaria, il provvedimento a maggior impatto da definire entro il mese di luglio. Subito dopo arriveranno i provvedimenti legislativi sulla riorganizzazione delle autorità d'ambito di acqua e rifiuti”.
Rispondendo alle sollecitazioni del dibattito la Marini ha detto: “Il destino delle Province è ancora così incerto, da non consentirci di fermare il processo di riforma, anche se in Umbria il problema Province non è affatto secondario. Siamo consapevoli che, forse da qui a pochi mesi, dovremo affrontare il discorso, aprendo con il sistema delle autonomie locali. un confronto sulla idea di Umbria”.
Sul piano politico la Marini ha chiarito che “Non si tratta solo di riforme imposte dalla mannaia della spesa pubblica ed è quindi giusto che le minoranze abbiano un ruolo, proprio perché si tratta di riforme istituzionali”. Di fronte alla crisi economica le Regioni sono chiamate ad un nuovo ruolo che non può essere più quello federalista, ma di promozione dello sviluppo di uscita dalla crisi. In questo quadro dobbiamo ripensare alle società pubbliche, alla concorrenza in chiave di riforme. Sulla valutazione delle leggi: in Italia siamo molto indietro. Più che alla correttezza formale bisogna guardare ai risultati. Con questa ottica siamo intenzionati a varare una strumentazione dedicata ai risultati delle politiche attuate”.
Subito dopo il Consiglio ha approvato con 17 voti favorevole e 7 contrari la risoluzione, sottoscritta dai capigruppo di maggioranza che “condivide e approva la comunicazione della presidente Marini”, ne sottolinea in particolare gli impegni sul sistema informativo regionale e la sua semplificazione; la parte relativa al monitoraggio delle leggi regionali per verificarne gli impatti, che dovrà estendersi al Trasporto pubblico locale per valutarne le economie attese. La risoluzione si chiude con un auspicio a mantenere e migliorare “qualità e universalità dei servizi”, e con l'invito alla Presidente a “sollecitare al Governo, nel minor tempo possibile, un quadro di certezze sul tema del superamento delle Province, per mettere mano al riordino complessivo dell'ordinamento regionale, la cui complessità è nella consapevolezza generale degli umbri”.
Dal dibattito sono venuti apprezzamenti da tutti i gruppi di maggioranza e caute aperture, alla cosiddetta Road Map delle riforme e alla Spending review umbra, anche dai banchi della opposizione. Nevi (Pdl) “Abbiamo intenzione di cercare un dialogo su undocumento abbastanza innovativo e realista. Sulla sanità analisi vicina alla nostra; ma per noi diventa fondamentale mettere al centro la sussidiarietà orizzontale”. Monacelli (Udc) “approccio diverso rispetto al solito assunto della Sanità con i conti in ordine”. De Sio (Pdl) “no a lotte di campanile sulla sanità e alla conservazione di tutto l'esistente. Nelle riforme si devono introdurre altri elementi, come sussidiarietà, reciprocità, efficienza e meritocrazia”. Zaffini (Fare Italia) “grande motivo di opportunità anche se sulla sanità si doveva osare di più: Una sola Asl e una sola Azienda ospedaliera”. Modena (Pdl) “agire su un quadro nazionale, in linea con quanto stanno portando avanti le altre Regioni”.
Un monito ai rischi di un eccessiva condivisione delle opposizioni è venuto da Brutti (Idv) che teme “maggioranze diverse a geometria variabile non accettabili, per far passare micro provvedimenti o emendamenti per inserire elementi tratti dalla cultura politica della minoranza”.
Un distinguo sulla risoluzione della maggioranza è stato espresso in aula, con richiesta di votazione separata respinta da Luca Barberini (Pd) che ha espresso riserve sul punto relativo a sistema informatico, in particolare al riferimento sulle “piccole e piccolissime aziende del settore”.
