FONTI RINNOVABILI: “DA DECRETO GOVERNATIVO RICADUTE NEGATIVE SULL'AMBIENTE E SULL'ECONOMIA DELL'UMBRIA E DELL'ITALIA” - INTERROGAZIONE DI GORACCI (PRC-FED.SIN)
Il consigliere di Rifondazione comunista-Federazione della sinistra, Orfeo Goracci ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale attraverso la quale chiede di sapere quali iniziative la Regione intende assumere per chiedere ed ottenere la modifica del Decreto governativo sulla promozione delle fonti rinnovabili e per sostenere tutte le iniziative intraprese dalle associazioni di settore, dai sindacati, dalle amministrazioni locali e regionali, “dalle associazioni ambientaliste per salvare le rinnovabili”. Nel sottolineare come anche in Umbria siano molte le imprese che negli ultimi anni hanno creduto ed investito nel fotovoltaico, Goracci evidenzia come l'obiettivo del Governo sia quello “di affossare le energie rinnovabili nel nostro Paese spostando le risorse economiche verso il nucleare, soprattutto alla vigilia dello svolgimento del referendum”.
(Acs) Perugia, 14 marzo 2011 - “Quali iniziative la Giunta regionale intende assumere per chiedere ed ottenere la modifica del Decreto governativo sulla promozione delle fonti rinnovabili e per sostenere tutte le iniziative intraprese dalle associazioni di settore, dai sindacati, dalle amministrazioni locali e regionali, dalle associazioni ambientaliste per salvare le rinnovabili”. È quanto chiede, attraverso una interrogazione, il consigliere di Rifondazione comunista-Fds, Orfeo Goracci che ricorda come il Decreto emanato dal Governo nazionale, relativo all'abbattimento immediato degli incentivi sulle fonti rinnovabili, “determina forti difficoltà nel settore della cosiddetta 'green economy' che stava avviando numerosi progetti ed interventi anche nella nostra regione. Secondo gli esperti e le associazioni di categoria – evidenzia Goracci - il settore subirà gravi conseguenze soprattutto per colpa di inevitabili dubbi e incertezza negli investimenti sul lungo tempo nonché resistenza al finanziamento da parte delle banche a nuovi progetti, destabilizzando il settore. Il Decreto sulla promozione delle fonti rinnovabili – continua l'esponente del Prc-Fds - rappresenta uno stop per le piccole e medie imprese italiane da parte del Governo, nonostante gli sforzi della Comunità europea per approvare direttive che promuovano il miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, i bonus fiscali per la ristrutturazione, gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte di centinaia di aziende ed enti. La tempistica stabilita con il Decreto – spiega - indica una previsione temporale che rischia di distruggere un sistema di piccole e medie imprese impossibilitate ad ultimare gli investimenti avviati nei mesi scorsi”.
Per Goracci “sono molte le imprese che, anche in Umbria, negli ultimi anni hanno creduto ed investito in questo settore, prevalentemente nel fotovoltaico, rappresentando una realtà produttiva ed occupazionale significativa e sono stimabili in meno del 20 per cento quelle che, avendo programmato investimenti contando sul terzo conto energia con gli impianti già in fase di costruzione, riusciranno ad effettuare l’allacciamento entro i tempi definiti dal Decreto, mentre il restante 80 per cento si troverà in condizioni fallimentari. Gli istituti di credito – fa notare Goracci - hanno già iniziato a congelare i finanziamenti già concessi a questo scopo, al fine di tutelarsi rispetto alle conseguenze nefaste del decreto varato”.
Il consigliere di Rifondazione comunista sottolinea che “le associazioni del settore hanno chiesto al Governo di posticipare la data ultima di allacciamento per l’ottenimento degli incentivi almeno al 31 dicembre 2011 tenendo in conto anche le lungaggini burocratiche che rallentano molto l’iter autorizzativo. Questo decreto legislativo di recepimento della Direttiva 2009/28/CE, - spiega - contiene norme oltremodo penalizzanti quali il limite di potenza incentivabile fissato, per il fotovoltaico, a 8 mila megawatt, e la fine, raggiunta tale soglia, di qualsiasi tipo d’incentivo. Tale blocco colpirebbe tutti gli impianti, compresi quelli piccoli e piccolissimi impianti familiari e aziendali”.
Secondo Goracci “é del tutto evidente che l’obiettivo di affossare le energie rinnovabili nel nostro Paese, con il conseguente danno economico alle imprese e il danno sociale per la creazione di nuovi disoccupati è funzionale all’obiettivo di spostare risorse economiche verso il nucleare soprattutto alla vigilia dello svolgimento del referendum. I dati diffusi su presunti 20 miliardi di euro, dati alle rinnovabili, sono assolutamente falsi. Nelle audizioni alle Camere il governo ha esplicitamente ricordato i conti del 2010, ovvero che a fronte di un complesso di incentivi di 4,7 miliardi sono stati destinati alle rinnovabili, intese come fotovoltaico e eolico, meno di 1 miliardo di euro”.
“Senza voler fare sciacallaggio politico, - rimarca Goracci - il terremoto verificatosi in Giappone ha determinato un grave situazione presso la centrale nucleare di Fukushima, con il rilascio di radioattività, con una evidente difficoltà da parte delle autorità e dei tecnici locali a tenere sotto controllo la crisi di quell’ impianto di cui ancora in queste ore nessuno sa determinare le conseguenze, sia sul versante ambientale, che su quello della salute delle persone. Questo, mentre in Italia i sostenitori della rilancio del nucleare minimizzano l’accaduto. Questo evento – conclude Goracci - conferma ancora una volta di più quanto il nucleare sia una partita non chiusa sul versante della sicurezza, rispetto la quale il principio di precauzione deve prevalere rispetto altri elementi di valutazione specialmente in aree geografiche naturalmente esposte al rischio sismico”. RED/as