Regione Umbria - Assemblea legislativa


RU486: “BENE UN PERIODO INIZIALE DI SPERIMENTAZIONE PER LA SOMMINISTRAZIONE DEL FARMACO ABORTIVO IN REGIME DI RICOVERO ORDINARIO” - MONACELLI (UDC) SULLA MOZIONE DI BARBERINI E SMACCHI (PD)

In sintesi

Il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli esprime il suo compiacimento per il contenuto della mozione presentata stamani dai consiglieri del PD, Luca Barberini e Andrea Smacchi relativa alla previsione di un periodo iniziale di sperimentazione per la somministrazione del farmaco abortivo in regime di ricovero ordinario fino al termine della procedura abortiva”. Per il capogruppo centrista si tratta di “una apertura orientata da buon senso e prudenza, che oltre a garantire una maggiore e giusta tutela della salute della donna, consentirebbe di aprire un confronto più sereno su un tema 'sensibilmente' delicato, verificando al tempo stesso l'opportunità, all'esito della fase di sperimentazione, di apportare eventuali modifiche alle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico regionale”.

(Acs) Perugia, 7 dicembre 2010 - “Mi compiaccio della posizione espressa dalla mozione dei consiglieri del Partito Democratico Luca Barberini e Andrea Smacchi e ritengo, come anche il presidente del Consiglio Regionale Eros Brega ha scitto, che sia ragionevole la proposta di prevedere un periodo iniziale di sperimentazione per la somministrazione del farmaco abortivo in regime di ricovero ordinario fino al termine della procedura abortiva”. Lo scrive, in una nota, il capogruppo dell'Udc, Sandra Monacelli sottolineando che tutto ciò risulta “in applicazione di quelle linee di indirizzo su cui convergono: Agenzia italiana del farmaco (Aifa), Consiglio Superiore della Sanità e Ministero della Salute, che concordano nell'esprimere la necessità del ricovero della donna in una delle strutture sanitarie per tutto il percorso dell'interruzione volontaria della gravidanza, ovvero dal momento dell'assunzione del farmaco fino alla verifica dell'espulsione del prodotto del concepimento, in quanto l'impiego in Italia del Mifegyne non può porsi in conflitto con la normativa di cui alla Legge n. 194/1978”.

“Da questa logica, invece, - spiega Monacelli - divergono le indicazioni del Comitato tecnico scientifico costituito dalla Giunta regionale, che ha previsto come la procedura di Ivg farmacologica, di regola, venga effettuata in regime di day-hospital, salvo condizioni cliniche particolari o difficoltà logistiche per cui può essere previsto il ricovero ordinario”.

Per il capogruppo centrista, quella contenuta nella mozione, rappresenta “un'apertura orientata da buon senso e prudenza, che oltre a garantire una maggiore e giusta tutela della salute della donna, consentirebbe di aprire un confronto più sereno su un tema 'sensibilmente' delicato, verificando al tempo stesso l'opportunità, all'esito della fase di sperimentazione, di apportare eventuali modifiche alle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico regionale, nel caso in cui il protocollo farmacologico e di assistenza da esso indicato, non risulti effettivamente idoneo a tutelare la salute psico-fisica della donna che si sottopone alla procedura di IVG farmacologica”.

Secondo Monacelli “il confronto è stato fatto in modo tardivo e parziale da parte dell'assessorato alla Sanità: l'audizione, infatti, - ricorda - si è svolta solo lo scorso 29 novembre, e risulta che in quell'occasione il Comitato tecnico non abbia saputo dare alcuna spiegazione scientifica e tanto meno giuridica a giustificazione della propria distinzione rispetto all'Aifa, al CSS e alle linee guida del Ministero della Salute”.

“Se anche il Presidente Brega – osserva Monacelli - arriva a dire che in quella sede 'alcuni rappresentanti dell'assessorato alla Sanità avrebbero tenuto un approccio ideologico in difesa delle proprie posizioni e di chiusura nei confronti delle associazioni che volevano far sentire le proprie idee', vuol dire che non mi ero sbagliata quando in Aula, durante il dibattito sulle mozioni presentate, in materia, dalle opposizioni, e nei giorni successivi, ho denunciato che datate ragioni ideologiche avevano avuto la meglio sulla necessità di rispettare integralmente la legge n.194/78”.

“In quella occasione – aggiunge il capogruppo Udc - i tre consiglieri: Smacchi, Barberini, Brega, si erano già smarcati dalla posizione di maggioranza, esprimendo il proprio dissenso con una timida uscita dall'Aula. Avrei apprezzato una scelta più chiara come quella espressa oggi, della quale prendo atto comunque con soddisfazione, in quanto mossa dalle stesse motivazioni e condotta con criteri di giudizio del tutto simili”.

Monacelli dice, in conclusione, di “non misurare l'interesse sugli argomenti a partire dalle primogeniture: ho più a cuore – spiega - invece la tutela della salute della donna e la difesa della vita, entrambe immolate sull'altare di un'ideologia mascherata di finta libertà, che lascia questa regione ancorata al passato e lontana dai reali bisogni delle persone”. RED/as


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