RIFORMA ENDOREGIONALE: “MENTRE IN CONSIGLIO SI DISCUTE DI SNELLIMENTO E RIDUZIONE DEI COSTI DEL SISTEMA AMMINISTRATIVO L’ATI 4 E LA PROVINCIA DI PERUGIA INDICONO NUOVI CONCORSI” – NOTA DI MONACELLI (UDC)
Il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli, fa rilevare che mentre si discute in Consiglio regionale sui contenuti della riforma del sistema amministrativo umbro, l’Ati 4 e la Provincia di Perugia bandiscono nuovi concorsi. Secondo Monacelli ciò va nella direzione opposta a quella intrapresa dalla Regione che “sembrerebbe indirizzare i propri sforzi verso l’obiettivo di rendere maggiormente efficace ed efficiente il funzionamento delle istituzioni, sulla base di una forzata ottimizzazione delle risorse disponibili”.
(Acs) Perugia, 24 novembre 2011 - “Ho appreso con una certa sorpresa di una nuova selezione da parte di Umbra Acque, per 4 autisti di mezzi pesanti, nell’ambito del ‘potenziamento dell’organico dell’area operativa’ come si legge sul sito dell'azienda. E già nei mesi scorsi anche la Provincia di Perugia si era prodigata frettolosamente in nuovi concorsi”. Sandra Monacelli, capogruppo regionale dell’Udc, fa notare che tutto questo avviene mentre “fervono” i lavori nelle Commissioni del Consiglio regionale dell’Umbria per “uscire in fretta dal rompicapo di una riforma endoregionale, sul cui risparmio affiora ben più di qualche ragionevole dubbio, per i condizionamenti posti dalla notevole quantità di personale dipendente da ricollocare da una sigla ad un'altra”.
L’esponente dell’Udc dice di non riuscire a spiegarsi il motivo per cui in “altri enti, organici allo stesso sistema regionale, si vada nella direzione opposta a quella intrapresa dalla Regione che sembrerebbe indirizzare i propri sforzi verso l’obiettivo di rendere maggiormente efficace ed efficiente il funzionamento delle istituzioni, sulla base di una forzata ottimizzazione delle risorse disponibili che obbliga a qualificare al massimo il personale già presente”. Monacelli aggiunge poi che nella attuale contingenza si evidenzia un sistema che ha “fagocitato consensi in cambio di prebende e posti di lavoro, e ora, pur pagando il conto di tale sproporzione, sembra non perdere antichi vizi ed abitudini distorte. Mentre l'incedere della più preoccupante crisi dal dopoguerra ad oggi e l'insostenibilità del sistema richiederebbe una rapida inversione di rotta. La Regione – argomenta Monacelli - ha il dovere non solo di perseguire con decisione questa strada, ma anche di fare in modo che le azioni di Province, Comuni, partecipate ed enti intermedi tendano senza contraddizioni verso tali obiettivi. Non sarebbe affatto credibile una riforma del sistema che scioglie sigle inventandone poi di nuove, giustificandole con il blocco delle assunzioni, quando in concomitanza si continua ad arruolare nuovo personale pubblico. Sembrerebbe più ragionevole immaginare che oltre le riforme cartacee, le istituzioni regionali e i loro derivati, possano trovare l'occasione di sedersi attorno ad un tavolo per valutare, attraverso un'approfondita ricognizione, come soddisfare le varie esigenze di personale,con la ridistribuzione ad esempio delle risorse umane disponibili”.
“Non può essere più questo il tempo – conclude Monacelli - della legittimazione di visioni egoistiche, legate alla gestione del proprio orticello. La sfida dell’ammodernamento riguarda tutti e non può essere pagata solo dalle nuove generazioni alle quali, con questa confusione, non resterebbe altro da fare che arrangiarsi”. RED/