CONSIGLIO REGIONALE (5): L'ASSEMBLEA DISCUTE LA RIFORMA DELL'AZIENDA REGIONALE PER L'EDILIZIA RESIDENZIALE – SVOLTE LE RELAZIONI DI MAGGIORANZA E MINORANZA, DIBATTITO IN CORSO
(Acs) Perugia, 30 luglio 2010 – Con le relazioni di maggioranza e minoranza, svolte da Luca Barberini e Andrea Lignani Marchesani, il Consiglio regionale ha avviato la discussione del disegno di riforma dell'Ater regionale. Gli interventi si concluderanno nel pomeriggio con il voto dell'Aula.
Il disegno di legge della Giunta è stato illustrato da LUCA BARBERINI (PD): “UNA LEGGE CON OBIETTIVI CHIARI, PRECISI E DI INDUBBIA UTILITÀ PER IL TERRITORIO REGIONALE - L'attuale situazione socio economica, le manovre messe in atto dal Governo per il superamento della crisi, la riduzione sensibile delle risorse disponibili richiedono anche alla nostra amministrazione una riflessione attenta ed oculata sull'organizzazione della macchina pubblica regionale, sulle potenzialità di semplificare l'azione politico-amministrativa nonché sugli strumenti che possano ridurre la spesa derivante dall'attuale impianto. Il disegno di legge all’esame dell’Aula ha obiettivi chiari, precisi, verificabili e di indubbia utilità per il territorio regionale e per gli umbri: razionalizza, rende efficiente e potenzia il sistema, con l’unificazione della struttura unica regionale. Con l’unificazione vengono valorizzate appieno le competenze e professionalità maturate dalle due strutture in questi anni per aumentare la qualità dei servizi prestati; riduce i costi della politica, della governance politica dell’azienda, con la soppressione, per effetto della riunificazione di un consiglio di amministrazione e di un collegio dei revisori; prevede nuove attività quali la possibilità di gestire il patrimonio immobiliare di edilizia residenziale pubblica di proprietà degli enti locali, la partecipazione a fondi immobiliari, destinati alla realizzazione di alloggi sociali ed alla riqualificazione urbana e l’espletamento di compiti affidati dalla Regione, ivi compreso le attività finalizzate a promuovere ed incentivare la locazione di immobili di proprietà privata; indica un unico direttore generale con un risparmio del costo del 50 per cento; coinvolge gli enti locali cui è riservata la nomina di tre componenti del consiglio di amministrazione, (1 del Comune di Perugia, 1 del Comune di Terni ed 1 nominata dalla sezione regionale dell’Anci). Ci sarà dunque una unica Ater regionale, articolata in due unità operative ubicate nelle città di Perugia e Terni e con sede legale nella città di Terni e con competenze più aderenti alle necessità che emergono; sostanzialmente a soddisfare le esigenze abitative dei nuclei familiari che si trovano in condizioni socio economiche svantaggiate. Le funzioni dell'Ater regionale sono ampliante rispetto agli attuali Ater provinciali, ad esempio si prevedono la realizzazione di interventi edilizi per la locazione permanente o temporanea per un periodo non inferiore a 8 anni e l'esecuzione di interventi sperimentali e programmi a contenuto innovativo con riferimento al risparmio energetico ed al riutilizzo di fonti rinnovabili. Ci sarà una riduzione dei costi: di quelli della politica, con un unico consiglio di amministrazione di 5 membri, un solo presidente e 3 revisori dei conti, ai quali viene corrisposta rispettivamente: una indennità mensile di carica in misura pari all'8 per cento dell'indennità mensile lorda dei consiglieri regionali ai componenti del Consiglio di amministrazione; una indennità mensile di carica in misura pari al 30 per cento dell'indennità mensile lorda dei consiglieri regionali al presidente; una indennità al lordo delle ritenute di legge, nei limiti delle tariffe ai revisori contabili; di quelli del personale, con un unico direttore generale, nominato dal consiglio di amministrazione, al quale viene corrisposta un trattamento economico non superiore al 70 per cento di quello previsto per i direttori della Regione. Le risorse finanziarie a disposizione dell'Azienda per il raggiungimento dei propri obiettivi sono: finanziamenti assegnati dall'Unione Europea, dallo Stato, dalla Regione e dagli Enti locali, dai canoni di locazione degli immobili di proprietà o in gestione, dai proventi derivanti dalla eventuale alienazione del patrimonio immobiliare, dai fondi provenienti dall'assunzione di mutui o di qualsiasi altra forma di accesso al credito nonché da altre entrate derivanti da lasciti, legati e donazioni e da eventuali entrate derivanti dall'attività imprenditoriale”.
