ECONOMIA: “DALLA GREEN ECONOMY UNA SCOSSA PER L’UMBRIA. LA MERLONI AL CENTRO DELLA GREEN VALLEY UMBRA. LA POLITICA SIA AL PASSO COI TEMPI E CON LE NUOVE ESIGENZE” – NOTA DI SMACCHI (PD)
Il consigliere regionale Andrea Smacchi (PD) indica nella creazione di una “green valley” umbra la soluzione di molti dei problemi legati all’attuale crisi economica, anche di vertenze difficili come quella della Merloni. Secondo Smacchi le città umbre non sono soltanto patrimoni storico-culturali e di ambiente naturale, ma con i prodotti tipici ed artigianali, la loro coesione sociale e la qualità della vita rappresentano piattaforme di partenza impareggiabili per cogliere le sfide della nuova economia, e le istituzioni devono rendere “semplici e snelle” le procedure di autorizzazione per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili e che producono “reali risultati sul fronte del risparmio”, quindi promuovere la qualità delle imprese e puntare su quelle che ambiscono all’eccellenza.
(Acs) Perugia, 6 agosto 2010 – Nel settore della green economy ci sono circa 1 miliardo di euro a disposizione per finanziare progetti basati sulle energie rinnovabili, un mercato pronto già da tempo ad incrementare gli investimenti sulla nostra Regione, per cui occorre creare una sinergia proficua tra investitori, legislatore e dirigenti pubblici”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (PD), membro della Seconda commissione consiliare di Palazzo Cesaroni che ieri ha ascoltato in audizione alcuni imprenditori del settore. “Gli apparati pubblici – secondo Smacchi - devono sopperire presto alla carenza formativo-culturale sulla green economy, in modo da offrire agli imprenditori ed alle aziende che vogliono investire un quadro normativo stabile che gli consenta di programmare una strategia di medio-lungo periodo. Quando si parla di green economy – continua - si parla di un metodo innovativo di fare impresa e di produrre beni e servizi; ad esempio la stessa Fiat non sarebbe mai approdata negli USA se non avesse investito su progetti che oggi consentono di produrre auto a bassissime emissioni. Quando si parla di Fiat si parla anche di tutte quelle piccole aziende meccaniche presenti nell’Alta Umbria che producono stampi e componentistica proprio per questa grande multinazionale. Per fronteggiare la crisi – prosegue - occorre dunque agire sia difendendo le aree della regione che rischiano di rimanere indietro, sia individuando strategie e settori economici per rilanciare l’economia”. “Temi come il risparmio energetico, le fonti rinnovabili, l’edilizia – secondo Smacchi - incrociano inevitabilmente la green economy, ecco quindi il bisogno di scommettere sull’innovazione, sulla conoscenza, sulla qualità. Supportare principalmente quelle aziende che fanno della responsabilità sociale e dell’innovazione i loro principi fondanti è possibile anche in Umbria dove, a differenza dei grandi distretti industriali produttivi modello Nord Italia, si producono beni da esportare nel mondo all'ombra dei campanili. Città che sono patrimoni storico-culturali di tutti, ambiente naturale, prodotti tipici, prodotti artigianali, coesione sociale, buona qualità della vita, rappresentano una piattaforma di partenza impareggiabile in Italia. La nostra piccola e media impresa potrebbe cogliere questa nuova esigenza, che anche i consumatori iniziano a sentire, di attenzione all’ambiente, scommettendo ancora una volta sulla propria creatività e abilità nel proporre prodotti maggiormente eco-compatibili. E’ arrivato il momento della sfida perché la governance economica e quella istituzionale si intreccino a tutti i livelli, da quello europeo fino ad arrivare ai contesti locali. Fulcro odierno della produzione industriale ed artigianale è la conoscenza e la formazione sull’innovazione, affinché le imprese possano produrre beni e servizi ad alto contenuto innovativo diramandoli velocemente nelle mille direzioni del mercato globale”. “Il sistema produttivo della Regione – afferma il consigliere del PD - si deve presentare come un insieme di tanti soggetti imprenditoriali dinamici, innovativi, posizionati anche in nicchie di prodotto altamente specialistiche ma in forte connessione tra loro. La vertenza della Merloni potrebbe essere la prima occasione di questa nuovo modo di affrontare le crisi, parare il colpo grazie agli ammortizzatori sociali e poi ripartire di slancio verso nuovi obbiettivi che riescano a cambiare il modo di fare impresa e che adeguino anche la politica alle nuove prospettive”.
“Credere nella nascita di una Green Valley Umbra – conclude - che abbia al centro della produzione la zona reindustrializzata della Merloni e che coinvolga tutta l’area dell’Eugubino-Gualdese, è un dovere delle Istituzioni, chiamate a guardare lontano con coraggio, accettare di affrontare le sfide difficili e renderle semplici per il futuro benessere dei cittadini. Nella meccanica e nell’indotto dell’auto questo processo è fondamentale per rimanere leader, nel settore della ceramica si potrebbe pensare ai prodotti detti di ‘sanificazione’, nel tessile al investimenti sulle fibre naturali a tutto vantaggio dei nostri agricoltori, nel legno-arredamento a produrre materia prima per il mondo dell’edilizia e delle costruzioni, nella chimica seguire la strada prospettata dalla Novamont, insomma dotarsi di un sistema economico che sia in grado di creare sinergie tra l’industria, gli agricoltori, i produttori ed i territori. La Regione deve rendere semplici e snelle le procedure di autorizzazione per gli impianti che utilizzano fonti rinnovabili e che producano reali risultati sul fronte del risparmio, promuovere la qualità delle imprese e puntare su quelle che ambiscono all’eccellenza, elevando la loro dinamicità e la loro innovazione tecnologica fornendo agli investitori, sia nazionali che internazionali, la consapevolezza che il territorio dispone di un’offerta valida e supportata”. RED/pg