Il Consiglio ha respinto (17 no, 6 sì) una risoluzione del Pdl a firma di quasi tutti i consiglieri (Nevi, Modena, Rosi, De Sio, Monni, e di Franco Zaffini (Fare Italia) che sollecitava tempi molto ristretti, “ evitando estenuanti fasi concertative con categorie, sindacati e partiti della maggioranza”, ma con proposte autonome da sottoporre al Consiglio su: sanità, trasporti, agenzie di sviluppo, piano zootecnico, chiusura ciclo rifiuti, semplificazione endo-regionale nuovi strumenti comunitari e sistema informatico.
Bocciata anche la risoluzione proposta da Gianluca Cirignoni (Lega Nord) (17 no, 6 sì) tutta incentrata sulla necessità ripensare le decisione sul trasporto sanitario e servizio di emergenza 118 che hanno portato alla esclusione di associazioni storicamente radicate nella regione, prorogandone l'affidamento agli operatori che già ora hanno in gestione il servizio. Respinta, con 15 no un sì e 8 astenuti, anche la risoluzione a firma di Sandra Monacelli (Udc), che suggeriva “riforme obbligatorie soprattutto quella sanitaria, il settore più oneroso per la Regione, ma senza cedere a logiche di campanile”. GC/TB/PG/AS
GLI INTERVENTI DEL POMERIGGIO:
MASSIMO BUCONI (PSI): “NESSUNO POTRA' PIU' DIRE CHE NON C'E' UN NUOVO PROGETTO PER L'UMBRIA - Il clima positivo che si è instaurato fra maggioranza e opposizione è importante per poter fare quello che dobbiamo fare: non perdere la qualità dei servizi erogati al cittadino nonostante le inevitabili riduzioni quantitative. Siamo anche alle prese con i localismi e la difesa dei campanili e, per dirla con la Marini, dobbiamo fare la riforma anche della burocrazia ma siamo tutti vittime della burocrazia delle riforme, si stenta a trovare quei tempi certi, giusti, che servono per fare le riforme. La relazione che abbiamo sentito non individua bene gli strumenti che servono per tirare tutti il carro dalla stessa parte, però da oggi nessuno potrà dire che non c'è un nuovo progetto per l'Umbria perché adesso abbiamo una precisa idea di quello che dovrà essere l'Umbria. Da parte mia non ci sono tabù, nemmeno sulla questione pubblico-privato. Chiamiamo il privato a un diverso impegno nell'erogazione. Mi auguro che venga un confronto su proposte chiare anche da parte dei colleghi dell'opposizione. Siamo a un punto di svolta per l'accelerazione definitiva del progetto delle riforme. Dimostriamo a chi non lo crede più che siamo ancora utili”.
PAOLO BRUTTI (IDV): “SPENDIAMO BENE LE POCHE RISORSE CHE ABBIAMO. NO A MAGGIORANZE CON 'GEOMETRIA VARIABILE' – Se si voleva raggiungere l'obiettivo di un clima diverso all'interno del Consiglio, direi che è stato raggiunto, ma non vorrei che questo atteggiamento di non belligeranza finisse per favorire una qualche forza di 'sabotatori' che, in nome e per conto proprio, operino per modificare nei fatti l'impostazione stabilita attraverso microprovvedimenti o macroemendamenti che alterino la sostanza delle cose e determinino, di fatto, delle maggioranze 'a geometrie variabili'. Il momento richiede tutt'altro, con un governo tecnico che non riuscirà a far uscire il Paese dalla crisi e dal quale avremo sempre meno risorse, il nostro compito sarà quello di spendere bene il poco che dovremo gestire. Riconosco che le intenzioni sono buone, ma manca una verifica di cosa realmente si ottiene con i soldi spesi. Non ho dubbi sul fatto che le risorse provenienti dall'Unione europea vadano effettivamente a finire dove sono destinati, penso all'agricoltura, per esempio, ma una volta immesse le risorse, gli obiettivi di sviluppo e occupazione vengono raggiunti? Abbiamo bisogno anche di un controllo ex-post per sapere dove andare a correggere. Penso anche all'ICT (Information communication technology), che finora ha proposto dei 'carrozzoni' inadeguati alla realizzazione degli obiettivi, come Webred, che compra software straniero e lo rivende alle amministrazioni locali. Spingiamoci più avanti, o la NewCo sarà un nuovo carrozzone”.
