VIOLENZA SULLE DONNE: UN MESE PER ISTRUIRE LA PROPOSTA DI LEGGE DI PRC-FDS E PER ATTENDERE L'INIZIATIVA ANNUNCIATA DALLA PRESIDENTE MARINI – STUFARA SPIEGA IN III COMMISSIONE FINALITÀ E OBIETTIVI NUOVA NORMATIVA
La terza Commissione di Palazzo Cesaroni, presieduta da Massimo Buconi, ha ascoltato il capogruppo del Prc Damiano Stufara sui contenuti della proposta di legge regionale contro la violenza di genere in Umbria, elaborata dallo stesso Stufara e dal collega di partito Orfeo Goracci. Il testo di legge tornerà all'esame della commissione fra un mese circa, dopo l'istruttoria degli uffici, ma lo stesso Stufara e il presidente Buconi hanno reso noto che, anche da parte della presidente della Giunta Catiuscia Marini c'è la volontà di presentare sull'argomento una iniziativa analoga dell'esecutivo di Palazzo Donini.
(Acs) Perugia, 7 marzo 2011 – A Palazzo Cesaroni primo passaggio in terza Commissione della proposta di legge regionale sul contrasto alle violenze di genere in Umbria che porta la firma dei consiglieri del Prc-Fds, Damiano Stufara e Orfeo Goracci.
La III Commissione ha ascoltato l’illustrazione dei contenuti della proposta, “Norme in materia di prevenzione e contrasto della violenza di genere e misure a sostegno delle donne e dei minori vittime di violenza”, fatta dal capogruppo Damiano Stufara e dopo un breve dibattito, su indicazione del presidente, Massimo Buconi, ha deciso alla unanimità di inviare l'atto agli uffici per la necessaria istruttoria che dovrebbe impegnare circa un mese di tempo. Un periodo utile, ha spiegato Buconi, anche per attendere una comunicazione della presidente della Giunta Catiuscia Marini che - hanno ricordato sia Stufara che Buconi - proprio in occasione della recente presentazione della legge alla stampa, organizzata da Prc-Fds, annunciò l'intenzione dell'esecutivo di impegnarsi su questi temi, senza escludere un disegno di legge della stessa Giunta.
Illustrando contenuti e finalità dei 10 articoli in cui è strutturata la proposta di Prc, Damiano Stufara ha detto: “Il fenomeno violenze di genere studiato dall'Istat presenta numeri impressionanti, con circa 7 milioni di casi (il 32 per cento del totale) di violenze fisiche o psicologiche esercitate su donne della fascia di età 16-70 anni. Solo il 6 per cento è avvenuta all'infuori della famiglia o del rapporto con il partner, e solo un caso su dieci è stato denunciato: perché manca il coraggio di farlo, perché si è condizionati da problemi di lavoro, di soldi, di minori da tutelare, e perché è ancora troppo fragile il sistema delle garanzie. La nostra proposta, aperta a tutti i contributi migliorativi a partire da quelli annunciati dalla presidente Marini alla nostra iniziativa, si ispira ai principali atti della comunità internazionale sull'argomento. Sulla base delle esperienze europee più efficaci proponiamo di creare in Umbria appositi centri antiviolenza, con annesse case rifugio come strumenti per contrastare il fenomeno. Avranno la duplice funzione di accogliere le donne dopo un colloquio e, se necessario di dargli un alloggio temporaneo per ospitarle anche con gli eventuali figli. In Umbria sono già maturate negli anni esperienze positive come il Centro regionale pari opportunità e Telefono donna, utili al passo successivo di una legge che già altre Regioni italiane hanno approvato. Prevediamo una fase sperimentale con l'avvio di due o tre centri antiviolenza nel territorio regionale, lontano dalle residenze delle vittime e in collegamento con altre Regioni. Riteniamo che la legge possa essere finanziata con un fondo iniziale di 200mila euro. Un fondo per finanziare le attività di prevenzione, la gestione dell'emergenza, le attività di reinserimento socio lavorativo a seguito dell'emersione della violenza.”.
Dal breve dibattito che è seguito alla illustrazione dei principi, ma non ancora relativo all'articolato è emerso un sostanziale consenso alle finalità generali della proposta con alcune riserve: obiezioni di fondo: per Massimo Buconi (Psi) “La legge aiuta a scoprire un mondo ancora tutto nell'ombra. Servono azioni concrete successive all'evento violenza, ma anche sensibilizzare l'altra metà del mondo, gli uomini”; Andrea Lignani Marchesani (Pdl), “Testo troppo complesso, c'è rischio di alimentare strutture più che dare aiuti concreti”; Sandra Monacelli (Udc) “burocratizzazione eccessiva a scapito degli aiuti concreti”; Franco Zaffini (Fli) “più che propositi ideologici servono atti concreti, come aiutare le donne che non intendono abortire”; Vincenzo Riommi (Pd) “iniziativa lodevole, è giusto creare una rete di servizi per far emergere i problemi: la legge non deve comunque sovrapporsi o interferire con principi di tutela già sanciti dalla stessa Costituzione italiana”.
La Commissione ha successivamente esaminato la Relazione sull'attività delle organizzazioni iscritte nel Registro regionale del volontariato e sul rapporto di queste con gli enti locali dell'Umbria, decidendo di portarla all'esame della assemblea con una relazione unica affidata allo stesso presidente Massimo Buconi. GC/gc