PILLOLA ABORTIVA RU486: “TRE ORE O TRE GIORNI PER LA GIUNTA REGIONALE SONO LA STESSA COSA” - ROSI E DE SIO (PDL) CONTRO LA SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO IN REGIME DI DAY HOSPITAL
(Acs)Perugia, 27 luglio 2011 - “Grazie all'ennesimo diktat della Giunta Marini si è deciso che la somministrazione della pillola abortiva RU486 venga effettuata in regime di day hospital, con un ricovero ridicolo pari a sole tre ore”. Lo scrivono congiuntamente i consiglieri regionali del PdL, Maria Rosi e Alfredo De Sio che, in una nota, ricordano come “il processo di morte può durare fino a 32-48 ore. Di certo – denunciano - 3 ore di ricovero non sono sufficienti e forse non lo sarebbero neanche per estrarre un dente”.
“La donna – rimarcano Rosi e De Sio - non può ritenersi tutelata solo perché le vengono garantiti, se necessario, 14 giorni di assistenza domiciliare. Ci stupiamo – commentano - di come la Presidente, proprio perché donna possa soltanto prendere in considerazione l'aborto a domicilio, come se si trattasse di una visita ad un paziente malato di raffreddore. Vengono così contraddette, da parte di un Comitato tecnico scientifico istituito dalla stessa Giunta regionale, tutte le indicazioni ministeriali e del Consiglio Superiore di Sanità che raccomandavano la somministrazione della pillola in regime di ricovero ospedaliero”.
Per Rosi e De Sio è “scellerato non prendere in considerazione i numerosi decessi provocati in Europa e in Italia dalla somministrazione di questo farmaco. Siccome nella comunità scientifica si è aperto un dibattito sui danni che provoca la somministrazione della 'RU486', chiediamo che di ciò si parli in modo approfondito anche in Umbria. Lo riteniamo necessario prima di intraprendere percorsi ideologici che vanno soltanto a rimorchio di altre regioni, supportati da uno sterile concetto di 'libertà' e non indirizzati alla tutela della donna”. RED/as