SANITÀ: “NEL ‘BUCO’ DELLA MOBILITA’ PASSIVA UMBRA, BRILLA L’ANOMALIA DEL ‘CESALPINO’ DI TERONTOLA: 5 MLN DI EURO PER TAC E RISONANZE MAGNETICHE FUORI REGIONE" – ZAFFINI (FARE ITALIA): “OLTRE 100 PRESTAZIONI AL GIORNO IN UN SOLO LABORATORIO DELLA TOSCANA”
(Acs) Perugia, 13 marzo 2012 - “Una vera e propria transumanza di pazienti dall’Umbria verso la Toscana è quella che si sta verificando negli ultimi anni in ambito sanitario, in particolar modo per le prestazioni specialistiche di diagnostica come Tac e Risonanze magnetiche”. Lo afferma il consigliere regionale Franco Zaffini (Fare Italia), che ha presentato una interrogazione alla Giunta per “conoscere nel dettaglio tutte le ragioni che negli ultimi tre anni hanno fatto incrementare la mobilità passiva dell’Umbria in maniera vertiginosa, portando la spesa sanitaria extraregionale a quasi ottantasette milioni di euro”.
“Dal quadro generale, già poco felice, dell’incidenza della mobilità passiva in Umbria – riferisce Zaffini – emerge un dettaglio anomalo che riguarda la Toscana, l’unica tra le regioni che richiamano utenza dall’Umbria (Lombardia, Veneto, Emilia e appunto Toscana) a far registrare un incremento negativo del saldo di mobilità di oltre il settantacinque per cento. Dal 2008 al 2010, infatti – spiega sempre Zaffini – a fronte di un saldo di mobilità rimasto pressoché invariato nelle altre regioni, per quanto riguarda la Toscana si è registrato un sensibile calo della mobilità attiva (ossia pazienti che dalla Toscana vengono a farsi curare in Umbria), pari a circa il 12 percento, mentre le prestazioni per utenti che dall’Umbria si sono recati in Toscana sono aumentate notevolmente di numero, con un fatturato che ha sfiorato i 30 milioni di euro nel 2010”. Il rappresentante dell’opposizione ricorda inoltre che “nel 2006 la Regione Umbria e la Regione Toscana hanno sottoscritto degli accordi per il contenimento della mobilità passiva che sembrano aver funzionato per i confinanti, mentre non hanno sortito alcun effetto, anzi sono risultati fallimentari, per l’Umbria. Andando a verificare nello specifico – afferma ancora Zaffini – risulta che un terzo del fatturato della mobilità passiva diretta in Toscana non è riferibile a prestazioni professionali di particolare eccellenza, ma alla diagnostica strumentale ambulatoriale ed è indirizzato nella quasi totalità alla struttura privata convenzionata, A. Cesalpino di Terontola, istituto che nel solo 2010 ha fatturato oltre 5 milioni di euro sui quasi 7 della mobilità passiva diretta in Toscana per la diagnostica. A rendere ancora più gravi queste anomalie – dice ancora il consigliere di Fare Italia – c’è la questione dei ‘tetti di spesa’, il Cesalpino, infatti, come tutte le strutture toscane, private o pubbliche, che accolgono utenza dall’Umbria, ha un sistema alquanto discutibile per fissare i tetti delle prestazioni erogabili che si traduce in una sorta di sanatoria a posteriori di quanto speso annualmente dalle Asl e dagli Istituti privati. Mentre per le strutture umbre e per le Asl regionali – incalza Zaffini – i tetti finanziari si fissano all’inizio dell’esercizio annuale, il tetto per il 2010 della mobilità passiva diretta in Toscana è stato fissato con determinazione dirigenziale il 23 dicembre dello stesso anno, stabilendo che coincidesse semplicemente con il fatturato 2009 e ad oggi non è ancora possibile conoscere quali siano i limiti di spesa per il 2011”.
