RIFORMA ENDOREGIONALE: “DOPO LE PAROLE DELL’ASSESSORE TOMASSONI POCHI DUBBI SUL FALLIMENTO DELLE AZIONI PSEUDO RIFORMATRICI DEL PASSATO” – INTERVENTO DI LIGNANI MARCHESANI (PDL)
Il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) afferma che le parole dette dall’assessore al Bilancio Franco Tomassoni nell’audizione in Prima Commissione lasciano pochi dubbi sul fallimento della riforma endoregionale varata dalla Giunta Lorenzetti nel 2007. Secondo Lignani, l’assessore dimostra di aver recepito molte delle proposte dell’opposizione quando afferma la volontà di modificare il sistema dei quattro Ambiti territoriali in favore di un unico Ambito per rifiuti e acqua, e soprattutto sull’intento di ridare ai Comuni le competenze in materia di sociale che l’ultimo Piano aveva assegnato agli Ati. Per Lignani, inoltre, la presenza dei privati all’interno di una struttura di Ambito unica è una eventualità che, nell’attuale contingenza economica, non si può più escludere.
(Acs) Perugia, 15 luglio 2010 - “Non possiamo innovare in continuazione, corriamo il rischio di non essere credibili: queste le parole dell'Assessore Tomassoni nel corso dell'audizione in Prima Commissione sui futuri assetti istituzionali della Regione. Parole poi non suffragate da quanto effettivamente affermato che sostanzialmente sconfessa tutto l'impianto della riforma endoregionale del 2007 a suo tempo duramente contrastata dal Centrodestra”. Così il vicepresidente del Consiglio regionale Andrea Lignani Marchesani (Pdl) su quanto riferito in audizione dall’assessore al Bilancio a proposito della riforma endoregionale varata nel 2007 dalla precedente Giunta regionale. “Di fatto l'assessore – continua Lignani - ha recepito molte delle proposte dell'opposizione formulate nel corso della scorsa legislatura, dando il benservito e celebrando il de profundis del sistema a 4 Ambiti territoriali integrati. Ricapitolando, la Giunta prefigurerebbe un unico Ambito per rifiuti e acqua, ridarebbe le deleghe alle Asl in tema sanitario, ma soprattutto renderebbe ai Comuni le competenze in materia di sociale che erano state inopinatamente date agli Ati con il recentissimo Piano Sociale. Una vera e propria ‘autosconfessione’, vista l’oggettiva continuità tra i due Governi regionali della Ottava e Nona Legislatura. Cogliamo con soddisfazione – prosegue il vicepresidente del Consiglio - la fine di un sistema e di una pseudo riforma che doveva dare migliori servizi e migliori tariffe, non centrando nessuno dei due parametri. Giudichiamo altresì positivamente il ripristino della centralità dei Comuni, in quanto organi democratici, rispetto ad organismi tecnocratici quali gli Ati. Il Centrodestra vigilerà però sulla tempistica della nuova riforma e sugli effetti che la stessa potrebbe avere nel futuro degli umbri. Un Ati unico in materia di acqua e rifiuti – continua - è un passo avanti, ma si deve fare chiarezza su chi e con quale forma giuridica effettivamente gestirà questi servizi fondamentali. Una struttura unica può essere una risposta, ma la presenza dei privati all'interno della stessa è un’eventualità che, nell'attuale contingenza economica, non può essere esclusa. La gestione delle reti e degli impianti in mano esclusivamente pubblica in un periodo di effettiva scarsità di risorse e con una manutenzione deficitaria – secondo Lignani - non garantisce un'erogazione positiva del servizio e, cosa ancor più grave, nemmeno è sinonimo di minori costi per il cittadino utente, come stanno dimostrando gli inasprimenti tariffari degli ultimi anni”. “In ogni caso – conclude - preso atto del fallimento della riforma del 2007, è di tutta evidenza che si è perso tempo a danno delle Comunità umbre e che un fiore all'occhiello della Giunta Lorenzetti si è rivelato come una presa in giro elettoralistica nei confronti dei cittadini”. RED/pg