EMERGENZA DROGA: “PER PERUGIA È COME LA MAFIA PER PALERMO” - BRUTTI (IDV): “ESSERE ASSURTI A CITTÀ SIMBOLO DELLO SPACCIO COMPORTA EFFETTI GRAVISSIMI SOTTO OGNI ASPETTO”.
(Acs) Perugia, 10 febbraio 2012 - “Perugia rischia di pagare con la droga quello che le città meridionali hanno pagato con mafia, camorra e n'drangheta. Essere assurti a città simbolo dello spaccio comporta effetti gravissimi sotto tutti gli aspetti, civili, sociali, economici, culturali. Bisogna smettere di lanciare allarmi o spendersi in tardivi lamenti e cominciare a fare. E la prima cosa da fare è un'opera di fermissima repressione”. Lo scrive, in una nota, il consigliere regionale Paolo Brutti (IdV) che esorta “tutte le forze dell'ordine e le istituzioni locali a uno sforzo collettivo per rispondere in termini concreti al problema dello spaccio in città”.
Per Brutti si tratta di “un problema nato e cresciuto nel ventre pigro dell'acropoli, ma che ormai ha assunto dimensioni extraurbane. A Perugia – continua - si viene ad acquistare droga perché è tanta e tale la quantità che si fanno buoni affari. Lagnarsi del drastico calo di iscritti, come fa il rettore Bistoni, conta poco se anche dal fronte universitario non si mettono in pratica azioni di contenimento del fenomeno. Prendendo per buono l'impegno espresso dal sindaco Boccali, lo esortiamo a farsi capofila insieme a noi di una battaglia senza quartiere al fenomeno dello spaccio in città”.
Brutti rimarca, in conclusione, come “deve essere chiaro a tutta Italia che Perugia dichiara guerra alla droga e che è in grado di bonificare in breve tempo il proprio territorio. E' vero, siamo in ritardo, ma possiamo ancora vincerla questa guerra”. RED/as