Regione Umbria - Assemblea legislativa


SANITÀ: “EVITARNE L'USO PRIVATO E COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA NEL SERVIZIO SANITARIO” - A PALAZZO CESARONI AUDIZIONE SULLE PROBLEMATICHE DEL SERVIZIO SANITARIO PUBBLICO

In sintesi

Si è svolta ieri a Palazzo Cesaroni l'audizione sulle problematiche del servizio sanitario umbro convocata dai presidenti della Prima e Terza commissione, Oliviero Dottorini e Massimo Buconi. Le associazioni che sono intervenute hanno chiesto una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini e l'applicazione delle leggi sulla partecipazione, la fine “dell'uso privato del servizio sanitario da parte dei partiti politici” e il “superamento della forma azienda introducendo elementi di valutazione diversi e più efficaci”.

 

(Acs) Perugia 22 settembre 2011 – Prestare maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini “umanizzando” reparti e trattamenti, dare piena applicazione agli strumenti partecipativi previsti nelle leggi vigenti (comitati consultivi, conferenze dei servizi), porre fine all'uso privato del servizio sanitario da parte dei partiti politici, superare la forma azienda introducendo elementi di valutazione diversi e più efficaci. Sono queste le richieste avanzate dai rappresentanti delle associazioni che ieri hanno partecipato all'audizione richiesta ai presidenti di Giunta e Consiglio regionale dalle associazioni stesse e convocata dai presidenti della Prima e Terza commissione, Oliviero Dottorini e Massimo Buconi.

 

Il primo ad intervenire è stato CARLO ROMAGNOLI, in rappresentanza della coalizione “COME DEMOCRATIZZARE IL SERVIZIO SANITARIO REGIONALE” (formata da Cittadinanzattiva, Acu, Mdc, Lega consumatori, Unione nazionale consumatori, Movimento consumatori, Forum terzo settore, Perugia civica, InformaZone, Siti, Card, Fondazione Angelo Celli): “Dopo le dimissioni dell'assessore Riommi dalla Sanità, tre problemi sono emersi come prioritari. Si tratta dell'uso privato del servizio sanitario pubblico da parte dei partiti politici; della funzionalità della forma azienda a tale uso privato del servizio sanitario pubblico; della necessità di costruire democrazia nel servizio sanitario fin da subito. Non va confusa la politica, di cui riconosciamo il ruolo positivo e necessario nella promozione e tutela della salute, con l’azione dei partiti politici che nella fase attuale, si occupano molto di gestione, producendo molto uso privato del servizio sanitario”. Sarebbe dunque necessario agire per modificare il sistema sanitario introducendo: trasparenza, legalità e partecipazione; valutazione ad opera di soggetti terzi; attenzione ai soggetti deboli; contrasto  all’ingerenza della partitocrazia; nomine fatte non sulla base dell’appartenenza ma della competenza.

 

Per ottenere questi risultati, secondo Romagnoli, sarebbe prioritario “creare una coalizione di realtà di base aperta ed inclusiva che permetta di includere nella discussione, nello sviluppo delle proposte e soprattutto nel supporto effettivo agli strumenti di partecipazione che verranno attivati. Attivare con azioni di rete e con gli strumenti partecipativi già previsti (ma non attivati) dalla normativa vigente (comitati consultivi degli utenti, forme di gestione associata degli Urp con le associazioni degli utenti, conferenze annuali dei servizi, applicazione Dlgs ‘150 /2009’ sugli obblighi di trasparenza e comunicazione della pubblica amministrazione). Aprire spazi di partecipazione reale, fondati su scelta condivisa delle priorità su cui lavorano i servizi. Valutare, da parte di soggetti terzi rispetto alla amministrazione, la qualità dei servizi e l’impatto che hanno sulla salute dei cittadini. Garantire alle associazioni ed ai cittadini  un regolare flusso di informazioni sulla sanità reale tramite giornali online, siti delle associazioni, gruppi di discussione e social network. Creare occasioni inclusive e incisive di pubblico confronto, per affrontare il problema dell’uso privato del pubblico e della democratizzazione del servizio sanitario”.

ANGELA CATALOTTI (PERUGIA CIVICA) ha rimarcato l'esigenza di maggiore trasparenza e partecipazione dei cittadini nella gestione dei servizi sanitari. FILIPPO BAULEO (CONFEDERAZIONE DIRIGENTI DISTRETTI SOCIO SANITARI) si è soffermato sull'importanza del coinvolgimento degli operatori nelle scelte del servizio sanitario regionale: “Deve essere ridisegnato il ruolo dei distretti, aumentandone radicamento e diffusione, parallelamente alla riduzione del numero delle Usl. È importante garantire la partecipazione dei cittadini soprattutto in periodi di difficoltà e di tagli alle spese”.

GABRIELE SILVESTRI  e MARIA ANTONIA MODOLO (CITTADINANZATTIVA) hanno puntato l'attenzione sulla forma di valutazione chiamata “Audit civico”, che utilizza standard nazionali, individua le criticità (non fermandosi al dato statistico) ed anche le soluzioni. “Dall'Audit realizzato sono emersi giudizi negativi su tutte le strutture, che evidenziano la mancata applicazione del Piano sanitario regionale. Con la riduzione delle Asl il problema della partecipazione diventa ancora più pressante, col rischio di un ulteriore allontanamento dei cittadini. I distretti sanitari possono essere di grande aiuto agli ospedali, evitando ricoveri inutili”.

CARLO BICCINI (FORUM TERZO SETTORE) ha parlato di “una situazione in continuo peggioramento, con un taglio dei servizi e una centralità della persona declamata nel Piano sanitario ma non applicata. Necessario un monitoraggio sui servizi, soprattutto sulle residenze protette e sulle strutture per malati cronici. Serve un nuovo welfare per l'Umbria, che affronti la situazione di crisi e aiuti le persone a sviluppare le proprie capacità”. CARLO DI SOMMA (FEDERSOLIDARIETÀ): si è detto “preoccupato per un modello di welfare e una carenza cronica di servizi verso i cittadini. Se i bilanci in ordine sono una necessità non si può certo prescindere dall'equità sociale e dal diritto alla salute”.

Per GUIDO GUARNIERI (SOCIETÀ ITALIANA IGIENE) “le comunità non hanno bisogno di ingegneria istituzionale che simula un cambiamento che in realtà non avviene. All'inizio le Usl erano 14 ed erano molto vicine ai problemi dei cittadini, occupandosi anche di problemi ambientali. Ora con la imminente riduzione a 2 si segue una logica puramente aziendalistica, che non tiene conte delle esigenze degli utenti”. MP/


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