EMERGENZA CARCERI IN UMBRIA: “SUBITO IL PIANO D’INTESA CON IL MINISTERO NEL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI NEL 2009” - ZAFFINI (FLI) SOLLECITA LA GIUNTA SUI PROBLEMI DEL SOVRAFFOLLAMENTO
Il consigliere regionale di Fli Franco Zaffini, annuncia un atto per impegnare la Giunta regionale sui problemi del sovraffollamento carcerario in Umbria. Zaffini ricorda che lo stato in cui versano gli istituti di pena sono dovuti all'aumentato numero di detenuti, ma anche alle carenze di organico della polizia penitenziaria costretta a turni estenuanti esterni, per la mancanza una sala infermieristica nel carcere di Capanne e della mancata realizzazione di appositi reparti detentivi negli ospedali dei capoluoghi di provincia.
(Acs) Perugia, 9 luglio 2011 – “Occorre procedere risolutamente per decongestionare le strutture detentive umbre, sollecitando Ministero e Parlamento affinché si arrivi ad un piano di risoluzione della emergenza carceraria in atto da tempo”.
E’ quanto propone il consigliere regionale di Fli Franco Zaffini, annunciando a breve un atto per impegnare la Giunta in tal senso.
Zaffini, destinatario di una missiva del segretario generale aggiunto del Lisapp, sui gravi problemi che la situazione crea per la sorveglianza degli stessi detenuti così prosegue: “Che le carceri umbre versino in condizioni critiche a causa del sovraffollamento e, soprattutto, del sotto organico di polizia penitenziaria è una denuncia che facciamo da tempo – dice Zaffini – per la quale abbiamo chiesto agli amministratori regionali di intervenire presso il Ministero in molteplici occasioni. Oggi l’informativa che l’assessore umbro Carla Casciari ha illustrato all’esecutivo, è un atto tardivo, oltre che assolutamente insufficiente se, contestualmente, non si prevedono azioni successive per far fronte all’enorme disagio, cui sono sottoposti agenti e detenuti”.
Zaffini ricorda che poco più di un anno fa, nel settembre 2009, il Consiglio regionale, su sua proposta, approvò un ordine del giorno che impegnava l’esecutivo regionale a dar seguito ad una serie di interventi previsti dai protocolli d’intesa siglati con il Ministero della Giustizia. “In particolare – spiega il consigliere – quel documento faceva riferimento ad una serie di azioni congiunte per la formazione del personale, nonché per l’edilizia residenziale destinata agli operatori e per l’incremento di fondi da destinare ai comuni, sedi di istituti e servizi penitenziari. Nella specifica competenza della Regione – prosegue Zaffini – rientrava, inoltre, tutta la materia sanitaria delle strutture detentive: dall’apertura della sala infermieristica nel carcere di Capanne, alla creazione di un apposito reparto detentivo negli ospedali dei capoluoghi di provincia, tutte carenze che costringono gli agenti a doppi e tripli turni di lavoro per il piantonamento di un singolo detenuto ricoverato.
“Finora in Umbria - evidenzia Zaffini - abbiamo visto amministratori, spendersi per l’istituzione del garante dei detenuti, ma rifiutarsi di istituire un fondo per le vittime del crimine. Ci sono state levate di scudi solidaristiche nei confronti di chi ha commesso un reato, ma poco o quasi nulla, è stato detto, o fatto, in favore di chi svolge un lavoro rischioso e faticoso come quello degli agenti penitenziari. Mutare prospettiva – conclude il consigliere – può essere un passo in avanti per affrontare il problema carcerario, riconoscendo che a pagare le inefficienze, i disservizi, le precarietà del comparto detentivo sono principalmente gli operatori, costretti a svolgere il proprio lavoro per pochi euro al mese e in condizioni decisamente proibitive”. Red/gc