Dopo la relazione di maggioranza il consigliere Rocco Valentino (Pdl) ha posto una questione procedurale: “questa proposta di legge non è passata dal Comitato per la legislazione, mentre il regolamento interno lo impone. Chiedo che l'atto venga rinviato in Commissione e che il Comitato esprima il suo parere obbligatorio”. Una eccezione sostenuta dal consigliere Mantovani ma respinta dal presidente Eros Brega, secondo cui “essendo trascorsi 20 giorni dalla trasmissione dell'atto al Comitato per la legislazione, si intende approvato per silenzio assenso e può essere discusso in Aula”. Luca Barberini ha sottolineato che “il Comitato per la legislazione si è riunito il 13 luglio e ha preso in esame vari atti, tra cui quello della riforma dell'Ater. In quella sede il Comitato non ha espresso osservazioni e non ha ritenuto di dover inserire clausole valutative”.
LIGNANI MARCHESANI (relatore di minoranza - PDL): “ABBIAMO STILATO UNA PROPOSTA CHE DISEGNA UN'ALTRA IDEA DELL'UMBRIA, ALTERNATIVA E REALISTICA - Fa un certo effetto che il consigliere Barberini, presidente del Comitato legislativo, sia relatore di maggioranza di questa legge senza però aver sentito il bisogno di convocare il Comitato per analizzarla ed esprimere un parere. Evidentemente o ci troviamo di fronte ad un vulnus procedurale oppure tutto questo dimostra che questo provvedimento non razionalizza e non taglia nulla, ma interviene in modo molto blando sulla spesa pubblica. Se andassimo ad analizzare le procedure di assegnazione e gestione delle case popolari ci troveremmo di fronte ad un mondo molto lontano da questi palazzi e pieno di criticità. Non abbiamo voluto rincorrere la maggioranza nell'elaborazione di un testo privo di vera innovazione, abbiamo preferito fornire agli umbri una soluzione alternativa, presentando un testo completamente diverso, anche grazie alla competenza dimostrata dagli uffici del Consiglio. Un maxi emendamento che va oltre questa mini riforma (non condivisa dai lavoratori delle Ater), che contiene proposte radicalmente alternative, che affrontano un orizzonte complesso”. [vedi scheda n.2]
SCHEDA (1): LE FUNZIONI DELLA NUOVA ATER UNICA REGIONALE L'Ater dovrà provvedere alla realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica, mediante il recupero, l'acquisto o la nuova costruzione di immobili, destinati alla locazione permanente a favore delle fasce sociali più deboli (con un canone determinato ai sensi del decreto 22 aprile 2008); alla realizzazione, alla stessa stregua di operatori privati, di interventi di edilizia residenziale, eventualmente assistiti da contributi o agevolazioni pubbliche, mediante il recupero, l'acquisto o la nuova costruzione di immobili, destinati alla locazione temporanea, per un periodo non inferiore a otto anni; alla gestione del patrimonio di edilizia residenziale pubblica, anche di proprietà degli enti locali; alla eventuale alienazione del patrimonio di proprietà, ai sensi della normativa regionale vigente e dei programmi di vendita adottati dalla Giunta; alla realizzazione, acquisto o recupero, con risorse proprie, di unità immobiliari ad uso residenziale destinate prevalentemente alla locazione a canone concordato, allo scopo di soddisfare le esigenze abitative manifestate da particolari categorie sociali, nonché di unità immobiliari ad uso non residenziale; alla redazione di progetti ed alla realizzazione di interventi edilizi, opere di urbanizzazione ed infrastrutture affidati dalla Regione, da enti locali e da altri soggetti pubblici e privati; alla erogazione di servizi di assistenza e consulenza tecnica ed amministrativa retribuita agli enti locali ed enti pubblici, per lo svolgimento dell'attività e per la gestione dei servizi di loro competenza, assumendone anche la diretta realizzazione e gestione; alla partecipazione, quale soggetto promotore e/o attuatore, alle iniziative riguardanti i programmi di riqualificazione urbana, comunque denominati; alla esecuzione di interventi sperimentali e programmi di contenuto innovativo con particolare riguardo alle tecniche costruttive, al risparmio energetico ed all'utilizzo di fonti di energia rinnovabile nonché alla gestione degli immobili; all'espletamento dei compiti e delle funzioni affidati dalla Regione, ivi comprese le attività finalizzate a promuovere ed incentivare la locazione di immobili di proprietà privata; alla gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare della Regione destinato o destinabile alla residenza con apposito atto della Giunta.
