SCUOLA: “LA REGIONE DOVRÀ GARANTIRE CORSI PROFESSIONALI A 260 RAGAZZINI CHE HANNO LASCIATO GLI STUDI DOPO LA PRIMA MEDIA” – BUCONI INVITA L'ASSESSORE E RIFERIRNE IN COMMISSIONE LUNEDÌ 19
Con una lettera indirizzata all'assessore Casciari il presidente della III Commissione Massimo Buconi invita il titolare dell'istruzione a riferire già nella audizione convocata per lunedì a Palazzo Cesaroni sul problema dei corsi di formazione professionale che la Regione deve garantire ai 260 ragazzi umbri che, sulla base della riforma della scuola, hanno deciso di abbandonare gli studi già in prima media.
(Acs) Perugia, 15 luglio 2010 – Fra i ragazzi umbri che nel passato anno scolastico hanno frequentato le prima media, ben 260 avrebbero scelto di abbandonare il percorso formativo dell'obbligo fino ai quattordici anni, scegliendo - sulla base della riforma Gelmini - di iscriversi ad un corso parallelo di formazione professionale che la Regione, per legge, dovrà organizzare e garantire.
Lo rivela il consigliere Massimo Buconi (Partito socialista) che nella veste di presidente della III Commissione ha formalmente chiesto all'assessore regionale all'istruzione Carla Casciari di riferire sul problema, già nel corso della audizione riservata ai membri della Commissione in programma per lunedì 19 luglio a Palazzo Cesaroni.
Buconi afferma: “Dalle notizie ufficiose in mio possesso risulterebbero 260 le richieste individuali di corsi paralleli fatte da ragazzini che nell'anno scolastico 2009-10 hanno frequentato la prima media optando a fine anno per la professione, e che per garantire loro questa possibilità servirebbero un milione e 100mila euro, a fronte di una disponibilità di soli 700mila, (previsti ma non ancora assegnati alla Regione) e comunque necessari a coprire il secondo e il terzo corso, iniziati ma non ancora ultimati.
Pur sottolineando l'assurdità della scelta nazionale in tema di politica scolastica che, “di fatto accorcia l'obbligo a 14 anni, annullando l'importantissima riforma della Scuola media unica, voluta dal primo centrosinistra nei primi anni '60”, Buconi ritiene che la Regione non possa esimersi dal garantire una risposta adeguata a quanti hanno deciso di lasciare gli studi per avviarsi verso il mondo del lavoro. GC/gc