SANITA’: “LA GIUNTA SPIEGHI PERCHE’, NONOSTANTE LA CRISI ECONOMICA, SI ASSUME DI LORETO COME CONSULENTE ANZICHE’ RICORRERE A RISORSE INTERNE” - INTERROGAZIONE DI MONNI (PDL)
Interrogazione del consigliere Massimo Monni (Pdl) per sapere “se, in un momento di forti ristrettezze economiche, era opportuno stipulare un contratto di lavoro di diritto privato a supporto della struttura del presidente in materia di sanità con l’ingegner Paolo Di Loreto che, per raggiunti limiti di età, poteva andarsene tranquillamente in pensione, invece di prendere in esame altre risorse lavorative all'interno della pianta organica della Regione”.
(Acs) Perugia, 28 febbraio 2011 – Il consigliere regionale Massimo Monni (Pdl) ha presentato un’interrogazione alla Giunta per sapere “se, in un momento di forti ristrettezze economiche, era opportuno stipulare un contratto di lavoro di diritto privato a supporto della struttura del presidente con l’ingegner Paolo Di Loreto che, per raggiunti limiti di età, poteva andarsene tranquillamente in pensione, invece di prendere in esame altre risorse lavorative all'interno della pianta organica della Regione, che non avrebbero aggravato ancora di più le spese dell'Ente e che sicuramente avrebbero avuto le stesse capacità lavorative”.
Monni motiva questo atto ispettivo partendo dal decreto presidenziale con cui si è provveduto alla stipula di un contratto di lavoro di diritto privato con il manager, con validità fino al 31 dicembre 2012, ed un compenso complessivo annuo lordo pari a 120.000 euro: “evidentemente – afferma – tra i vari soggetti già all'interno dell'organico regionale nessuno rispondeva alle capacità manageriali richieste, pertanto si è proseguito al ‘ripescaggio’ di un dirigente che, anziché andare in pensione per raggiunti limiti di età, è entrato a far parte dello staff della governatrice come consulente in materia sanitaria, aggravando ancor più i conti della Regione”.
“Inoltre – aggiunge il consigliere del Pdl – l’ingegner Di Loreto ha retto per decenni come dirigente l'assessorato alla sanità, spesso sostituendosi alle funzioni di indirizzo politico, ma non ci sono manager o esperti che possono surrogare la politica in materia sanitaria. La sospirata rivoluzione dei vertici apicali della Regione – continua - si svela a conti fatti solo uno strumento che aggrava i costi dell'Ente e migliora le posizioni degli apicali, ovviamente a scapito dell'interesse generale e degli obbiettivi tanto sbandierati, come la razionalizzazione della macchina regionale e la riduzione dei costi”. PG/