SANITÀ: RESPINTA LA MODIFICA DELLA LEGGE SULLE NOMINE - IL DIBATTITO
Il Consiglio regionale ha respinto (14 sì Pd, Psi, 9 no Pdl, Fare Italia, Lega nord e 5 astenuti, Idv, Prc-Fds, Udc) la modifica alla legge regionale 6/2011 "Disciplina per l'attribuzione degli incarichi di struttura nelle Aziende sanitarie regionali” che sospendeva l'applicazione della norma nelle aziende ospedaliero-universitarie. Il provvedimento è stato respinto non essendosi formata una maggioranza di voti favorevoli, dato che la somma dei voti contrari e delle astensioni è risultata pari ai sì.
(Acs) Perugia, 20 dicembre 2011 – Il disegno di legge predisposto dall'Esecutivo di Palazzo Donini per la sospensione dell'applicazione delle norme sulle nomine di primari e direttori generali nelle aziende ospedaliero-universitarie è stato respinto dall'Assemblea regionale che ha espresso 14 voti favorevoli (Pd e Psi) su 28 presenti mentre 9 consiglieri hanno votato no (Pdl, Fare Italia, Lega nord) e 5 si sono astenuti (Idv, Prc, Udc). Il provvedimento è stato respinto non essendosi formata una maggioranza di voti favorevoli, dato che la somma dei voti contrari e delle astensioni è risultata pari ai sì.
Prima del voto sull'articolato un ordine del giorno (primo firmatario Lignani Marchesani), su cui era stato annunciato voto favorevole da parte della maggioranza di centrosinistra dopo l'accettazione di una integrazione proposta da Massimo Buconi, è stato bocciato, con 14 voti favorevoli e altrettanti contrari. Un risultato che ha portato alla richiesta, da parte di Stufara, di una sospensione dei lavori per chiarimenti nella maggioranza. Alla ripresa della seduta c'è stato il voto che ha portato alla bocciatura della legge.
IL DIBATTITO.
OLIVIERO DOTTORINI (Idv): “Interpretiamo questo provvedimento come un mero atto dovuto al fine di evitare il ricorso di costituzionalità da parte del Governo, che al momento non avrà effetti concreti sul nostro sistema e che, inoltre, lascia sospesa la questione. Nel momento in cui giungerà l’istituzione di un’azienda integrata nella nostra Regione, la discussione dovrà passare per quest’Aula e sarà questa la sede in cui, garantendo le prerogative dell’Università, si decideranno i principi che valgono per questi nuovi organismi. Auspichiamo che venga ribadita con convinzione la correttezza dei principi che abbiamo definito con l’approvazione della legge 6 /2011. Riteniamo che non dovrebbe esserci nessun problema, neppure da parte dell’Università, nel concordare su tali principi e che si possa chiedere a essa, nel corso della fase di trattativa, che ci risulta già essere in corso, che la definizione dei criteri e modalità di nomina del direttore sia uniformata a tali principi, questo sia al momento della costituzione dell’azienda integrata che nella convenzione. Se ciò non fosse, allora sì che si potrebbe nutrire il dubbio che si voglia creare una zona franca azienda integrata ospedale Università per la quale non valgono i principi generali stabiliti dal legislatore regionale e nella quale le vecchie logiche di gestione del potere, poco trasparenti e poco controllate, possono farla da padrone. A scanso di equivoci e a futura memoria, noi ci opporremo in quel caso con tutta la nostra forza e voteremo contro qualsiasi atto che presenti queste caratteristiche che non sia rispettoso dei principi che abbiamo definito con la legge del 2006”.
DAMIANO STUFARA (PRC-FDS) “Già nel corso della discussione per l’assestamento di bilancio ci fu il tentativo di introdurre le medesime norme all’interno di quell’atto, poi si decise di fare un provvedimento a se stante. Le procedure introdotte nella legge sono state di grande trasparenza e anche di grande innovazione, in ordine alla selezione che ovviamente compete alla Giunta regionale dei cosiddetti “manager”, dei direttori generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere della nostra regione. Poi il Governo ha opposto una questione di natura costituzionale. Ora la Giunta propone di rendere inapplicabili quelle norme, quei quattro articoli che abbiamo introdotto cinque mesi fa nel momento in cui andremo a introdurre nel nostro ordinamento e nel nostro sistema sanitario, in applicazione del decreto 517 le cosiddette “aziende integrate” Ospedale-Università. Chiedo di capire quindi se si tratta di una scelta meramente tecnica. Arriverà un momento nel quale saremo chiamati a decidere rispetto anche a riforme di sistema, relativamente a assetti istituzionali in ordine al sistema sanitario della nostra regione, e ovviamente in quel momento si potrà porre la questione anche del funzionamento, per legge, del rapporto e dell’integrazione tra il sistema sanitario pubblico regionale e l’apporto che il sistema universitario, anche alle eccellenze della nostra sanità, può portare. Come si fa a scegliere con l’Università chi dovrà dirigere queste strutture integrate senza alcun criterio fissato in legge lasciando la scelta soltanto al rapporto convenzionale stabilito fra la Giunta e l’Ateneo?”.
