ISTRUZIONE: “IL POLO UNIVERSITARIO DI VILLA MONTESCA NON VENGA ABBANDONATO” - INTERROGAZIONE DI DOTTORINI (IDV) SULLA “PREVISTA CHIUSURA DEL CORSO DI LAUREA IN TECNICHE DELLA PREVENZIONE DELL'AMBIENTE E IL TRASFERIMENTO DEL CORSO IN INFERMIERISTICA
Il capogruppo dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale nella quale chiede che il Polo universitario di Villa Montesca a Città di Castello “non venga abbandonato, con la prevista chiusura del corso di laurea in Tecniche della prevenzione dell'ambiente e nei luoghi di lavoro e il trasferimento del corso in Infermieristica da Città di Castello a Perugia”. Dottorini reputa necessaria una mobilitazione “contro lo smacco alla città e alle sue prospettive di sviluppo”, perché – osserva - “verrebbe colpita nella sua credibilità e nel suo prestigio”. Per Dottorini “piuttosto che chiudere i corsi sarebbe opportuno programmarne il trasferimento nel nucleo cittadino, ad esempio nei locali dell’ex Agraria”.
(Acs) Perugia, 21 marzo 2011 - “È molto preoccupante il silenzio con cui il comune di Città di Castello sta assistendo, senza aprir bocca, allo smantellamento dei corsi universitari presso Villa Montesca. Si tratterebbe di un altro tassello di città sacrificata per assecondare interessi esterni al territorio, che così verrebbe privato del prestigio e delle potenzialità economiche che ancora gli restano”. Così Oliviero Dottorini, capogruppo dell’Italia dei Valori in Consiglio regionale, annuncia di aver presentato un’interrogazione urgente alla Giunta regionale per chiedere che il Polo universitario di Villa Montesca a Città di Castello “non venga abbandonato, con la prevista chiusura del corso di laurea in Tecniche della prevenzione dell'ambiente e nei luoghi di lavoro e il trasferimento del corso in Infermieristica da Città di Castello a Perugia”.
“Altri Comuni della regione – aggiunge Dottorini - stanno alzando le barricate per evitare la chiusura delle proprie sedi. Il sindaco di Assisi ha minacciato di incatenarsi di fronte al Ministero, Foligno ha già trovato le giuste protezioni istituzionali, Narni è mobilitata per scongiurare niente di meno che la chiusura del corso in Tecniche dell’investigazione. Ma dal comune di Città di Castello giunge solo silenzio e disinteresse e c’è da credere che i tagli arriveranno laddove l’Università troverà le giuste condizioni per intervenire”.
Per il capogruppo dell'Idv, “questo è molto grave, tanto più perché ci troviamo di fronte ad esperienze positive, che hanno formato centinaia di professionisti con percentuali elevatissime di impiego lavorativo. Per questo – spiega - è necessaria una mobilitazione del mondo della cultura e della società civile per costringere gli amministratori cittadini a una presa di posizione. Vista la latitanza del comune di Città di Castello - sostiene Dottorini - la Regione deve dire con chiarezza cosa intende fare dei due corsi universitari e attivarsi presso l’Università e gli enti locali per scongiurare l’ennesimo smacco per Città di Castello. Non è pensabile che oltre 300 studenti debbano accollarsi i disagi derivanti dai tagli indiscriminati del governo Berlusconi senza che Comune e Asl 1 avvertano il dovere di una presa di posizione netta e definitiva”.
“I corsi di Villa Montesca – osserva Dottorini - sono fra i più alti negli indici di occupazione pertinente post laurea, nonostante il comune di Città di Castello non abbia mai fatto nulla per agevolare gli studenti nella mobilità e nei servizi. Ci risulta tra l’altro che dei quattro corsi di laurea decentrati attivi in Umbria, quello di Città di Castello sia il meno oneroso dal momento che non ha sede amministrativa e per il fatto che la metà dei docenti è fornita dall’Asl di Città di Castello che ha messo a disposizione anche due dipendenti. Chiudere la sede di Città di Castello, poi, non avrebbe come risultato alcun risparmio netto – continua l’esponente dell’Italia dei Valori - in quanto il corso si autofinanzia in parte con le tasse che pagano gli studenti e in parte con un contributo regionale. Se gli studenti si sposteranno su Perugia non ci sarà quindi alcuna economia, dal momento che dovranno necessariamente aumentare anche i docenti. Pertanto la scelta di chiudere Villa Montesca sembra dettata più da motivi di immagine che dalla reale volontà di ridurre i costi”.
“Piuttosto che chiudere i corsi – aggiunge Dottorini – sarebbe opportuno programmarne il trasferimento nel nucleo cittadino, ad esempio nei locali dell’ex Agraria. A guadagnarne sarebbe l’intera città, e non solo dal punto di vista culturale. I tre quarti degli studenti infatti provengono da fuori città o da fuori regione e porterebbero sicuramente un’iniezione rigenerante anche dal punto di vista economico. Ma evidentemente – conclude - qualcuno preferisce perdere l’università pubblica per dare spazio a quella privata. E ogni riferimento è tutt’altro che casuale”. RED/as