PILLOLA ABORTIVA RU 486: “SI CONFERMA LA MIOPIA PILATESCA DELLE ISTITUZIONI” - ZAFFINI (COSTITUENTE POPOLARE) PUNTA IL DITO SULLA PREADOZIONE DELLE LINEE GUIDA DA PARTE DELLA GIUNTA
(Acs)Perugia, 27 luglio 2011 - “La preadozione delle linee guida per la somministrazione della pillola abortiva Ru486, stabilita ufficialmente dalla Giunta, conferma la miopia ideologica che ha segnato tutto il percorso intrapreso dalla Regione Umbria in merito all’interruzione di gravidanza farmacologica”. Così il consigliere regionale Franco Zaffini (Costituente popolare) dopo “aver appreso da fonti di Palazzo Donini la decisione di avviare il protocollo di utilizzo”.
“In attesa di prendere visione dell’atto ufficiale e di verificare se gli esiti del percorso di concertazione e confronto siano stati recepiti oppure ignorati, come ci sembra di capire – dice Zaffini – non possiamo che prendere atto dell’atteggiamento della Giunta che, ignorando in toto i pareri dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e del Consiglio superiore della sanità, che prevedono entrambi il ricovero ordinario dal momento della assunzione del farmaco al momento dell’espulsione del feto, ha deliberato che l’interruzione di gravidanza possa avvenire tra le pareti domestiche”.
Zaffini, già firmatario di una proposta di risoluzione in cui si chiedeva di sottoporre al Ceas (Comitato etico delle aziende sanitarie) le linee guida, sostiene che “la libertà delle donne non si ‘suggella’ con la possibilità dell’aborto domiciliare, senza sostegno medico e psicologico, a scapito della loro stessa salute. Ne abbiamo fatti di passi avanti – prosegue l’esponente dell'opposizione – da quando l’aborto domestico serviva a nascondere una colpa, oggi pur di strumentalizzare ideologicamente una presunta emancipazione femminile si torna ad un passato triste, in cui le donne venivano lasciate da sole in un percorso doloroso come quello di interruzione della gravidanza. Tutto questo – conclude Zaffini - ha poco a che vedere con il diritto alla privacy o all’intimità, rappresenta solo l’ennesima azione pilatesca delle istituzioni giocata sulla pelle delle donne”. RED/as