ASSISTENZA MALATI DI “SLA”: “NELLE DICHIARAZIONI DELL’ONOREVOLE COSCIONI UN INUTILE TENTATIVO DI POLEMICA STRUMENTALE” - MONACELLI (UDC) RISPONDE AL DEPUTATO RADICALE
(Acs) Perugia, 26 maggio 2011 - “Colgo nelle dichiarazioni dell'onorevole Coscioni, intervenuta sulla vicenda del signor Brunelli, da oltre otto anni malato di Sla e che nei giorni scorsi ha ricevuto la visita di alcuni consiglieri regionali, tra cui la sottoscritta, un inutile tentativo di polemica strumentale”. Così il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli interviene sulle dichiarazioni del parlamentare radicale che ieri, riferendosi all’iniziativa dei consiglieri regionali, li aveva invitati a conoscere e verificare l’applicazione della legge che “garantirebbe a tutti i malati di Sla italiani di godere davvero dei propri diritti”. Monacelli spiega che la delegazione della Commissione consiliare “si è recata a casa del signor Brunelli per prendere atto di una realtà sulla quale stiamo legiferando, con una proposta che prevede la totale presa in carico del sistema sanitario e l'assegno di cura per i malati”.
“Non è che mi attendessi un plauso dall'onorevole Coscioni – aggiunge l’esponente dell’Udc - per un'iniziativa che, pur banale nella sua semplicità, intendeva sostituire con la normalità di un'azione politica che entra nel cuore dei problemi ed esce dai palazzi, una pratica burocratica ingessata e ferma. Sicuramente non mi sarei aspettata un attacco, seppur sottile, in nome di un indefinito concetto di ‘benaltrismo’ che non mi piace e tanto meno mi convince”.
“La proposta di legge presentata e sulla quale intendevamo rompere il muro del silenzio istituzionale e politico – sottolinea Monacelli -, è volta a dare un contributo economico che riconosca pienamente i diritti del malato, la cui sofferenza non può essere sopportata soltanto dalle famiglie. Le considerazioni di carattere umano sono lasciate alla sensibilità di ognuno. Sarebbe fin troppo facile per me spostare l'attenzione sul terreno della polemica politica – afferma Monacelli -. Ma in questo caso preferisco lasciare ad altri il ruolo di provocatore, o meglio di provocatrice, perché credo che specialmente nella vita di un politico, ci siano momenti in cui fare un passo indietro senza rinnegare affatto le proprie idee, sia necessario. Per certificare l'onestà del proprio lavoro, che se è tale non può essere sostenuto dalle polemiche più o meno sottili alimentate sulla pelle dei malati”. RED/