Regione Umbria - Assemblea legislativa


FAMIGLIA: FACOLTA’ DI DICHIARARE LA NASCITA DEL PROPRIO FIGLIO NEL COMUNE DI RESIDENZA DEI GENITORI ANCHE SE AVVENUTA IN LUOGO DIVERSO – MOZIONE DI SANDRA MONACELLI (UDC)

In sintesi

Con una mozione consiliare, il capogruppo e portavoce dell’Udc, Sandra Monacelli chiede alla Giunta regionale di attivarsi verso il Governo affinchè “venga ripristinato il naturale collegamento tra territorio di appartenenza e singole nascite”. L’esponente centrista sottolinea che anche in Umbria tale situazione, “dovuta alla razionalizzazione della rete ospedaliera e dei punti nascita, sta comportando il verificarsi del fenomeno in modo assai diffuso”. Vale a dire la registrazione della nascita in un luogo, molte volte diverso, dalla residenza reale della famiglia. Nella stesso atto, Monacelli invita anche la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica “a dare rapido seguito all'iter legislativo concernente le proposte di legge in materia di registrazione delle nascite nel comune di residenza dei genitori”.

 

(Acs) Perugia, 14 luglio 2010 – “La Giunta regionale si attivi presso il Governo affinché faccia proprie le iniziative normative utili a ripristinare il naturale collegamento tra territorio di appartenenza e singole nascite”. E’ quanto chiede, attraverso una mozione, il capogruppo e portavoce dell’Udc in Consiglio regionale, Sandra Monacelli che invita anche la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica “a dare rapido seguito all'iter legislativo concernente le proposte di legge in materia di registrazione delle nascite nel comune di residenza dei genitori”.

“Negli ultimi decenni, - scrive Monacelli - a seguito del progresso scientifico e tecnologico e dell'evoluzione del sistema sanitario pubblico, si sono assicurati migliori e uniformi livelli di assistenza e di sicurezza sanitaria a favore delle mamme e dei neonati, ma non sono stati risolti alcuni inconvenienti di tipo ‘burocratico’. L'esigenza di assicurare la migliore assistenza sanitaria possibile, oltre a quella di contenimento dei costi, - sottolinea il portavoce Udc - ha portato ad ‘accentrare’ innaturalmente le nascite, in passato sempre sparse su tutto il territorio, fino a circoscrivere tale possibilità solo ad alcuni grandi comuni. Anche in Umbria – ricorda Monacelli - tale situazione, aggiunta alla razionalizzazione della rete ospedaliera e dei punti nascita, sta comportando il verificarsi di questo fenomeno e quindi della progressiva scomparsa delle registrazioni di nascita nei comuni privi di ospedali predisposti allo scopo, così un gran numero di cittadini, da anni, risulta nato in un luogo diverso da quello di origine dei genitori, in un luogo di fatto estraneo ad eventi della propria adolescenza, crescita, dimora e spesso anche attività lavorativa”. Nell’atto, l’esponente dell’Udc rammenta anche “il proliferare di molteplici proposte di legge, presentate in varie legislature sia alla Camera che al Senato, circa la modifica dell'articolo 70 del regio decreto 9 luglio 1939, n.1238, riguardante l'ordinamento dello stato civile in materia di registrazione delle nascite nel comune di residenza dei genitori. Ma anche il percorso tracciato dalla legge 15 maggio 1997, n.127, che all'articolo2 sostituisce l'articolo 70 dell'ordinamento dello stato civile con una norma che conferisce ai genitori la facoltà di dichiarare la nascita del figlio nel comune di loro residenza allorquando essa sia avvenuta altrove”.

Per Sandra Monacelli è, quindi, “opportuno ripristinare il forte collegamento naturale tra territorio di appartenenza e singola nascita, solo occasionalmente e per pochi giorni interrotto, al fine di conseguire condizioni di salute più sicure e prevedendo la possibilità che sui registri dello stato civile e sulle conseguenti certificazioni sia correttamente indicato, come luogo di nascita, quello della comunità in cui ogni nuovo individuo è effettivamente ‘incardinato’. Per tutelare il diritto della persona al riconoscimento del luogo di origine della propria famiglia, - conclude - va data la possibilità di indicare all'atto di dichiarazione della nascita il luogo elettivo, vale a dire la residenza dei genitori invece del luogo effettivo, assicurando cioè alle sale parto una sorta di extraterritorialità”. RED/as


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