Regione Umbria - Assemblea legislativa


SANITA’: “SERI RISCHI CHE IL SERVIZIO 118 DELL’ASL 1 SIA AFFIDATO A COOPERATIVE DI FUORI REGIONE” – LIGNANI MARCHESANI (PDL): “CON UNA GARA D’APPALTO AL MASSIMO RIBASSO POSSIBILE SCADIMENTO QUALITATIVO”

In sintesi

Il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) invita la Regione a verificare, nel rispetto della legge e della trasparenza delle gare d’appalto, se vi siano rischi che i vincitori della gara per il servizio 118 della Asl numero 1, che saranno resi noti l’8 novembre dopo l’apertura delle buste, “siano in grado di gestire un ambito sanitario così delicato senza scadimento della qualità del servizio stesso”. Infatti, rileva il consigliere del Pdl, cooperative “provenienti dal Meridione, con scarsa conoscenza del territorio e soci lavoratori sotto pagati rispetto ai contratti in essere della Croce Rossa, attuale gestore del servizio, non assicurano lo stesso livello offerto dai lavoratori umbri che hanno fin qui svolto tali mansioni. “Se ne ricorressero gli estremi – afferma – non si può escludere nemmeno l’estrema ratio dell’annullamento della gara, perché in ballo c’è la salute dei cittadini ed il livello dei servizi di un intero territorio”.

 

 (Acs) Perugia, 27 ottobre 2010 – “Il prossimo 8 novembre si apriranno le buste per la gara d’appalto del 118 della ASL1: i rischi che vincitori risultino cooperative provenienti dal Meridione d’Italia, con scarsa conoscenza del territorio e con soci lavoratori sotto pagati rispetto ai contratti in essere in Croce Rossa (attuale gestore del servizio), è assolutamente concreto”. Lo afferma il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl), secondo il quale “la complessità del bando e il sopraggiungere di sentenze amministrative nazionali hanno messo in seria difficoltà le realtà territoriali della Croce Rossa e della pubblica assistenza tifernate e, di fatto, la contesa è attualmente tra una pubblica assistenza di provenienza campana ed una cooperativa proveniente dalla stessa regione: la prima comunque garantirebbe la forza lavoro locale oggi in forza alla Croce Rossa con contratti di lavoro subordinato, la seconda, nel migliore dei casi, ridimensionerebbe il potere d’acquisto e la motivazione del personale oggi in servizio o, addirittura, ne potrebbe prevedere la sostituzione parziale o totale. Di fatto, però, l’incognita rimasta oggi è esclusivamente l’offerta economica e conseguentemente il massimo ribasso è certamente più alla portata di una cooperativa piuttosto che di un’associazione”.

“A prescindere dai meriti dei partecipanti e da questa contingenza – prosegue Lignani - si dovrebbe però riflettere perché, dopo la zootecnia e l’edilizia, anche nei servizi sanitari l’Umbria diventi meta di colonizzazione da parte di regioni che, almeno a casa loro, non brillano certo per il livello dei servizi. È legittimo, in questa situazione, domandarsi se il bando avesse potuto privilegiare maggiormente aspetti qualitativi rispetto a quelli meramente economici e soprattutto se le istituzioni, Comune e Regione in testa, abbiano interagito con la dirigenza della Asl riguardo potenziali conseguenze di involuzione del servizio”.

“La legge e la trasparenza delle gare – conclude - vanno ovviamente rispettate, ma si deve chiarire, tanto più oggi, il margine di flessibilità sui parametri del bando e se detta gara abbia messo tutti i concorrenti in grado di poter competere riguardo tempistica, documentazione e dotazioni offerte. Una verifica tanto più doverosa, che riguarda anche lo stato della normativa regionale sull’accreditamento anche di questi servizi di territorio e una sua potenziale evoluzione e che non deve precludersi, se ne ricorressero gli estremi, nemmeno l’estrema ratio dell’annullamento della gara, perché in ballo c’è la salute dei cittadini ed il livello dei servizi di un intero territorio”. RED/pg


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