Regione Umbria - Assemblea legislativa


CACCIA: “C'È UN MOTIVO REALE SE 608 CITTADINI-CACCIATORI-CONTRIBUENTI DELLA PROVINCIA DI TERNI HANNO DATO VITA A UNA PETIZIONE” - ROSI (PDL) “GESTIONE DISINVOLTA DI ATC N. 3 E PROVINCIA”

In sintesi

Il consigliere del Pdl, Maria Rosi critica la gestione territoriale e faunistica dell'Ambito di caccia (Atc) n. 3 per la quale “608 cittadini-cacciatori-contribuenti della provincia di Terni hanno deciso di depositare le proprie firme lo scorso 24 maggio negli uffici della Regione”. “La petizione – spiega Rosi - espone in quattro cartelle la grave situazione di carattere ambientale venutasi a creare in questi ultimi anni sul territorio di caccia programmata in provincia di Terni, a causa di una gestione a dir poco ‘disinvolta’, sia da parte dell’Atc n. 3, che della stessa Amministrazione provinciale”.


(Acs) Perugia, 8 giugno 2011 - “Qualcosa che non funziona nella gestione territoriale e faunistica dell’Ambito di caccia n. 3 ci sarà pure, se 608 cittadini-cacciatori-contribuenti della provincia di Terni, in virtù della ‘Legge regionale sulla partecipazione’ hanno deciso di depositare le proprie firme lo scorso 24 maggio negli uffici della Regione”. Così Maria Rosi (Pdl)  che spiega come la petizione, “perché di petizione si tratta, espone in quattro cartelle la grave situazione di carattere ambientale venutasi a creare in questi ultimi anni sul territorio di caccia programmata in provincia di Terni, a causa di una gestione a dir poco ‘disinvolta’, sia da parte dell’ Atc n. 3, ente attuativo dei criteri voluti dalle normative nazionali e regionali, che della stessa Amministrazione provinciale, la quale deve assolvere, per legge, il compito di verifica e di controllo”.

“A dir la verità, - commenta Maria Rosi -  da quanto si legge in queste settimane sulle cronache regionali sull’argomento 'caccia', appare a tutti evidente quanto siano distanti le posizioni di chi è delegato per legge alla gestione del territorio in termini di prelievo venatorio, Regione, Provincia e Atc, da quelle che si aspettano tutti coloro che praticano un’ attività  tanto discussa come questa. Il bello è che le apparenti contraddizioni coinvolgono entrambe le province e le lamentele conseguenti appaiono del  tutto accumunabili fra loro”.

“Il popolo dei cacciatori umbri, - aggiunge Rosi - non solo lamenta agli enti delegati, gli Atc, la scarsità di selvaggina prodotta all’interno degli istituti avuti in gestione dalle province, quali le zone di ripopolamento e cattura (Zrc), ma anche i mancati ripopolamenti, la quasi totale dipendenza da animali d’allevamento, il prolificare abnorme di specie opportunistiche senza che ne vengano applicati adeguati piani di controllo e, non ultimi, capitolati relativi a rimborsi, consulenze, spese varie rilevate dai bilanci prodotti.  Tanto  elevate, da portare addirittura un Atc, quello di Terni, a un ammanco di cassa, per l’ anno 2010, di oltre 172mila600 euro. Se poi si aggiunge la scelta inopportuna di un calendario venatorio preadottato dalla Giunta Regionale in queste ore, all’interno del quale i termini temporali concessi per il prelievo si contrabbandano pericolosamente con le specie oggetto di caccia, e i metodi di cattura con le potenzialità biotiche della selvaggina, si finisce in tal modo col far emergere, laddove ce ne fosse ancora bisogno, la cronica incompetenza che regna in questo campo all’interno delle istituzioni”.

“A questo punto – aggiunge l'esponente del Pdl -  i cacciatori si chiedono a cosa sono servite le varie consulte venatorie e tutti gli incontri organizzati fino a oggi, se i risultati sono quelli di scontentare, non solo gli interessati, ma la stessa pianificazione del territorio, la programmazione del prelievo venatorio e l’equilibrio della stessa biodiversità ambientale. La ciliegina finale ce la mette poi l’Atc n.3 Ternano/Orvietano: promettendo ipotetici incrementi di fauna selvatica, sui cui tempi e sui cui risultati finali nessuno è in grado di scommettere, chiede il raddoppio della quota della sua iscrizione. Per finanziare il progetto, si dice. E intanto – continua Rosi - mostra di calpestare le normative concorrenti, sia regionali che nazionali che danno facoltà alla Regione di stabilire con legge le forme di partecipazione anche economica’ ‘mala tempora currunt’. Non c’ è limite al peggio. Intanto – conclude - le organizzazioni di base dei cacciatori di tutte e due le Province umbre si mobilitano per esternare tutto il loro disappunto”. RED/as


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