Regione Umbria - Assemblea legislativa


INFILTRAZIONI MAFIOSE: “ACQUISIRE MAGGIORI INFORMAZIONI SULLE CESSIONI DI ATTIVITÀ E STRUMENTI LEGISLATIVI PER LIMITARE LE GARE AL MASSIMO RIBASSO” – AUDIZIONE DI BOCCALI (ANCI) IN COMMISSIONE ANTIMAFIA

In sintesi

Il presidente dell’Anci Umbria, Wladimiro Boccali, è stato ascoltato dalla Commissione antimafia del Consiglio regionale per fare il punto sulle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e imprenditoriale umbro. Ipotizzato un migliore controllo sui passaggi di proprietà relativi a terreni edilizi attraverso l’introduzione di “stazioni appaltanti” e sulle procedure per le gare al “massimo ribasso”. Per Brutti l’Umbria “felice” deve diventare anche “armata”, per potersi difendere con adeguati strumenti legislativi dal pericolo “che esiste ed è grave” delle infiltrazioni mafiose.

 

 

 

(Acs) Perugia, 4 ottobre 2011 – Audizione in Commissione Antimafia del presidente dell’Anci, e sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali. All’ordine del giorno la possibilità di contrasto alle infiltrazioni mafiose attraverso il recepimento del maggiore numero di informazioni sui vari passaggi di cessione di terreni edilizi e le possibili modifiche legislative sui lavori pubblici per limitare la pratica di gare al massimo ribasso, dove il rischio di infiltrazioni criminali è alto ed è agevolato dalle condizioni di crisi economica che il territorio sta attraversando.

 

“Le amministrazioni locali sono molto preoccupate – ha detto Boccali – perché in un momento di crisi come quello attuale, dove all’irrigidimento del sistema creditizio che mette in difficoltà le imprese si aggiungono le difficoltà dei Comuni nel gestire il patto di stabilità, si crea il terreno propizio per le infiltrazioni mafiose”. Per Boccali è necessario che le amministrazioni siano messe in grado di “monitorare quanto più possibile i passaggi di licenze” e, al proposito, “l’Anci vuole fare entro l’anno un seminario per evidenziare a tutti gli amministratori le normative che già ci sono. In quella sede – ha aggiunto – potremo ragionare anche su come gestire le risorse per le opere pubbliche, concentrando tutto sulla ‘stazione appaltante’. Serve anche – ha aggiunto - una legge sui lavori pubblici che limiti la pratica di gare al massimo ribasso, altro elemento che inevitabilmente comporta il rischio di infiltrazioni mafiose”.

 

Boccali ha spiegato come, anche nella vicenda giudiziaria emersa relativamente all’area ex-De Megni di Ponte san Giovanni, la proprietà del titolo sia rimasta all’impresa originaria, la Palazzetti costruzioni, che però, “trovandosi in difficoltà, ha compromesso l’immobile con altre imprese, fatto che ora è oggetto di indagine giudiziaria, senza che vi sia stato alcun obbligo di comunicare all’Amministrazione comunale i vari passaggi in atto e restando nel contempo proprietaria. Da qui la necessità di strumenti per monitorare i cambi di proprietà mentre avvengono, che al momento i sindaci non hanno”.

 

Il presidente della Commissione antimafia del Consiglio regionale, Paolo Brutti (Idv), ha ipotizzato un terreno di azione comune con l’Anci che “converge sulla necessità di istituire una ‘stazione appaltante’, essendo ormai emerso il sistema utilizzato dalle organizzazioni mafiose per aggirare la legislazione vigente, che non consente di monitorare tutti i passaggi di proprietà di un titolo edilizio fino a transazioni concluse. Dovremmo rendere visibili anche i soggetti che compongono le commissioni di aggiudicazione degli appalti – ha detto Brutti – e, raccogliendo quanto ci hanno detto i vertici della Guardia di finanza, rendere ‘tracciabili’ i pagamenti che vengono effettuati nelle compravendite. Non solo – ha aggiunto – è importante anche la tracciabilità dei materiali di costruzione, che aiuterebbe a capire l’effettiva consistenza degli interventi e l’affidabilità dei lavori da effettuare”.

 

“Se riusciamo a individuare proposte di modifiche legislative che consentano un maggiore controllo sul fenomeno delle gare al massimo ribasso e sulle transazioni in atto, si renderà opportuna – ha annunciato Brutti - una occasione pubblica, attraverso una giornata dedicata, per far sapere in che modo l’Umbria felice, con la sua alta qualità della vita, possa diventare anche un’Umbria ‘armata’ per difendersi dagli affari della criminalità organizzata, almeno sotto il profilo delle amministrazioni, perché poi ci sono le imprese con le loro difficoltà, le banche con i loro regolamenti e l’imprescindibile operato delle forze dell’ordine”.

 

“In Umbria – ha concluso Brutti - il fenomeno delle infiltrazioni mafiose esiste ed è molto pericoloso. I sindaci sono un punto di osservazione del fenomeno e, all’altro capo, ci siamo noi come istituzione, insieme per riuscire a mettere in evidenza quegli elementi e quei movimenti sospetti che lasciano intendere l’avvio di certi processi di infiltrazione”. PG/pg

 

FOTO ACS PER LE REDAZIONI:

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