CONSIGLIO REGIONALE (4) – I PRIMI INTERVENTI DEL POMERIGGIO SUL PROGRAMMA DI GOVERNO
(Acs) Perugia, 9 giugno 2010 – Questi i primi interventi del pomeriggio sul Programma di governo della Giunta regionale:
GIANLUCA CIRIGNONI (LEGA NORD) – “AFFRONTARE LA CRISI E REALIZZARE IL FEDERALISMO LE PRIORITÀ PER L'UMBRIA. Ho apprezzato il preambolo delle linee programmatiche della presidente Marini nella parte in cui dichiara di voler sostenere la centralità e le funzioni del Consiglio regionale: staremo a vedere se davvero si eviterà di esautorare questa Assemblea rispettandone le prerogative.
Le sfide importanti per l'Umbria riguardano la crisi economica che sta colpendo l'economia mondiale come quella regionale, incidendo sulle piccole e medie imprese, sulle famiglie di operai e imprenditori, e costringendo il governo a fare una manovra finanziaria non rinviabile. La seconda sfida riguarda la riforma federalista voluta dalla Lega nord, una rivoluzione democratica che porta un messaggio per tutto il Paese. Con questa riforma saremo in grado di ridurre il debito pubblico italiano (tagliando i costi dello Stato) ed anche le spese di funzionamento delle Regioni.
La nuova Giunta si troverà a dover controllare la macchina amministrativa che la sinistra umbra ha sovradimensionato, ridurre le consulenze esterne che negli ultimi 5 anni sono cresciute, razionalizzare il sistema endoregionale, perseguire la riforma della pubblica amministrazione portando efficienza e trasparenza, sburocratizzandola e limitando i cavilli che ostacolano chi vuole fare impresa.
In 40 anni di governo di sinistra si è privilegiata un'Umbria spostata sul pubblico, marginalizzando le imprese che producono ricchezza e il sistema viario e dei trasporti. Agricoltura, turismo, piccola-media impresa e territori come l'Alto Tevere devono essere valorizzati per tornare ad essere una risorsa per l'Umbria.
Agevolare la collaborazione della scuola con il mondo del lavoro, portare l'università a fare sinergia con il mondo della produzione, modernizzare le infrastrutture per rendere competitiva la nostra regione: completare finalmente la E78, il Quadrilatero e non trasformare la E45 in autostrada, mettendola piuttosto in sicurezza chiedendo al governo centrale di prevedere un pedaggio che porti risorse alla nostra regione. Rivedere il Piano dei trasporti per quanto riguarda la ferrovia: l'alta velocità dovrebbe collegare l'aeroporto di S.Egidio e il suo bacino turistico con Roma. Chiudere il ciclo dei rifiuti pensando a nuovi sistemi di trattamento dei rifiuti, trasformandoli in una ricchezza e non mirare alla loro termovalorizzazione. Servono poi politiche di contrasto all'immigrazione clandestina, istituendo un Centro di identificazione ed espulsione anche in Umbria, puntando poi a favorire l'integrazione degli immigrati regolari nel rispetto della cultura umbra. Nei momenti di crisi i provvedimenti di emergenza devono riguardare in primo luogo i cittadini umbri, per ragioni di giustizia sociale. Non si può tollerare che Perugia rimanga una delle prime città d'Italia per il numero di morti per droga: alcuni quartieri del capoluogo hanno livelli di insicurezza preoccupanti. Al più presto dovrà essere ricostituita la Commissione contro le infiltrazioni criminali in Umbria”.
LUCA BARBERINI (PD) - “NEL PROGRAMMA DI LEGISLATURA LE MIGLIORI RISPOSTE POSSIBILI ALLA CRISI – Le linee programmatiche della presidente sono apprezzabili per due motivi: ricalcano i punti del programma elettorale premiato dagli elettori, confermando la validità degli impegni assunti con gli umbri, e prefigurano quanto di meglio si possa fare per dare una risposta al nostro territorio regionale. La crisi che stiamo attraversando ha origine nel non rispetto dei valori condivisi: è passata l'idea che tutto sia possibile e realizzabile, che si possa guadagnare senza lavorare e senza rispettare persone e territori.