SCHEDA (2): IL MAXI EMENDAMENTO DELL'OPPOSIZIONE Il pacchetto di emendamenti presentati da Pdl e Lega prevede: la soppressione delle due Ater provinciali; l'allocazione in capo alla Regione della programmazione e del coordinamento degli interventi, delle iniziative in materia di edilizia residenziale pubblica relative a nuove attività (in pratica l'assessorato decide dove e come prevedere nuovi insediamenti di edilizia popolare); l'attribuzione ai Comuni della gestione del patrimonio edilizio esistente, compresa la liquidazione del patrimonio (con vincoli precisi per la gestione dei proventi); il trasferimento delle risorse umane e strumentali a Regione, Provincie e Comuni, garantendo la continuità del rapporto di lavoro; la riduzione dei componenti della commissione tecnica e l'abolizione del gettone di presenza. Verrebbero trasferite alla Regione le seguenti funzioni amministrative, già esercitate dalle Ater: la realizzazione di interventi di edilizia residenziale, da destinare alla locazione permanente a favore delle fasce sociali più deboli, con un canone determinato ai sensi del d.m. 22 aprile 2008; la programmazione ed il sostegno alla realizzazione da parte di operatori privati di interventi di edilizia residenziale, mediante il recupero, l'acquisto o la nuova costruzione di immobili, destinati alla locazione temporanea, per un periodo non inferiore a otto anni, con un canone determinato ai sensi del d.m. 22 aprile 2008; la progettazione con propria struttura e la realizzazione di interventi edilizi, opere di urbanizzazione ed infrastrutture affidati dalla Regione, da enti locali e altri enti pubblici; l'assistenza tecnica ed amministrativa agli enti locali ed enti pubblici, per lo svolgimento dell'attività e per la gestione dei servizi di loro competenza, assumendone anche la diretta realizzazione e gestione; il contributo e sostegno all’acquisto, con risorse proprie, di unità immobiliari ad uso residenziale destinate prevalentemente alla locazione a canone concordato, allo scopo di soddisfare le esigenze abitative manifestate da particolari categorie sociali, nonché di unità immobiliari ad uso non residenziale, destinate alla locazione per finalità pubbliche; la partecipazione, quale soggetto promotore e/o attuatore, alle iniziative riguardanti i piani di riqualificazione urbana comunque denominati; l'esecuzione di interventi e programmi di contenuto innovativo con particolare riguardo alle tecniche costruttive. Spetterebbero alle Province la gestione ed il recupero del patrimonio abitativo di proprietà delle Province e l’alienazione del patrimonio di proprietà provinciale, sulla base dei programmi di vendita adottati dalla Giunta regionale. Sarebbero trasferite ai Comuni (sulla base di direttive della Giunta regionale): la gestione ed il recupero del patrimonio abitativo di proprietà comunale e di quello dell'Ater; l'alienazione del patrimonio di proprietà comunale sulla base dei programmi di vendita adottati dalla Giunta regionale, anche in collaborazione con soggetti privati. MP/mp