Regione Umbria - Assemblea legislativa


ABOLIZIONE VITALIZI: APPROVATA LA PROPOSTA DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA, ASSEGNI ABOLITI DAL 2015 – RESPINTA LA LEGGE DEL PRC CHE MIRAVA ALL'ABROGAZIONE IMMEDIATA

In sintesi

Il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato a maggioranza la proposta di legge che prevede l'abolizione dell'assegno vitalizio per gli ex consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura. Manterranno il diritto all'assegno (al compimento dei 65 anni) i consiglieri già cessati dal mandato o in carica nella legislatura attuale che abbiano corrisposto i relativi contributi per almeno 5 anni. Respinta dall'Aula la proposta di Rifondazione comunista (votata anche dall’Idv e dalla Lega Nord) mirante “all'abrogazione immediata del privilegio”.

(Acs) Perugia, 20 dicembre 2011 – Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina, con 26 voti favorevoli e 5 contrari (Prc-Fds, Idv e Lega Nord) la proposta di legge dell'Ufficio di presidenza (escluso il vicepresidente Goracci) sull'abolizione degli assegni vitalizi percepiti dagli ex consiglieri regionali. L'Aula ha invece respinto (25 no e 5 sì di Prc, Idv, Lega nord) la proposta firmata dai consiglieri Damiano Stufara e Orfeo Goracci, che aveva subito la stessa sorte in Prima Commissione ma che, su richiesta dei proponenti, è stata comunque portata in Assemblea con la relazione tecnica del presidente della Commissione Oliviero Dottorini.

GLI EMENDAMENTI. Il testo predisposto dall'Ufficio di presidenza è stato modificato con l'approvazione degli emendamenti presentati dallo stesso Up e relativi all'adeguamento del vitalizio in base agli indici Istat “sospeso fino al 31 dicembre 2014 ad esclusione degli assegni vitalizi inferiori ai 1.400 euro”. Respinti invece, con la medesima maggioranza delle altre votazioni, gli emendamenti presentati da Italia dei valori (alcuni ritenuti non ammissibili e altri bocciati dall'Aula, come quello sul contributo di solidarietà da applicare agli assegni vitalizi) e Rifondazione comunista, miranti tra l'altro ad introdurre il divieto di cumulo tra vitalizi erogati derivanti da diverse funzioni elettive. Su questo punto il consigliere Paolo Brutti non ha partecipato al voto in quanto “in conflitto di interessi” (come ex parlamentare) mentre Orfeo Goracci (anche lui ex parlamentare) ha annunciato voto favorevole pur ritenendosi direttamente ed unicamente colpito dalla previsione della norma.

LE RELAZIONI. Fausto Galanello, per la maggioranza, ha illustrato la proposta di legge spiegando che “in una fase di difficile congiuntura economica è indispensabile EVIDENZIARE LE DIMENSIONI REALI DEI COSTI DELLA POLITICA, ASSUMENDO SCELTE CORAGGIOSE MA RIFUGGENDO DALLA PROPAGANDA E DALLA DEMAGOGIA. L’obiettivo è di giungere all’abrogazione dell’istituto del vitalizio a partire dal prossimo rinnovo delle Assemblee e dei Consigli regionali. La questione rientra nel più vasto novero del funzionamento e dei costi della politica. L’argomento è diventato uno dei punti ricorrenti delle agenzie politiche sia a livello nazionale che regionale, sfociando talora in provvedimenti legislativi aventi per obiettivo il contenimento di tali oneri. Oggi, in una fase di difficile congiuntura economica, in cui i cittadini sono chiamati a duri sacrifici in nome del riequilibrio dei conti pubblici, si rende indispensabile evidenziare le dimensioni e i connotati reali dei costi della politica, assumendo scelte coraggiose, ma, al contempo, rifuggendo da tentazioni di pura propaganda e demagogia. Oltre alle misure di contenimento dei costi di funzionamenti degli organi rappresentativi già messi in atto (rendendo l'Umbria un esempio virtuoso in questo settore). La Regione procede dunque, ottava in Italia, ad abolire l'assegno vitalizio per i consiglieri regionali”. Il testo della legge prevede che l'assegno venga abolito a decorrere dalla prossima legislatura. Manterranno il diritto all'assegno (al compimento dei 65 anni) i consiglieri già cessati dal mandato o in carica nella legislatura attuale che abbiano corrisposto i relativi contributi per almeno 5 anni. Questi stessi soggetti potranno optare per il mantenimento del diritto all'assegno oppure chiedere la restituzione in un'unica soluzione dei contributi complessivamente versati. L'ammontare mensile del vitalizio e dell'assegno di reversibilità sarà aggiornato annualmente sulla base dell'indice Istat. Infine i consiglieri regionali che hanno già svolto il mandato per una legislatura potranno chiedere l'anticipazione dell'indennità di fine mandato maturata nelle legislature precedenti: la richiesta dovrà essere motivata da motivi di salute o dall'acquisto della prima casa e subirà una decurtazione del 10 per cento.