I dati della crisi mondiale ci descrivono uno scenario italiano drammatico, con un incremento enorme della cassa integrazione e un crollo delle esportazioni. La risposta politica data dal governo è inadeguata, soprattutto se confrontata a quella delle altre capitali europee. L'Umbria non poteva uscire indenne da questo tsunami finanziario: la risposta può essere un federalismo utile e dunque diverso da quello del centrodestra. Un federalismo che avvicina cittadini ed istituzioni ma che sia solidale e pensato per sostenere i territori che sono più indietro. La manovra del governo farà venir meno la solidarietà regionale promuovendo un pericoloso egoismo territoriale. Oggi serve una politica in grado di confrontarsi e di capire le esigenze dei territori, in grado di fornire risposte di qualità, che rimetta al centro valori autentici. Apprezzo dunque l'intento di mettere la persona, la solidarietà, la tutela ambientale tra le priorità di questa legislatura.
Da alcuni anni l'Umbria ha un Pil inferiore alla media, una occupazione in calo, un export in diminuzione, una forte incidenza delle retribuzioni pubbliche sul totale. Il richiamo all'orizzonte europeo è più che opportuno e consentirà di affrontare anche la crisi occupazionale. Molto opportuno il richiamo alla necessità di avere coraggio, per esercitare un ruolo e dare una risposta alla nostra realtà regionale. Il nostro impegno sarà di lasciare, alla fine di questa legislatura, un'Umbria migliore e più forte”. MP
PAOLO BRUTTI (IDV): “ALL’UMBRIA SERVONO IDEE DI GRANDE QUALITA’, CHE LA FACCIANO DIVENTARE ATTRATTIVA E LA VALORIZZINO - Non ripeterò le valutazioni che per l’Italia dei valori ha già fatto il collega Dottorini, aggiungerò qualche esempio tangibile: l’aeroporto di Bergamo ha 5 milioni di passeggeri l’anno, e la locale amministrazione parla di situazione sfavorevole e chiede risorse; quello di Sant’Egidio ha circa 200mila passeggeri, e diciamo che scoppia di salute. Non vogliamo dire che è un aeroporto assistito, ma per quanto ancora? Bisognerebbe almeno collegarlo all’alta velocità ferroviaria di seconda classe, perché con un treno che in settanta minuti lo collega a Roma, l’aeroporto perugino diventerebbe un’altra cosa. C’è da intercettare i promessi due miliardi e mezzo, ma intanto l’alta velocità passa lungo l’Appennino. Altro esempio: tutti apprezziamo il prosciutto della Cinta senese, ma non facciamo niente per valorizzare il maiale di Norcia, pur conosciutissimo nel Lazio. Anzi, in Umbria arrivano maiali dalla Danimarca, e quelli che giungono da Cesena per essere ingrassati a Bettona, dove si crea il grave problema dei liquami, vengono rispediti in Emilia dove diventano il prestigioso marchio Prosciutto di Parma. La finalità della produzione che c’è in Umbria è il liquame, non il prosciutto, e di fatto il biogas vale 28 centesimi al chilowatt, tanti soldi. Dobbiamo riflettere su certe questioni, perché all’Umbria servono idee di grande qualità, per farla diventare una delle regioni più interessanti d’Italia, come hanno fatto, altro esempio, a Treviso per il ciclo dei rifiuti: Vedelago ricicla il 98 per cento del prodotto secco. Almeno andiamo a vedere come si fa. Ho sentito parlare di autostrada E45: due corsie da ventisei metri e un costo di 20 miliardi di euro. Non la faranno. Proviamo invece a pedaggiare il valico del Verghereto, che ormai è diventato una ‘barriera architettonica’: servono risorse ed è giusto che i camion paghino il pedaggio se vogliono passare lì anziché sull’autostrada del mare”. PG