“Ritengo – conclude Zaffini – che occorra urgentemente fare chiarezza sui flussi tra Umbria e Toscana, sul perché un solo laboratorio toscano eroghi più di cento prestazioni al giorno per pazienti umbri. Qual è il motivo di tanta appetibilità, tanto far migrare 36 mila pazienti dalla nostra regione fino a Terontola, considerando che persino da Terni sono stati 6mila quelli disposti a fare oltre 200 chilometri per una tac o una risonanza magnetica? L’Esecutivo di Palazzo Donini deve rispondere di queste stranezze e delle ragioni per cui i cittadini vengono ‘spediti’ fuori regione a spese della sanità regionale privilegiando un unico laboratorio privato”. RED/mp
“Dal quadro generale, già poco felice, dell’incidenza della mobilità passiva in Umbria – riferisce Zaffini – emerge un dettaglio anomalo che riguarda la Toscana, l’unica tra le regioni che richiamano utenza dall’Umbria (Lombardia, Veneto, Emilia e appunto Toscana) a far registrare un incremento negativo del saldo di mobilità di oltre il settantacinque per cento. Dal 2008 al 2010, infatti – spiega sempre Zaffini – a fronte di un saldo di mobilità rimasto pressoché invariato nelle altre regioni, per quanto riguarda la Toscana si è registrato un sensibile calo della mobilità attiva (ossia pazienti che dalla Toscana vengono a farsi curare in Umbria), pari a circa il 12 percento, mentre le prestazioni per utenti che dall’Umbria si sono recati in Toscana sono aumentate notevolmente di numero, con un fatturato che ha sfiorato i 30 milioni di euro nel 2010”. Il rappresentante dell’opposizione ricorda inoltre che “nel 2006 la Regione Umbria e la Regione Toscana hanno sottoscritto degli accordi per il contenimento della mobilità passiva che sembrano aver funzionato per i confinanti, mentre non hanno sortito alcun effetto, anzi sono risultati fallimentari, per l’Umbria. Andando a verificare nello specifico – afferma ancora Zaffini – risulta che un terzo del fatturato della mobilità passiva diretta in Toscana non è riferibile a prestazioni professionali di particolare eccellenza, ma alla diagnostica strumentale ambulatoriale ed è indirizzato nella quasi totalità alla struttura privata convenzionata, A. Cesalpino di Terontola, istituto che nel solo 2010 ha fatturato oltre 5 milioni di euro sui quasi 7 della mobilità passiva diretta in Toscana per la diagnostica. A rendere ancora più gravi queste anomalie – dice ancora il consigliere di Fare Italia – c’è la questione dei ‘tetti di spesa’, il Cesalpino, infatti, come tutte le strutture toscane, private o pubbliche, che accolgono utenza dall’Umbria, ha un sistema alquanto discutibile per fissare i tetti delle prestazioni erogabili che si traduce in una sorta di sanatoria a posteriori di quanto speso annualmente dalle Asl e dagli Istituti privati. Mentre per le strutture umbre e per le Asl regionali – incalza Zaffini – i tetti finanziari si fissano all’inizio dell’esercizio annuale, il tetto per il 2010 della mobilità passiva diretta in Toscana è stato fissato con determinazione dirigenziale il 23 dicembre dello stesso anno, stabilendo che coincidesse semplicemente con il fatturato 2009 e ad oggi non è ancora possibile conoscere quali siano i limiti di spesa per il 2011”.
“Ritengo – conclude Zaffini – che occorra urgentemente fare chiarezza sui flussi tra Umbria e Toscana, sul perché un solo laboratorio toscano eroghi più di cento prestazioni al giorno per pazienti umbri. Qual è il motivo di tanta appetibilità, tanto far migrare 36 mila pazienti dalla nostra regione fino a Terontola, considerando che persino da Terni sono stati 6mila quelli disposti a fare oltre 200 chilometri per una tac o una risonanza magnetica? L’Esecutivo di Palazzo Donini deve rispondere di queste stranezze e delle ragioni per cui i cittadini vengono ‘spediti’ fuori regione a spese della sanità regionale privilegiando un unico laboratorio privato”. RED/mp