Il relatore di minoranza, Damiano Stufara, ha invece evidenziato che “IL CRITERIO PER LA RIDUZIONE DELLA SPESA PER IL FUNZIONAMENTO DELLE ISTITUZIONI DEVE ESSERE LEGATO ALLA DISTINZIONE TRA COSTI DELLA DEMOCRAZIA E DELLA POLITICA. NO AL CUMULO DEI VITALIZI. Il criterio per la riduzione della spesa per il funzionamento delle istituzioni deve essere legato alla distinzione tra costi della democrazia e della politica, tra quanto deve servire cioè per il funzionamento delle istituzioni e quanto esula invece dal necessario per assicurare autonomia ed indipendenza ai rappresentanti nelle istituzioni. La riduzione dei costi non può che tradursi nell'abolizione dei privilegi. Sui vitalizi si è concentrata l'attenzione dell'opinione pubblica. L'abolizione dei vitalizi, come previsto dalla proposta dell'Ufficio di presidenza (tranne il vice presidente Goracci) difetta in ordine ai tempi di esecutività, al novero dei soggetti interessati e agli effetti prodotti tanto sulle casse regionali quanto sulla credibilità della politica locale rispetto alla cittadinanza. I tempi innanzitutto, legati alla data a partire dalla quale si attua l'abolizione dei vitalizi, fissata al 2015 ed escludendo di fatto i consiglieri in carica, a cui verrà consentito di scegliere se godere di questo privilegio o incassare i contributi versati finora. Mentre nel Paese si fanno i conti con sacrifici inediti per gravità ed ampiezza, la politica si fa tre anni di sconto e decide di autoriformarsi a partire dal 2015. Sarebbe stato meglio abolire i vitalizi anche per quelli in carica e per gli ex consiglieri che non ne abbiano ancora i requisiti d'età pur avendo quelli di mandato. Sull'argomento utilizzato per sostenere l'impossibilità dell'intervento immediato (non si possono intaccare i diritti acquisiti), verrebbe da rispondere con quanto è appena avvenuto grazie alla finanziaria di Monti, che con un colpo di penna ha bloccato la rivalutazione delle pensioni, innalzato l'età pensionabile e portato al contributivo quanti, in base alla riforma 'Dini' del 1995, avevano diritto al calcolo con il sistema retributivo: questi non erano forse da considerarsi diritti acquisiti? Il punto è proprio che un diritto è da considerarsi acquisito solo dal momento in cui il soggetto beneficiario ne gode; se questo vale a Roma per milioni di italiani dovrebbe valere anche a Perugia per qualche dozzina di persone. Altre disposizioni inopportune riguardano le norme sull'aggiornamento annuale del valore dei contributi versati qualora gli aventi diritto optino per la loro restituzione, nonché all'anticipo sull'indennità di fine mandato. Allo stato attuale sono 93 i vitalizi erogati per conto della Regione agli ex consiglieri, per una spesa media per ogni pensione di circa 2600 euro mensili e un totale, a fine anno, di circa 3 milioni di euro. Questa spesa è cresciuta costantemente nel corso degli ultimi anni, seppur non in maniera progressiva. Nel 2005 si attestava intorno ai 2 milioni di euro, mentre nell'ultimo anno, a causa della fine dell'VIII legislatura, la cifra è aumentata di circa 400 mila euro. La legge oggi in esame non interviene né sui vitalizi che già la Regione eroga (si poteva introdurre ad esempio con un contributo di solidarietà), né su quelli che giungeranno a maturazione fino alla fine di questa legislatura. Sarebbe opportuno, impedire che un ex-consigliere regionale che maturi il vitalizio anche in qualità di parlamentare nazionale o europeo non possa più percepire anche il vitalizio da consigliere, ma sia obbligato per legge a scegliere il trattamento preferito, senza aver diritto alla restituzione dei contributi”.

