Regione Umbria - Assemblea legislativa


SANITÀ “INACCETTABILI 3 ASL CON FOLIGNO SALVA E PENALIZZAZIONE DELL'ALTA UMBRIA; MEGLIO 2 CON SEDI A CASTELLO E FOLIGNO” - LIGNANI MARCHESANI (PDL) CONTRO L'IPOTESI CHE “COMINCIA A FAR BRECCIA IN GIUNTA”

In sintesi

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) interviene sull'ipotesi di riforma delle Asl chiedendo di evitare “un ulteriore impoverimento di un tessuto economico e sociale che già troppo ha sofferto negli ultimi anni”. Per Lignani l'ipotesi di “penalizzare solo l’Alta Umbria con la perdita per Città di Castello della Asl e dell’ennesimo centro direzionale sarebbe inaccettabile, perché tra l’altro non compensata da adeguata razionalizzazione e consistente risparmio”. Il consigliere Pdl propone una ipotesi alternativa basata su “due aziende ospedaliere con sede nei capoluoghi e due aziende di territorio (con riequilibrio territoriale regionale) che potrebbero avere sede direzionale a Foligno e Città di Castello”.

(Acs) Perugia, 12 gennaio 2011 - L'ipotesi di penalizzare solo l’Alta Umbria con la perdita per Città di Castello della Asl, dell’ennesimo centro direzionale (con banca locale, sezione distaccata di tribunale e corsi universitari in via di sparizione), sarebbe inaccettabile, perché tra l’altro non compensata da adeguata razionalizzazione e consistente risparmio. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) che definisce, “non privo di fondamento l’allarme lanciato sulla stampa dal sindaco tifernate Bacchetta” (pur rimproverandolo per un’ingiustificata e doppia “sviolinata nei confronti della Regione, che sta depauperando il territorio tifernate di centri direzionali”) e dai consiglieri comunali di PdL e Lega che per primi hanno lanciato l'allarme con un apposito ordine del giorno in Consiglio comunale.

Dopo aver ammonito sul rischio che “l'annunciata razionalizzazione della governance della sanità umbra possa partorire l’ennesimo topolino creando un’indebita discriminazione dei territori” Lignani afferma: “È noto come in Giunta regionale alcuni assessori propongano con insistenza il permanere della Asl di Foligno e che questa proposta cominci a fare breccia nell’intero esecutivo regionale”. Una ipotesi, quest'ultima, alla quale lo stesso Lignani ne contrappone un'altra “sostenibile a favore del territorio e della Regione-Città che prevede invece due aziende ospedaliere con sede nei capoluoghi e due aziende di territorio (con riequilibrio territoriale regionale) che potrebbero tranquillamente avere sede direzionale una a Foligno e l'altra a Città di Castello, spalmando così sull’intera comunità regionale le responsabilità e le apicalità dei servizi. Certo - prosegue Lignani Marchesani - la partita riguarda la qualità dei servizi, le eccellenze e i livelli di assistenza più che caselle e stellette, ma già negli anni abbiamo visto come il centralismo regionale abbia gestito in maniera ostruzionistica e clientelare le logiche dei primariati”.

“L’assessore regionale tifernate per primo e poi tutti i consiglieri dell’Alta Umbria- conclude Lignani Marchesani - devono contestare e scongiurare un percorso inaccettabile e penalizzante, che darebbe un segnale di abbandono da parte della Regione dei comprensori settentrionali dell'Umbria con conseguenze politiche difficilmente prevedibili, ma che comunque avrebbero come negativa conseguenza un ulteriore impoverimento di un tessuto economico e sociale che già troppo ha sofferto negli ultimi anni”. GC/gc


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