FRANCO ZAFFINI (FARE ITALIA): “NON SOTTOVALUTANDO LE DIFFICOLTÀ OGGETTIVE DEL MOMENTO, DIFFICILE VEDERE QUALITÀ E SOSTANZA NELLE PROPOSTE, AD INIZIARE DA QUELLE LEGATE ALLA SANITÀ. - Essere troppo generosi verso la maggioranza può essere pericoloso. Va evidenziato comunque che, in questa attuale congiuntura economica chi si propone di agire su temi riformatori è agevolato nel vincere le grandi resistenze. È bravo quindi chi mira al risparmio e all'efficienza. Uno dei fattori positivi per la maggioranza di centrosinistra è dato da una minoranza che fatica a trovare il verso. Il fatto poi che la Presidente Marini sia stata designata a questo ruolo con modalità al di fuori dei vecchi schemi, le permette di avere grande libertà di movimento e di azione. Ma, seppure non sottovalutando le difficoltà oggettive del momento, fatico a vedere la qualità e la sostanza delle proposte ascoltate oggi, ad iniziare da quelle legate alla Sanità. In una regione come la nostra, il riordino del settore dovrebbe prevedere una Asl (Fuori Perugia) e una Azienda ospedaliera (Perugia). Questo porterebbe realmente risparmio, efficienza e unitarietà di azione. Presupposto prioritario per una vera razionalizzazione dei servizi è quello di tenere conto delle esigenze territoriali. Altra esigenza da gestire all'interno della riforma riguarda l'Emergenza per la quale serve una gestione a livello regionale. È necessario raggiungere l'unitarietà dei livelli di convenzionamento per l'emergenza. La chiusura dell'Apt l'ho auspicata sin dalla prima riforma sul turismo. Ma ad oggi non riesco a comprendere chi porterà avanti i compiti che le erano propri. Saranno completamente in capo a Sviluppumbria, all'assessorato regionale? O verranno divisi tra i due? Bene invece la riforma che ha interessato Sviluppumbria con la sua trasformazione in holding regionale con raggio di azione a 360 gradi. Questo deve essere comunque sostanziato in un progetto concreto che trasformi Sviluppumbria in settori, ognuno dei quali deve avere un responsabile chiamato a gestire budget predefiniti, con penali per chi non li realizza. Stesso discorso riguarda Gepafin. È sempre maggiore la necessità di avere una finanziaria capace di dare garanzie utili per il sistema creditizio. In Umbria esistono confidi che hanno impegnato 40-50 volte i loro fondi di garanzia. Sul riordino endoregionale, oggi non ho ascoltato nulla ed ho l'impressione che la riforma sanitaria andrà avanti sulla falsariga di essa. Se la maggioranza sta lavorando per creare due province da 450mila abitanti, unico modo salvarne l'esistenza, se ne parli seriamente, aprendo un dibattito consiliare. Oggi la politica deve, causa forza maggiore, uscire dal contesto delle parti contrapposte. La presidente Marini, in un sistema presidenziale come quello con cui è stata eletta, ha la responsabilità di fare le cose per i cittadini e non per la sua maggioranza. L'opposizione è chiamata a svolgere un ruolo importante e responsabile e, sempre in modo trasparente e alla luce del sole, è giusto che non faccia mancare il suo appoggio su atti concreti e importanti per i cittadini”.