IL DIBATTITO
ORFEO GORACCI (PRC-FDS): “ABOLIRE I VITALIZI FIN DA SUBITO, NON DAL 2015, E CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ DA COLORO CHE LO PERCEPISCONO - Mi auguro che il Consiglio regionale possa prendere in considerazione la proposta di abolire i vitalizi fin da subito, perché è indubbio che in un momento di crisi come quello che stiamo attraversando il vitalizio viene percepito come un odioso privilegio, e con la proposta che stiamo discutendo stamani rinviamo comunque a dopo il 2015 l’abolizione, pur essendo anche questo un contributo non trascurabile e che mette l’Umbria in una posizione diversa da altri, penso alla regione Lazio, che alle 2 e 15 di notte ha allargato la fascia dei vitalizia anche a 14 assessori esterni. C’è poi un altro aspetto da considerare, quello di un prelievo del 15 per cento sul vitalizio dei 93 ex-consiglieri regionali che già ne beneficiano, da destinare a situazioni di debolezza sociale. Sono questi, a mio avviso, i punti realmente qualificanti della discussione, visto che anche il governo Monti sta perdendo popolarità dopo aver illustrato una manovra che va a colpire i soliti noti, con l’Irpef, con l’aumento dell’Iva e dei costi in generale per quella fascia di popolazione che è facilmente rintracciabile, a scapito di una più opportuna patrimoniale sulle ricchezze che in Italia non si riesce a fare”. PAOLO BRUTTI (IDV): “OPPORTUNA UNA PENSIONE COME QUELLA DEI LAVORATORI DIPENDENTI. SENZA VITALIZI CI SARANNO AUMENTI DI STIPENDIO. C’è un orientamento della maggioranza ormai consolidato su questo provvedimento, sul quale convergono anche diversi presidenti delle varie assemblee regionali, ma ci sono dei rischi: quello di apparire portatori di un atteggiamento ‘gattopardesco’, cioè di cambiare per lasciare comunque tutto come è adesso, e quello di assumere un atteggiamento di tipo propagandistico, di troppo facile effetto nel clima anti-casta che si respira. Noi crediamo invece che l’attività politico istituzionale possa essere accompagnata da un istituto di tipo previdenziale diverso dal vitalizio, in tutto e per tutto omogeneo a quello dei lavoratori dipendenti, basato sul metodo contributivo. Con questo metro la proposta in esame non è perciò condivisibile. Del resto per chi siede in quest’Aula il vitalizio non viene soppresso. I futuri consiglieri non avranno vitalizio né previdenza, ma ci sarà un aumento di stipendio che andrà a gravare sul bilancio della Regione, mentre per gli ex-consiglieri non cambia niente, laddove sarebbe stato opportuno un contributo di solidarietà del 15 per cento, con il quale rimettere in sesto, seppure in parte, la finanza regionale”. GIANLUCA CIRIGNONI (LEGA NORD): “PROVVEDERE DA SUBITO AD ABROGARE IL VITALIZIO, come proposto dalla legge presentata da Rifondazione comunista. Siamo noi che dobbiamo dare il buon esempio sperando che il Governo nazionale provveda a fare giustizia delle sanguisughe che ci sono tra le fila dei grandi burocrati pubblici. Andrebbe eliminata la figura dell'assessore esterno, che grava sul bilancio regionale e che invece potrebbe essere superata. In Umbria si è sviluppata una macchina amministrativa sovradimensionata che dovrebbe essere depurata dia tanti che non contribuiscono in nessun modo ai servizi prestati ai cittadini. ANDREA LIGNANI MARCHESANI (PDL): “NON È GIUSTIFICABILE LA DEMAGOGIA DEI COLLEGHI CHE VOGLIONO LUCRARE RENDITE DI POSIZIONE: o su questa materia, o non conoscono i contenuti di questa norma. Mi sono stufato di essere considerato un componente della Casta, dato che non è così. Il ridimensionamento della politica regionale è avvenuta, dai 10 milioni e mezzo di lire del 2000 siamo passati ai 6500 euro di oggi, a fronte di un aumento molto considerevole del costo della vita. Farsi una famiglia, oggi, per un politico è diventato difficile, sia per la mancanza di tempo che per altri motivi. Qualcuno ha sacrificato anche carriere aziendali per fare politica e stare in Consiglio regionale. Le campagne elettorali costano, e se si riducono troppo le indennità si rischia di lasciare spazio a consiglieri sostenuti dalle lobby o ricchi di famiglia. I contributi dei consiglieri regionali sono un contratto di diritto privato e non un fondo pensionistico, quindi l'abrogazione del vitalizio dovrebbe coincidere come minimo alla restituzione di tutti i contribuiti versati. I sostenitori della proposta di legge del Prc sanno bene che quelle misure non sono applicabili anche se sono politicamente ben spendibili. Se verrà applicata la parametrazione con la media europea i parlamentari avranno un aumento o un riequilibrio mentre invece i consiglieri regionali scenderanno ad un netto di 3mila 700euro al mese e questo ridimensionerà di molto anche l'entità dei vitalizi. Se noi versassimo i contributi del vitalizio ad una assicurazione privata potremmo scaricarli dalle tasse e otterremmo anche un trattamento molto simile a quello del vitalizio. In questa norma c'è un effettivo contributo di solidarietà determinato dal fatto che i consiglieri che cesseranno nel 2015 perderanno completamente la quota esentasse del vitalizio: da 700 e 300 euro netti in meno per ogni vitalizio. Si pagheranno le tasse due volte, quando viene pagato e il contributo ed anche quando ci viene restituito. Potrebbe essere giusto il divieto di cumulo dei vitalizi, ma c'è un problema di natura giuridica dato che si tratta di due fondi diversi gestiti da strutture diverse”.

