SALUTE: “L’UMBRIA FU LA PRIMA REGIONE ITALIANA AD ISTITUIRE UN CENTRO REGIONALE DI FIBROSI CISTICA GRAZIE AL DOTT. PENNONI PRESSO L’OSPEDALE DI GUALDO TADINO” – NOTA DI MONACELLI (UDC)
(Acs) Perugia, 15 ottobre 2010 – “Con la legge dello Stato n.548/1993, venne istituito in ogni regione italiana un Centro regionale di Fibrosi cistica , specializzato nella cura, nella diagnosi e nell'assistenza dei malati. La Regione dell'Umbria fu la prima a dare piena attuazione alla legge, grazie all'esperienza e all'eccellente attività che in quegli anni veniva esercitata dal dott. Vincenzo Pennoni nell'ospedale di Gualdo Tadino”. E’ quanto sottolinea, in una nota, il capogruppo dell’Udc, Sandra Monacelli in occasione della VIII Settimana nazionale della ricerca sulla Fibrosi cistica “che giunge al culmine domani”. Monacelli ricorda come la Fibrosi cistica rappresenti “una delle più note malattie genetiche gravi che colpisce nel mondo oltre 70mila persone. Grazie ai progressi della ricerca e delle cure, - fa sapere - i bambini che nascono oggi con questa malattia hanno un'aspettativa media di vita di oltre 40 anni, mentre non superavano l'infanzia cinquanta anni fa, quando la malattia fu scoperta e si cominciò a curarla. In Italia – continua il capogruppo dell’Udc - esistono oggi 39 centri operativi che a garanzia di un corretto trattamento di questa grave malattia, offrono: assistenza medica, prevenzione, servizi di fisioterapia, dietologia, assistenza sociale e psicologica. Quello umbro – rimarca ancora l’esponente centrista - grazie all'esperienza maturata e alla passione degli operatori, sopravvissuti a tagli e ristrettezze economiche, continua la sua opera presso l'ospedale di Branca”.
L’auspicio di Sandra Monacelli e che “la giornata di domani, dedicata alla Fibrosi cistica, oltre a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla necessità del sostegno alla ricerca scientifica, determini contestualmente una maggiore attenzione della politica sanitaria regionale verso l'unico centro di fibrosi cistica dell'Umbria, garantendo risorse e personale qualificato, necessario e fondamentale – conclude - per alimentare la speranza. Quella che va oltre il bisogno delle cure, oltre la vita di tutti i giorni e che coltiva il sogno più forte di tutti i malati: poter guarire”. RED/as