FIAMMETTA MODENA: “L'AZIONE DA PORTARE AVANTI DEVE ESSERE NECESSARIAMENTE VISTA IN UN QUADRO NAZIONALE E IN LINEA CON QUANTO STANNO PORTANDO AVANTI LE ALTRE REGIONI - Le forze di opposizione del centrodestra ritengono il processo delle riforme una situazione di sostanziale ritardo. Un ritardo da imputare allo scontro violento di natura e di carattere ideologico che c’era con il Governo di centrodestra, all’incertezza complessiva data dalle inchieste giudiziarie che via via hanno toccato vari esponenti della maggioranza, all’incertezza, questa tutta politica, di un centrosinistra che si riassettava dopo una battaglia cruenta che aveva determinato la fine dei dieci anni della precedente presidenza della Giunta regionale. Queste tre ragioni di fondo hanno portato a questo immobilismo, che in condizioni normali, una coalizione di governo avrebbe recuperato in tempi rapidi. Ed è proprio questa possibilità di recupero in tempi rapidi che va valutata con attenzione. Non essendo questi tempi normali, il ragionamento sugli assetti organizzativi, cioè in maniera operativa, dove e come vado a tagliare poiché non ci sono più le risorse per andare avanti, è una questione sostanzialmente datata, da un lato, e assolutamente secondaria, dall’altro. È necessario integrare la cosiddetta 'road map'. L'azione da portare avanti deve essere necessariamente vista in un quadro nazionale e in linea con quanto stanno portando avanti le altre Regioni. Altrimenti continueremo a non affrontare le grandi linee di discussione che riguardano la questione relativa agli assetti istituzionali complessivi. In merito alla Sanità, le Regioni hanno riaperto un contenzioso forte con il Governo con riferimento alle risorse per il servizio sanitario 2012. Bisogna quindi sviluppare un ragionamento che tenga conto di quanto accade in sede di Conferenza Stato-Regioni. Un problema che ci tiriamo dietro da tempo è quello relativo al controllo della spesa pubblica da parte dello Stato su bilanci regionali che sono tra di loro diversi, distinti, determinando l'impossibilità per le Regioni di esercitare, nel senso giuridico del termine, quell’autonomia che rivendicano rispetto a quanto previsto dal dettato costituzionale. La traduzione di indirizzi in riforme si può fare soltanto in un quadro omnicomprensivo. Non essendo tempi normali, o noi collochiamo questo nostro dibattito in questo tipo di quadro, oppure rischiamo inevitabilmente di venire travolti dagli eventi che inibiranno alla fine una sostanziale capacità decisionale. Mi auguro che il dibattito che si è sviluppato oggi produca quanto auspicato e che sia contestualizzato al quadro nazionale ed europeo”.
GIANFRANCO CHIACCHIERONI (PD): “DOPO UNO STOP AND GO QUESTO CONSESSO ISTITUZIONALE, ASSUME UNA COMUNE CONSAPEVOLEZZA CHE O SI CAMBIA OPPURE SAREMO TUTTI TRAVOLTI. Questo è il punto che c’è oggi all’ordine del giorno. E il fatto che ci siamo arrivati dopo dimissioni e riassunzioni vuol dire che è una fase travagliata, che però è ormai alle spalle, assunta è pienamente assunta, prova ne è l’intervento che comprendo e condivido della capogruppo Modena. Cosa dobbiamo fare? Ridurre la spesa, tutto ruota intorno allo ‘spending review’ e non abbiamo via d’uscita: Bankitalia ci dice che paghiamo troppe tasse, e quindi bisogna fare dei tagli. Ce lo dicono le minori entrate fiscali, 3,4 miliardi di euro in meno, poi il Tesoro dice che sono diminuite le entrate e quindi abbiamo meno risorse, e quindi bisogna diminuire le spese. Ma Visco dice anche: c’è un cane che si morde la coda, se non si abbassano le tasse le imprese non ce la fanno, facciamo del male. Dobbiamo spendere meno quindi, ma per esempio in sanità su quelle fonti di spesa costituite da farmaci, presidi, personale dobbiamo convincere che chi spende soldi veri, i medici di medicina generale, deve studiare di più, fare più visite, lavorare di più e meglio per spendere meno in ricette, diagnostica etc. Nella riduzione della spesa dobbiamo essere d’esempio noi per primi, in questo Consesso che occorre riformare approvando leggi di riforma che diminuiscano il numero dei consiglieri e degli assessore, cancellino il listino e introducano meccanismi premiali della presenza e del lavoro che fanno gli eletti”.