DICHIARAZIONI DI VOTO.
RENATO LOCCHI (PD): “LA NOSTRA È UNA SOLUZIONE POSSIBILE, IN LINEA CON LA TRADIZIONE DELL’UMBRIA, CHE DA DECENNI SI COMPORTA IN MANIERA SOBRIA - Questa Regione si comporta da decenni in modo sobrio, il discorso relativo alla casta non ci appartiene. E’ evidente che i costi della politica debbono calare e che ci sono troppi conflitti d’interesse. La proposta oggi in votazione rappresenta una soluzione possibile, oltre che equilibrata, in linea con la buona tradizione dell’Umbria. Sottolineo possibile, nel senso che questo lo possiamo fare, altro no. Quindi non è né gattopardesca né pilatesca”. DAMIANO STUFARA (PRC-FDS): “IL GOVERNO IMPONE SACRIFICI SUBITO E LA REGIONE POSPONE LA QUESTIONE VITALIZI A DOPO IL 2015. VOTIAMO CONTRO - Nel momento in cui il legislatore nazionale impone sacrifici molto pesanti per la stragrande maggioranza dei cittadini, la nostra regione pospone il provvedimento a dopo il 2015: è un messaggio chiaro e profondamente sbagliato. E’ evidente che il ‘subito’ vale per i cittadini, mentre per l’eliminazione dei privilegi se ne riparla più avanti. Inoltre, se ho ben compreso quanto ha detto prima Lignani, la norma è da considerarsi parziale, da rivedere in futuro con l’introduzione di un differente istituto di vitalizio. Al presidente Brega dico invece che il suo ‘vorrei ma non posso’ non è utilizzabile, perché l’ufficio legale ha confermato la fattibilità della nostra proposta (abolizione immediata dei vitalizi, ndr). L’opinione pubblica vuole che chi li rappresenta dia il buon esempio. Il nostro sarà voto contrario”. PAOLO BRUTTI (Idv): “Non sfugge un certo avanzamento nella definizione di vitalizio. Sono stati fatti passi importanti, anche se ancora insufficienti contro i privilegi della casta. Non convincono le motivazioni per le quali l'abolizione del vitalizio non poteva essere fatta sin dal primo gennaio 2012, cosa che verrà messa in atto a livello parlamentare per i componenti di Camera e Senato. I vitalizi ad oggi pagati agli ex consiglieri regionali vengono pagati per il 70 per cento attraverso la fiscalità regionale e soltanto per il 24 per cento attraverso i nostri attuali contributi. Prossimamente, dall'entrata in vigore di questa legge, i vitalizi peseranno per il 100% sul bilancio regionale. È necessario che l’attività politico istituzionale possa essere accompagnata da un istituto di tipo previdenziale diverso dal vitalizio, in tutto e per tutto omogeneo a quello dei lavoratori dipendenti, basato sul metodo contributivo. Il nostro voto sarà contrario perché riteniamo insufficienti i passi pur fatti verso le nostre posizioni”. ROBERTO CARPINELLI (Marini per l'Umbria): “I tagli razionali dei costi della politica possono essere raggiunti attraverso due approcci: il primo è quello contenuto nella proposta di legge che stiamo per votare, l'altro, evidenziato dalla proposta di Stufara e Goracci, si può tranquillamente definire demagogico, che fa leva sull'antipolitica e sull'onda popolare. È proprio dalla sinistra estrema che in questi ultimi anni sono venute proposte