FRANCO TOMASSONI (assessore sanità): “Ci stiamo complicando la vita su un atto abbastanza semplice. Il precedente Governo è intervenuto su un preciso punto che era quello che riguardava la questione delle aziende universitarie. Si tratta di una violazione rispetto alla legge nazionale, che è stata ribadita dalla Corte Costituzionale e se non vogliamo che l’intero provvedimento sia sottoposto a impugnazione, dobbiamo effettuare questo tipo di modifica prettamente tecnica. Per quanto concerne il futuro, sarà la convenzione a stabilire eventuali accordi o precisazioni con l’Università. Sicuramente questo non riguarda l’attualità. Su tutto ciò non ci sono né retropensieri né retroscena, c’è solo la necessità di fare un adeguamento per far sì che l’atto deliberato dal Consiglio non venga impugnato dal Governo su un punto, tra l’altro, che in questo momento non riguarderebbe neanche il nostro assetto istituzionale poiché non esiste un’azienda integrata”.
PAOLO BRUTTI (IDV): “ammesso che ci possa essere questo profilo di incostituzionalità in relazione a una norma che si occupa delle aziende sanitarie di adesso, non di quelle future, significa che l'obiezione riguarda il tempo in cui verranno realizzate aziende sanitarie integrate. Si tratta di una visione sul futuro inconsistente. Non si capisce comunque perché, volendo tentare di superare la obiezione di incostituzionalità, si chiede di abrogare non solo il punto in cui si dice che il direttore generale viene scelto d’intesa, ma si aprono anche altri punti. Lo strumento con cui si porta la correzione va oltre la misura e toglie le cose positive da una legge sulla quale avevamo espresso un giudizio estremamente positivo”.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (PDL) presenta un ordine del giorno “estremamente semplice che impegna la Giunta a cercare negoziazioni con l’Università per mantenere gli stessi criteri di nomina sia per le Aziende ospedaliere che per le Aziende del territorio. Se c’è questa volontà e questo impegno della Giunta a negoziare fortemente per questo, noi possiamo anche mutare il nostro voto in astensione”.
CATIUSCIA MARINI (presidente Giunta): “Il ministero degli Affari regionali ha sollevato una questione, per quanto ci riguarda condivisa dal punto di vista sia tecnico che politico, per conto del ministero per l’Università: ogni qualvolta vi sia il concorso nelle decisioni degli organi di governo dell’Università, deve essere salvaguardata l’autonomia decisionale. Quindi il Governo non solleva il punto rispetto alle competenze della Regione, ma dice: laddove c’è la concorrenza, quegli stessi criteri devono essere oggetto di paritetica convenzione, devono essere sottoscritti dalle due parti, non possono essere in legge, ma devono essere in convenzione, perché la convenzione è sottoscritta sia dalla Regione sia dall’Università. Quindi la posizione politica della Giunta è quella di portare, anche in sede di convenzione, quello che è contenuto nella legge regionale che vale per tutte le altre aziende. Per esempio, nel caso della nomina del direttore generale dell’Azienda ospedaliera di Perugia è obbligatorio il concorso dell’Università perché è sottoposta a convenzione, azienda o non azienda integrata: anche in quel caso quei criteri, che noi consideriamo vincolanti per la Regione, per le sue aziende territoriali, dove ha l’esclusiva della nomina, possono essere applicati a patto che siano sottoscritti gli stessi criteri in convenzione all’Università. Noi non possiamo resistere perché non avremmo argomentazioni per resistere in giudizio su una questione meramente tecnica e quindi non ci costituiremo in giudizio”.
RENATO LOCCHI (capogruppo PD): “Noi voteremo tutto però c’è un punto in cui occorre anche dire qualcos'altro. Quello presentato dalla Giunta regionale è un atto di buonsenso e anche un atto dovuto. Se inizi una trattativa con l’Università degli studi diventa improprio definire i paletti a priori entro cui dovrà svolgersi la trattativa. Qui mi rivolgo alla mia sinistra, inteso come centrosinistra: ritengo che questa sia la Giunta regionale della maggioranza, non solo del Pd e penso che certamente c’è un punto di una qualche sospettosità, anche di una qualche difficoltà politica; francamente qualche problema c’è”.
DAMIANO STUFARA (Prc-Fds): “L’intervento della presidente Marini, per quanto ci riguarda, ha sciolto una questione che non era chiara e ci ha rassicurato. Ha rivendicato l’impostazione di quei criteri contenuti nella legge. Noi ci attestiamo su quella linea. Voteremo, oltre al provvedimento, anche l’ordine del giorno presentato al quale abbiamo aggiunto anche la nostra firma”.
OLIVIERO DOTTORINI (Idv): “Le dichiarazioni della presidente Marini ci rassicurano su un percorso a cui teniamo molto. Abbiamo anche noi posto la firma sull'ordine del giorno come integrato da Buconi”.
PAOLO BRUTTI (IDV): “probabilmente su materie di questo genere va discusso un po’ di più. Penso che l’Università sia una struttura oggi in grandissima difficoltà e che quando entra nella questione del sistema sanitario nazionale le sue caratteristiche di alta ricerca sono piuttosto da discutere, tanto è vero che si presenta sempre un po’ con il cappello in mano, perché alla fine paga sempre Pantalone in questa cosa. Pure non essendo fino in fondo convinto delle cose dette, penso anch’io che ci si possa stare, in omaggio all’arrivo prossimo delle festività natalizie”. AS/MP