RU 486: “BENE LA SOMMINISTRAZIONE IN DAY HOSPITAL. SCELTA IN LINEA CON LA LEGGE 194 E RISPETTOSA DEL PRINCIPIO DI LIBERTA' DELLA DONNA” - NOTA DI STUFARA (CAPOGRUPPO PRC-FED.SIN.)
Il capogruppo di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra, Damiano Stufara plaude alle linee guida adottate dalla Giunta regionale in merito alla modalità di somministrazione della pillola abortiva RU 486 che prevedono venga effettuata “in regime di ricovero in day hospital, salvo condizioni cliniche particolari per le quali si può prevedere il ricovero ordinario”. Per Stufara, questa scelta, oltre ad essere “in linea con la legge 194, rispetta il principio di libertà di scelta della donna”. Il capogruppo di Rifondazione comunista esprime comunque preoccupazione ed invita l'Esecutivo regionale “a farsi carico del problema” perché - spiega - “circa l’80 per cento del personale medico è obiettore di coscienza e una donna che chiede una interruzione volontaria della gravidanza, in media, aspetta 3 o 4 settimane”.
(Acs) Perugia, 11 novembre 2010 - “Bene le linee guida recepite dall'Esecutivo regionale disciplinanti l'interruzione volontaria di gravidanza con l'utilizzo del farmaco RU486 che dispongono come la procedura di interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico venga di norma effettuata in regime di ricovero in day hospital, salvo condizioni cliniche particolari per le quali si può prevedere il regime di ricovero ordinario”.
Così il capogruppo di Rifondazione comunista, Damiano Stufara che, in una nota, evidenzia la condivisione del suo gruppo politico sulle scelte adottate in merito dalla Giunta regionale “in linea con la legge 194 e rispettosa del principio di libertà di scelta della donna”.
“Sono stati respinti – aggiunge - i tentativi dell'opposizione di centro-destra di aprire, anche nella nostra regione, una stagione reazionaria. Le mozioni presentate dalle opposizioni hanno riaperto uno scontro sulla questione dell'aborto garantito dalla legge 194.Uno scontro pericoloso, - fa notare Stufara - tanto più che, come ho ricordato in Aula, si tratta di una legge mai del tutto applicata nelle sue articolazioni, anzi sempre sotto attacco, e oggi più che mai, a partire dalla cosiddetta obiezione di coscienza”.
Il capogruppo di Rifondazione comunista fa quindi sapere che “in Umbria, una donna che chiede un' interruzione volontaria della gravidanza, in media, aspetta 3 o 4 settimane, e questo perché sono solo 2 su 10 gli operatori della sanità (ginecologhe/i, ostetriche, infermiere/i professionali) che si occupano di questo problema, essendo circa l’80 per cento del personale medico obiettore di coscienza”.
“Ed è per questo – continua Stufara - che il Gruppo consiliare di Rifondazione comunista per la Federazione della sinistra ha sollecitato la Giunta a farsi carico del problema che di fatto rende l’interruzione volontaria di gravidanza un percorso ad ostacoli. Riteniamo che la Giunta, e nello specifico l' assessorato alla sanità, - conclude - debbano considerare, come obiettivo primario, la messa in campo di iniziative di verifica e di monitoraggio per accertare il verificarsi o meno di gravi violazioni della legge 194/78 e di iniziative volte a rendere effettivo quanto prescritto dall’art. 9 della legge, per garantire la presenza di personale sanitario non obiettore in ogni struttura ospedaliera del territorio umbro”. RED/as