Regione Umbria - Assemblea legislativa


STUPRI: “REINTRODURRE MISURE CAUTELARI NEI CONFRONTI DI CHI COMMETTE QUESTO ODIOSO REATO” - ROSI (PDL) SOSTIENE LA POSIZIONE DEL MINISTRO CARFAGNA

In sintesi

Il consigliere regionale del Popolo della libertà Maria Rosi prende posizione a sostegno del ministro Carfagna circa la reintroduzione delle misure cautelari nei confronti di chi commette il reato di stupro. Per Rosi “si dovrebbe adottare una linea di tolleranza zero verso i crimini sessuali”.

(Acs) Perugia, 23 luglio 2010 - “Dovremmo far capire che le istituzioni sono dalla parte delle vittime che le vogliono tutelare. Mi batterò al fianco del ministro delle pari opportunità Mara Carfagna e dei cittadini affinché vengano rintrodotte misure cautelari nei confronti di chi commette il reato di stupro. Il mio impegno nella Regione sarà anche quello di promuovere all'interno di essa corsi di formazione per il personale di base delle forze dell’ordine; corsi da fare nelle scuole per rendere i bambini consapevoli dei propri diritti; informazione che vadano a consolidare percorsi già esistenti; campagne di informazione”. Lo afferma il consigliere Maria Rosi (Pdl) evidenziando che “in Italia 6 milioni 743 mila donne dai 16 ai 70 anni hanno subito violenze, di cui un milione e 150 mila nel 2006: 1.400.000 ragazze ha subito violenza sessuale prima dei 16 anni. Questi dati ci dovrebbero far riflettere sul fatto che non si può essere giustificazionisti davanti a chi commette stupro a donne bambini”. Rosi sostiene la necessità di “adottare una linea di tolleranza zero verso i crimini sessuali: il fatto che la maggiore incidenza di violenza sessuale sulle donne sia opera di mariti, fidanzati o partner, non può non portare a galla una situazione culturale nella quale la donna, lungi dall'essere sempre rispettata, diventa troppo spesso l'oggetto sessuale per mariti e partner violenti. Il problema della violenza sulle donne è un problema, oltre che
delinquenziale, di tipo culturale. Proprio per questo – spiega - è ancor più difficile per una donna denunciare il proprio stupratore, e ora lo sarà ancor di più se la vittima comincia a
pensare che il suo ‘carnefice’ possa tornare in libertà e farle di nuovo del male. La casistica ci dice che chi ha stuprato una volta tornerà a farlo di nuovo. Il reato sessuale a mio avviso è quello che più lede i diritti fondamentali delle donne e dei bambini, e per chi commette tali crimini ci dovrebbero essere misure drastiche e immediate”. Rosi conclude evidenziando che “come madre e come donna credo che la sentenza della Consulta abbia leso non solo i diritto della donna a essere libera, ma quello inviolabile della vita. La galera non è per le donne e per i bambini ma è per chi le violenta. Da Settembre farò una serie di iniziative proprio per la valorizzazione della figura femminile nella società moderna”. MP/mp  

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