RIFORMA ENDOREGIONALE: “NONOSTANTE I PROCLAMI PRE-ELETTORALI LE RIFORME IN UMBRIA SONO FERME. NON ANCORA CALENDARIZZATE LE PROPOSTE DI LEGGE” – NOTA DI LIGNANI MARCHESANI (PDL) CHE PARLA DI “TRISTE SPETTACOLO DI IMMOBILISMO”
Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) fa il punto sulla situazione politico-istituzionale della Regione Umbria e descrive una situazione di “immobilismo” in cui le vicende giudiziarie tengono ferma qualsivoglia azione di natura legislativa ed amministrativa. Secondo Lignani Marchesani è la proposta di riforma endoregionale a segnare il passo con il testo della Giunta sul quale si sono registrate “prese di posizione durissime di Comuni, Province e Comunità Montane”, mentre quello del centrodestra “ha invece raccolto, in sede di autonomie locali, più consensi”.
(Acs) Perugia, 25 maggio 2011 - “Le vicende giudiziarie tengono banco e la macchina regionale è pericolosamente ferma: sull'altare dei riequilibri interni alla maggioranza e con inchieste giudiziarie che tengono ferma qualsivoglia azione di natura legislativa ed amministrativa, si assiste ad un triste spettacolo di immobilismo che testimonia l'incapacità della Giunta Marini di prendere decisioni più volte annunciate”. Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) fa il punto sulla situazione politico-istituzionale della Regione Umbria e sottolinea come dopo la “timida” riforma degli Ater di quasi un anno fa sia stato prodotto “un pletorico disegno di legge di riforma endoregionale che è stato più volte sull'orlo del ritiro per le prese di posizione durissime di Comuni, Province e Comunità Montane”.
L’esponente del Pdl punta proprio sul disegno di legge di riforma endoregionale: “Prevedeva la soppressione di Arusia e Comunità Montane – spiega -, sostituendo e mettendo in capo a più o meno volontarie Unioni di Comuni deleghe e competenze, in parallelo con una elefantiaca ‘Agenzia della forestazione’. Nonostante le differenze di ordine politico, il disegno di legge presentato in materia dal centrodestra in Regione – sottolinea Lignani Marchesani - ha invece raccolto, in sede di autonomie locali, più consensi, per la sua semplicità e per lo snellimento concreto previsto nello stesso”.
Lignani Marchesani ricorda poi che soprattutto le Province “avevano espresso forti perplessità nei confronti della Giunta regionale, perplessità poi magicamente sfociate in un accordo sbandierato alla stampa in piena campagna elettorale amministrativa. E riguardo ai contenuti dell'accordo – precisa - nulla è dato sapere: fatto sta che ad oggi, a quasi sei mesi dalla presentazione dei disegni di legge, tutto è tenuto fermo in prima Commissione consiliare. Siamo in un contesto di forte impasse che pagheranno in primis le Comunità umbre”. Lignani Marchesani, infine, augura “agli interessati di chiarire il prima possibile e positivamente la propria posizione giudiziaria, ma è di tutta evidenza che le inchieste in corso della magistratura che già fanno male a qualsivoglia livello politico e istituzionale, non possono produrre un'ulteriore criticità che di fatto tiene fermi i lavori del Consiglio regionale. La presidente e la sua maggioranza – conclude Lignani Marchesani - procedano, se lo vogliono, ad un rimpasto o vadano avanti in queste condizioni, ma rispettino le Istituzioni e la collegialità del Consiglio regionale e, soprattutto, provino ad onorare il programma elettorale che hanno proposto agli elettori”. RED/tb