Regione Umbria - Assemblea legislativa


PILLOLA RU486: “SI AVVII SUBITO IL CONFRONTO SULLE LINEE GUIDA DEL COMITATO SCIENTIFICO” – INTERROGAZIONE DI ZAFFINI (PDL) CHE RENDE NOTI I CONTENUTI DELLA DELIBERA DELLA GIUNTA REGIONALE

In sintesi

Il consigliere regionale del Pdl, Franco Zaffini interviene sulla questione relativa ai protocolli di applicazione della pillola RU486 nelle aziende sanitarie umbre e, con una interrogazione, chiede all’assessore regionale alla sanità quando intenda attivare la partecipazione sulle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico “secondo quanto stabilito con propria delibera di Giunta n. 1124 del 26 luglio scorso,  e nell’attesa di ciò, se non intenda rivedere le numerose anomalie riscontrate”. Zaffini stigmatizza l’operato della Giunta regionale sia per le modalità e i tempi di adozione dell’atto, sia per i contenuti che denunciano, a suo dire, “un palese mancato rispetto delle linee-guida nazionali,  che non tengono conto della necessità di garantire la salute della donna che si sottopone alla procedura di Ivg farmacologica ”.

(Acs) Perugia, 23 settembre 2010 - Il consigliere regionale del Pdl, Franco Zaffini interviene sulla questione relativa ai protocolli di applicazione della pillola RU486 nelle aziende sanitarie e, con una interrogazione, chiede all’assessore regionale alla sanità quando intenda attivare la partecipazione sulle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico “secondo quanto stabilito con delibera di Giunta n. 1124 del 26 luglio scorso,  e nell’attesa di ciò, se non intenda rivedere le numerose anomalie riscontrate”.

 

Zaffini, nel sottolineare l’urgenza dell’avvio del confronto “che è già gravissimo in ritardo visto che era stato indicato il mese di settembre”, stigmatizza l’operato dell’Esecutivo regionale parlando di “consueta subdola abitudine a deliberare in merito a questioni di rilievo in piena estate o in pieno periodo natalizio sperando che nessuno se ne accorga”. 

L’esponente del Pdl, denunciando “il palese mancato rispetto delle linee-guida nazionali nell’atto di Giunta”, entra quindi nel merito della questione ricostruendo la genesi e i contenuti dell’atto amministrativo. “La Giunta – spiega - ha provveduto, con delibera n. 734 del 17 maggio scorso, a costituire un Comitato tecnico scientifico per l'introduzione, nei servizi delle Aziende Sanitarie della Regione Umbria, delle tecniche di interruzione di gravidanza con metodica medica. Successivamente – aggiunge Zaffini – con atto n. 1124 del 26 luglio la Giunta ha deliberato di prendere atto delle linee guida predisposte dal Comitato tecnico scientifico e di avviare, entro il mese di settembre, la fase di partecipazione e confronto con le società scientifiche, con le associazioni degli utenti e con gli organismi di pari opportunità sui contenuti delle suddette linee guida”.

E sulle linee-guida Zaffini rileva come queste disattendano “sia le Linee di indirizzo ministeriali approvate il 24 giugno scorso, sia  i tre pareri del Consiglio Superiore della Sanità (del 2001, 2004 e 2005) riguardo alla necessità che, ai fini della tutela della salute della donna, l’interruzione di gravidanza con metodica medica sia eseguita esclusivamente in regime di ricovero ordinario e che la  donna sia trattenuta fino ad aborto avvenuto. Tutt’altro – sostiene Zaffini - è invece quello che viene previsto nella citata delibera di Giunta regionale 1124. In particolare, si prevede che la procedura di Interruzione volontaria di gravidanza farmacologica (formato umbro) sia effettuata in regime di day hospital con le seguenti modalità: primo giorno somministrazione del Mifepristone per via orale e degenza di minimo tre ore; secondo giorno controllo ecografico e valutazione generale solo per le donne che si presentano per richiedere assistenza per sintomi significativi; terzo giorno somministrazione del Misoprostolo per via orale e osservazione della donna per un tempo non inferiore a 4 ore”.

Il consigliere Zaffini rileva poi che il suddetto regime di day hospital  “prevede addirittura di dimettere la donna fra la prima e la seconda somministrazione e di rivederla soltanto al quattordicesimo giorno per verificare l’avvenuto aborto “domiciliare. Tutto questo – conclude Zaffini – fa ritenere ritenuto il contenuto della delibera 1124/2010 gravemente lesivo rispetto alla necessità di garantire la salute della donna che si sottopone alla procedura di Ivg farmacologica”. RED/tb


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