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MORTI BIANCHE: “LA RITUALE CANTILENA SULLA PREVENZIONE NON È PIÙ ACCETTABILE” – NOTA DI GORACCI (PRC-FED.SIN.) SULLA MORTE DEL CITTADINO RUMENO DORIN MARIAN VASILE

In sintesi

Il vice presidente del Consiglio regionale, Orfeo Goracci (Prc-Fed.sin.), intervenendo in merito alla morte sul lavoro del cittadino rumeno, Dorin Marian Vasile, sottolinea la necessità che la politica “rifletta seriamente sulla considerazione in cui oggi, nel nostro paese, è tenuto il lavoro e su come siano percepite le vite di chi ancora di lavoro vive o tenta di sopravvivere”. Per Goracci “la fatalità e la causalità, riscontrabile in ogni singolo evento, non può consentire alla politica di eludere le questioni di fondo legate ad un ‘capitalismo’ che utilizza i momenti di crisi economica per dare una stretta di vite al mondo del lavoro subordinato”.

 

  (Acs) Perugia, 23 luglio 2010 – “La rituale cantilena sulla prevenzione non è più accettabile. L'ennesima morte sul lavoro, questa volta del giovane cittadino di nazionalità rumena Dorin Marian Vasile, obbliga la politica a riflettere seriamente sulla considerazione in cui oggi, nel nostro paese, è tenuto il lavoro e su come siano percepite le vite di chi ancora di lavoro vive o tenta di sopravvivere”. E’ quanto scrive, in una nota, il vice presidente del Consiglio regionale, Orfeo Goracci (Prc-Fed.sin.) che invita “la politica di sinistra a denunciare la subalternità del lavoro e dei lavoratori rispetto ai processi di accumulazione della strategia liberista, che chiede sempre più ad essi sacrifici, fino ad imporre loro l'accettazione di regole e modalità che fino a qualche anno fa non sarebbero state neanche proponibili, ad iniziare dai colossi industriali come Fiat”. Per Goracci “le vittime del lavoro sono il risultato di questa logica che appare inarrestabile e che, per il momento, non viene ostacolata da prese di posizione blande e generiche, che non affrontano il nodo ineludibile della inconciliabilità della massimizzazione dei profitti con la salvaguardia dei diritti e della sicurezza dei lavoratori”. “La fatalità e la causalità, riscontrabile in ogni singolo evento, - scrive il vice presidente del Consiglio regionale - non può consentire alla politica di eludere le questioni di fondo legate ad un ‘capitalismo’ che utilizza i momenti di crisi economica per dare una stretta di vite al mondo del lavoro subordinato. Quando poi l'evento tragico riguarda un cittadino non italiano, la cronaca ed i commenti scontano un ulteriore calo di interesse. Nell'edilizia e nei lavori più pesanti – denuncia Goracci - è sempre più frequente l'impiego di lavoratori non italiani e le vittime del lavoro sono sempre più spesso queste persone che, una parte della politica,non solo quella leghista, oltre a una parte di opinione pubblica, ritengono meno degne di nota e di salvaguardia”. “Questo – conclude l’esponente di Rifondazione comunista - non solo è inaccettabile, ma descrive bene il declino che il nostro paese, governato dal centro destra e dalla sottocultura leghista, ha imboccato verso l'imbarbarimento delle relazioni sociali, che scaricano sui più deboli e sugli ultimi, i costi del benessere egoistico di pochi”. RED/as

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