Regione Umbria - Assemblea legislativa

 

(Acs) Perugia, 29 luglio 2010 - “Spero che il consigliere Stufara di Rifondazione comunista e l'assessore alla sanità Riommi non si offendano,ma non credo proprio che il loro pensiero sulla RU486 possa avere la stessa autorevolezza scientifica del parere espresso dal Consiglio superiore della sanità”. Così il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli, che si dice sicura del fatto che non spetta ai politici “sostenere l'inutilità della ospedalizzazione nella pratica abortiva farmaceutica. E più che lanciare allarmi ideologici di rischio reazionario, sarebbe necessario evitare la deriva del ‘diritto all'aborto a domicilio’”. Monacelli ricorda poi che l'art 117 della Costituzione “riconosce alle Regioni una potestà legislativa concorrente e non assoluta in materia sanitaria, e riserva allo Stato la determinazione dei principi fondamentali e quindi dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che debbono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Alla luce di ciò – conclude Monacelli - la Regione Umbria, in riferimento alle linee guida sulle modalità di utilizzo del farmaco RU486 non può adottare indirizzi che prevedano una forma di tutela della vita della donna inferiore a quella stabilita a livello nazionale”. RED/