RIFORME: UNA ASSEMBLEA LEGISLATIVA DELL'UMBRIA CHE ISPIRI LA PROPRIA ATTIVITÀ ISTITUZIONALE ALLE TESTIMONIANZE LAICHE E RELIGIOSE CHE HANNO CARATTERIZZATO LA COMUNITÀ UMBRA - SMACCHI (PD) PRESENTA DUE PROPOSTE DI MODIFICA DELLO STATUTO
Il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) ha presentato due proposte di legge mirate a modificare lo Statuto dello Regione Umbria. L'iniziativa statutaria del consigliere Smacchi si incentra sulla modifica della denominazione del Consiglio regionale, a cui andrebbe affiancata la formula 'Assemblea legislativa dell'Umbria', e sull'inserimento di riferimenti “alle testimonianze religiose e laiche che nel tempo hanno caratterizzato il profilo del pensiero e dell'azione della comunità umbra”, quale fonte di ispirazione dell'azione istituzionale regionale.
(Acs) Perugia 22 giugno 2011 – Il consigliere regionale del Pd (e presidente della Commissione per la riforma dello Statuto) Andrea Smacchi si è fatto promotore di due proposte di modifica della Carta fondamentale della Regione Umbria, secondo le quali alla denominazione del Consiglio regionale andrebbe affiancata la formula “Assemblea legislativa dell'Umbria” e nello Statuto dovrebbe essere inserito il riferimento “alle testimonianze religiose e laiche che nel tempo hanno caratterizzato il profilo del pensiero e dell'azione della comunità umbra”.
L'ipotesi di modifica della denominazione del Consiglio regionale avanzata da Andrea Smacchi si rifà alla riforma del Titolo V della Costituzione: “l'ambito della potestà legislativa del Parlamento nazionale si è notevolmente ridotto, sia in ordine alle materie di competenza statale, sia in ordine alle modalità di legislazione, divenute per principi e non più per dettagli: mentre prima la funzione legislativa era attribuita in via generale allo Stato e le Regioni potevano legiferare solo in materie tassativamente elencate, oggi il criterio risulta invertito”. L'inversione del criterio di distinzione dei diversi ambiti di potestà legislativa e il rafforzamento del ruolo regionale renderebbe opportuno, per Smacchi, “attribuire un rilievo di sostanza alla centralità della funzione legislativa regionale, non solo attraverso il conferimento all'Assemblea di tutti i poteri e i mezzi necessari, ma anche riconoscendo a livello statutario il ruolo del Consiglio regionale quale organo veramente rappresentativo della comunità umbra”. Andrebbe quindi aggiunta accanto alla denominazione 'Consiglio regionale', quella di 'Assemblea legislativa dell'Umbria', “in modo tale da non discostarsi dalle definizioni giuridiche imposte agli organi regionali dalla Costituzione, ma, allo stesso tempo, da valorizzare pienamente la potestà legislativa riconosciuta alla Regioni dalla Costituzione stessa”.
Al riconoscimento a livello statutario del ruolo del Consiglio regionale quale organo veramente rappresentativo della comunità umbra, Smacchi affianca la proposta di inserire nella Carta un riferimento “alle testimonianze religiose e laiche che nel tempo hanno caratterizzato il profilo del pensiero e dell'azione della comunità umbra” ed a cui la Regione dovrebbe ispirarsi per la propria attività istituzionale, improntandola dunque “alla solidarietà, all'emancipazione sociale, al dialogo fra culture e religioni”. A questo proposito il consigliere regionale del Partito democratico ricorda che “pace, diritti umani, accoglienza, integrazione, tutela dell’ambiente sono patrimonio degli umbri, di quegli umbri discendenti dai valori morali e civili di San Francesco, San Benedetto e Aldo Capitini, la cui grandezza e forza dei messaggi è proprio nella loro semplicità. In questo contesto il richiamo nella nostra Carta regionale ai valori da loro tramandati è occasione di rafforzamento e ulteriore radicamento dell’identità dell’Umbria e della sua internazionalizzazione come culla e palcoscenico mondiale di pace e fratellanza”. MP/