Regione Umbria - Assemblea legislativa


ZOOTECNIA: “CI OPPORREMO A CHI ANCORA VUOL FAR FINTA DI NIENTE E CONTINUARE AD INQUINARE” - NOTA DI STUFARA E GORACCI (PRC - FDS)

In sintesi

I consiglieri regionali Damiano Stufara e Orfeo Goracci (Prc) ritengono “improcrastinabile una seria riflessione sulle scelte fatte e sulla necessità di operare un mutamento radicale in materia di zootecnia e di energia, settori in cui si rischia di generare delle vere e proprie diseconomie e dei significativi danni ambientali”. Per Stufara e Goracci il regolamento sulla zootecnia approvato dalla Seconda Commissione del Consiglio regionale “sancisce l'esistenza di interessi trasversali in palese contrasto con quelli della collettività”.

(Acs) Perugia, 21 marzo 2011 - “Il voto bipartisan con cui venerdì scorso è stato approvato in Seconda Commissione il regolamento sugli impianti a biomasse proposto dalla Giunta sancisce l'esistenza di interessi trasversali in palese contrasto con quelli della collettività, rispetto ai quali solo i gruppi di Rifondazione comunista e dell'Idv hanno dissentito”. Lo affermano i consiglieri regionali Damiano Stufara e Orfeo Goracci (Prc – Fds) rilevando che “le note vicende dei biodigestori di Bettona e di Olmeto, unitamente alle esigenze di operare una svolta in questo settore in favore delle produzioni locali e di qualità, avrebbero dovuto indurre la Giunta e la Commissione ad operare un'effettiva regolamentazione, ad esempio classificando il materiale trattato dagli impianti come rifiuto”.

I consiglieri di Rifondazione comunista notano che “si è invece sfruttata la lacunosità della normativa nazionale e gli interventi peggiorativi della stessa operati dal governo Berlusconi per dare ai grandi produttori, futuri padroni dei biodigestori, una libertà d'azione priva di vincoli rispetto alla comunità locale, da anni alle prese con falde contaminate da nitrati, miasmi dovuti al trasporto dei liquami, decadimento complessivo del patrimonio ambientale e culturale. Evidentemente fra allevatori e cittadinanza vige, in questi casi, la regola dei 'due pesi e due misure', regola secondo cui i primi hanno tutto il permesso sollecitare in modo improprio il regolamento e i secondi il dovere di sopportare. La regolamentazione introdotta – aggiungono - non soddisfa perché è a tutti gli effetti tardiva e parziale. La legge regionale n.25 del 2009 per la tutela e la salvaguardia delle risorse idriche prevedeva infatti una pluralità di regolamenti, da quello per la riduzione dell'inquinamento delle zone vulnerabili ai nitrati a quello per la disciplina dell'utilizzo agronomico degli effluenti, tutti da redigersi entro 180 giorni dall'approvazione della legge: a distanza di oltre un anno viene invece emanata una regolamentazione ad uso e consumo dei grandi allevatori, che investe solo l'ambito in cui si prospetta un qualche tornaconto, quello degli impianti per la produzione di energia elettrica, senza nemmeno che si abbia il coraggio politico di chiamare i rifiuti con il loro nome”.

“Su determinate tematiche – notano Stufara e Goracci – sembra esistere una trasversalità imperante, capace di vincere persino le logiche di coalizione e il dettato dei programmi elettorali, che nel caso specifico parlano di green economy. Non è possibile che non ci si renda conto, e lo diciamo in particolare alla maggioranza, che queste forme ci allontanano da tanta parte di opinione pubblica e, anziché accelerare verso le fonti energetiche alternative, ci fanno percepire come attenti soltanto a poteri più o meno forti. Che il vero affare sia la produzione di energia e non la promozione dell'ambiente, l'accaparramento di liquami e non la produzione suinicola, lo dimostra anche il fatto che, in barba al principio dell'uso consapevole del territorio, si permette l'immissione negli impianti anche di non meglio specificate 'altre sostanze'. Risulta evidente – concludono - come un'energia prodotta con queste modalità sia rinnovabile solo sulla carta, mentre nella realtà le ricadute negative superano di gran lunga i pochi vantaggi che se ne possono ricavare. Il gruppo consiliare di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra ritiene pertanto improcrastinabile una seria riflessione sulle scelte fatte e sulla necessità di operare un mutamento radicale in materia di zootecnia e di energia, settori in cui si rischia di generare delle vere e proprie diseconomie e dei significativi danni ambientali”. RED/mp


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