RENATO LOCCHI (PD): “È STATO FATTO UN LAVORO IMPORTANTE SI FA IL PUNTO DEL LAVORO SVOLTO FINORA E SI INDICA LA ROAD MAP PER IL FUTURO. REGISTRIAMO LA DISPONIBILITÀ DELL’OPPOSIZIONE. Apprezzamento per la comunicazione della presidente, per i contenuti ed anche rispetto alle singole misure indicate. È stato fatto un lavoro importante, anche come documentazione in cui si fa il punto del lavoro svolto finora e si indica la road map per il futuro. E questo, che non era un atto dovuto, rappresenta un esempio di buon rapporto tra Esecutivo e Assemblea legislativa. Nel documento ci sono utili indicazioni che ci aiuteranno a programmare la nostra interlocuzione con la società regionale rispetto alle priorità e agli impegni da prendere. Del riordino del sistema sanitario discuteremo quando arriveranno i relativi atti in Commissione, ma l’obiettivo primario che dobbiamo perseguire è quello di confermare l’universalità e la qualità delle prestazioni del nostro sistema regionale. Apprezzabile nella comunicazione il monitoraggio che è stato fatto sullo stato di attuazione delle riforme già approvate in Consiglio, perché è compito centrale dell’Assemblea legislativa valutare l’effetto delle leggi e dei relativi provvedimenti attuativi, per aggiustare, se del caso, gli obiettivi. E questo va applicato su questioni sostanziali come ad esempio quelle riguardanti la programmazione comunitaria. Il ruolo del Consiglio deve esprimersi soprattutto nel controllo politico e istituzionale e nella valutazione degli atti legislativi e dell’attività dell’amministrazione regionale. Esprimiamo apprezzamento per i contenuti della riforma delle Agenzie, di Sviluppumbria, ma anche quello sul sistema informativo regionale che è molto convincente e contribuisce a fugare un qualche malinteso senso per cui c’è un’opinione, sicuramente non larghissima, per cui il sistema informativo regionale realizzato nel corso degli anni dalla Regione può avere sottratto spazi di protagonismo a una moltitudine di piccole, piccolissime microimprese che sul settore sono nate e si avvalgono di individualità per lo più giovani. Voglio qui sottolineare l’importanza della legge sulla semplificazione che ha una doppia valenza: rendere più facile la vita a cittadini e imprese e contribuire ad aumentare la competitività del sistema economico nel suo complesso. Sulla questione del riordino istituzionale più complessivo, acquisito il fatto che le Province come le abbiamo conosciute storicamente fino adesso non ci saranno più, e che su questo fatto tutte le forze politiche che sono anche in questo Consiglio regionale non abbiano motivi di contrasto su questo punto, non può sfuggirci il fatto che ‘tradotto in umbro’ tutto ciò ci pone di fronte a un formidabile impegno. Un impegno cui il Consiglio regionale dell’Umbria non può sottrarsi e a cui deve dare il proprio contributo, vista anche la nebulosità della situazione con il decreto ‘Salva Italia’ che dice una cosa e la Carta delle Autonomie un’altra. Alcuni mesi orsono l’opposizione, per sue ragioni, si è sottratta all’impegno istituzionale e la maggioranza si è fatta carico di atti importanti come l’approvazione del bilancio. Ma io non voglio guardare al passato, oggi siamo tutti impegnati a riformare la nostra regione in questo momento delicato, e ciò riguarda tutti, non ci sono figli minori in questa vicenda. La maggioranza ha ovviamente una responsabilità maggiore, si fa carico delle difficoltà, ma registriamo la disponibilità dell’opposizione”. TB/PG/AS