troppo demagogiche: è stato detto via le Province, poi, quando qualcuno decide di metterci mano si parla di dimezzamento della democrazia; stesso discorso per l'abbattimento del numero dei parlamentari. Mi piacerebbe conoscere l'atteggiamento di Stufara quando bisognerà mettere in atto la normativa nazionale rispetto al numero dei consiglieri regionali, che per l'Umbria ne prevederebbe 20, cioè 10 in meno rispetto ad oggi, cioè quelli espressi dai grandi partiti. Ma oggi l'elettorato riesce a capirle certe cose e certi atteggiamenti. Bene la riduzione della spesa per la politica, ma va fatta con razionalità. La politica deve continuare a rappresentare una parte insostituibile dell'architettura democratica dello Stato”. MASSIMO BUCONI (PSI): “L'Ufficio di presidenza ha svolto un buon lavoro, tenendosi anche in contatto con la Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali. Se fosse per quanto viene percepito, l'unica riforma gradita dai cittadini sarebbe quella di convocare gli organi elettivi di sera, la gratuità dell'incarico, l'abolizione dei permessi e la rotazione trimestrale degli eletti. Questo però significa il massimo del populismo mentre invece c'è bisogno di più politica, per comporre le tensioni sociali ed individuare le vie di sviluppo. Sarebbe opportuno che esistesse un organo terzo che ci evitasse di votare per scelte che ci riguardano direttamente. Voteremo a favore di una legge che ve nella direzione della sobrietà”. SANDRA MONACELLI (Udc): “Voterò questa legge mettendoci come si dice la faccia, nonostante altri colleghi ci speculano sopra, sapendo che comunque il provvedimento passerà. Riconosco che l'Ufficio di presidenza ha fatto un buon lavoro e che l'Umbria si sta comportando molto più seriamente di altre realtà: penso al Lazio ed alle Regioni a statuto speciale”. RAFFAELE NEVI (capogruppo Pdl): “Parliamo di un costo che incide per l'uno per cento del Bilancio regionale. Non guardiamo solo una faccia del problema: dobbiamo anche considerare le esigenze dei consiglieri con le tante spese per curare il collegio, fare campagna elettorale. Detto ciò ci dichiariamo soddisfatti di aver contributo a trovare questa soluzione che va nella stessa direzione delle Regioni del nord guidate dalla Lega. GIANLUCA CIRIGNONI (capogruppo Lega Nord): “Non dobbiamo confondere l'impegno politico sul territorio con la necessità del vitalizio: è un affronto verso i pensionati. A ben guardare le due leggi vanno nella stessa direzione, ma quella che verrà approvata rinvia il problema, con il rischio che se le cose cambiamo un po' in meglio si può tornare indietro. Per questo voto contro”. ANDREA LIGNANI MARCHESANI (Pdl): “La legge è equa perché riduce i privilegi e genera una doppia tassazione nei confronti dei consiglieri. Invito anche a riflettere sul fatto che avremmo creato un'evidente sperequazione fra colleghi con due o tre legislature che avrebbero visto aumentare il vitalizio che invece sarebbe diminuito per quelli con una sola legislatura. MP/PG/GC/AS/TB


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