Regione Umbria - Assemblea legislativa


SCIOPERO CGIL DI VENERDÌ 25: “SÌ ALLA PROTESTA CONTRO IL GOVERNO; DA POMIGLIANO SEGNALI SULLA CONSAPEVOLEZZA DI CLASSE, DAI QUALI LA SINISTRA DEVE RIPARTIRE” - GORACCI (PRC) MOTIVA LA SUA ADESIONE

In sintesi

Orfeo Goracci, consigliere regionale di Prc e vice presidente della Assemblea di Palazzo Cesaroni, spiega le ragioni della sua “totale e completa” adesione allo sciopero indetto dalla Cgil per venerdì 25 giugno spiegando che, “governo e Fiat vogliono l’umiliazione dell’avversario e del lavoro”. A suo giudizio il 38 per cento di no, espresso dai lavoratori di Pomigliano contro l'accordo proposto dalla Fiat, dimostra che “la consapevolezza di classe non è del tutto sopita” e che da questo segnale la sinistra tutta deve ripartire per guardare al futuro.

 

(Acs) Perugia, 23 giugno 2010 – “Totale e completa adesione alla piattaforma indicata dalla Cgil, sia sul fronte della denuncia della inadeguatezza delle iniziative del governo Berlusconi rispetto alla crisi economica, sia sulla manovra aggiuntiva che scarica i costi dei provvedimenti imposti dall’Europa sul lavoro dipendente e sugli enti locali, con ricadute sui servizi ai cittadini, già pesantemente penalizzati dalle politiche dei governi succedutisi negli ultimi anni”.

Orfeo Goracci, consigliere regionale di Prc e vice presidente della Assemblea di Palazzo Cesaroni spiega le ragioni della sua adesione allo sciopero di venerdì 25 giugno ed aggiunge: “Pagano molti per garantire a pochi di essere sempre più ricchi: niente tassazione su patrimoni e rendite finanziarie, nessuna politica industriale, penalizzazione della ricerca e della cultura che tolgono futuro soprattutto ai giovani. L'azione del governo è iniqua ed ingiusta perché contemporaneamente lavora per smantellare e sovvertire i principi fondamentali della Costituzione repubblicana cancellando regole e legalità, mentre la Fiat a Pomigliano ha imposto, con l’insopportabilità del ricatto, condizioni che annullano diritti fondamentali dei lavoratori, stabiliti da leggi, contratti ed dalla stessa Costituzione”.

Nella convinzione che “Governo e Fiat vogliono l’umiliazione dell’avversario e del lavoro”, Goracci che considera “il 38 per cento dei no espressi dai lavoratori di Pomigliano al ricatto della Fiat, un segnale importante”, ammonisce: “Chi, a sinistra e nel sindacato, dice che Pomigliano sarà una eccezione fa finta di non sapere che questo precedente sarà utilizzato dai padroni e dalla destra per restringere democrazia e diritti per i più deboli”. Marchionne voleva un plebiscito, ma nonostante avessero la pistola puntata alla testa i lavoratori di Pomigliano dimostrano che la consapevolezza di classe non è del tutto sopita.

E’ da qui, conclude il consigliere che la sinistra, “comunque denominata ed ovunque collocata, deve ripartire per ricostruire un'idea di futuro e di società che torni a dare speranza a giovani e mondo del lavoro”. GC/gc


 


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