ROCCO VALENTINO (PDL): “DOBBIAMO RICONQUISTARE LA FIDUCIA DEGLI UMBRI, MA NON C’E’ DISCONTINUITA’ POLITICA CON CHI CI HA PRECEDUTO - Non c’è discontinuità politica con chi ci ha preceduto in quest’Aula. Ho la sensazione che manchino il coraggio e la volontà di dare all’Umbria un governo innovativo. Eppure proprio a noi tocca di riconquistare la fiducia degli Umbri che, come si è visto nella massiccia astensione dal voto, è lontana. Siamo qui per collaborare su progetti validi, contribuendo a creare un governo dell’Umbria che si dimostri autorevole. Ma non se manca la discontinuità con il passato, se si dovesse continuare ad inseguire interessi e prebende, come chi ci ha preceduto, peraltro ottenendo risultati modesti. Affrontare di petto i veri problemi della regione vuol dire anche sfidare alcune baronie politiche: Serve una nuova strategia nella gestione della cosa pubblica, non promettere le cose a gruppi di interesse per ottenere i voti. Privilegiare il merito anziché la contiguità politica. Devo anche dire che ho ammirato il presidente del Consiglio Brega, che come primo atto ha annunciato tagli sugli emolumenti dei politici. Ma occupiamoci anche dei dirigenti regionali, che guadagnano tre volte il presidente. Tagliamo anche le consulenze. L’ex-presidente della Giunta regionale Bracalente voleva la Regione leggera, ma ha trovato un muro di gomma. Siamo chiamati a delle scelte improntate sul coraggio e sulla capacità di innovare, e la storia insegna che proprio dalle crisi più profonde si emerge facendo ricorso a queste armi”.
ANDREA SMACCHI (PD): COME PD ABBIAMO ASSUNTO DI FRONTE AGLI UMBRI LA RESPONSABILITÀ DI DARE RISPOSTE AI CITTADINI UMBRI, ma la crisi le ultime scelte del governo non ci faciliteranno. Ritengo che la Giunta non si debba isolare nella ricerca di soluzioni ma nemmeno l'opposizione debba arroccarsi a fronte dei grandi problemi che riguardano l'intera Umbria. La necessità di riformare la macchina regionale è un obiettivo di tutti come il dare risposte concrete alla società. Si tratta di offrire servizi migliori e misure capaci di sburocratizzare e velocizzare le scelte politiche che da quest'Aula faremo. Occorre razionalizzare, senza tagliare l'autonomia degli enti locali, come in questi giorni ha annunciato di voler fare il ministro dell'economia Tremonti rispetto alle società partecipate nei comuni con meno di 30mila abitanti, una scelta lesiva delle autonomie locali destinata a ripercuotersi sulle tasche stesse dei cittadini.
Il sistema economico e produttivo umbro ha saputo tutelarsi. La nostra cultura, quella del Pd dovrà puntare sulle risorse effettive dell'Umbria da quelle culturali, ambientali, perfino culinarie del nostro territorio. L'Umbria ha uno dei tassi maggiori di anziani ma questo denota anche un capitale sociale che influenza positivamente il senso di appartenenza.
Mi auguro che la politica ritrovi un percorso che faccia del pubblico interesse la sua strada maestra. Proprio stamattina ho ricevuto una telefonata dai dipendenti della Merloni in crisi che esorta tutti noi a ritrovare il senso più alto del nostro mandato nel pieno rispetto del pubblico interesse.
ANDREA LIGNANI MARCHESANI (PDL): “IL DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE BASATO SUL PATTO VARATO NEL 2000 È STATO UN FALLIMENTO. ORA SI DEVE RIPARTIRE DA ZERO E PER FARLO CI VUOLE CORAGGIO - Parto da due anniversari importanti i 150 anni dell'Unità d'Italia, nata da un processo aggregante e dal varo del regionalismo di quarant'anni fa che ci riporta agli antipodi di quella epoca. Dobbiamo prendere atto che la vera forza dell'Umbria sono ancora i campanili, con la Regione, nata nel 1970 che appare ancora ferma a quella data. Lo dimostra il permanere della classe politica di allora e la esclusione di fatto della minoranza per tutto il periodo. C'era una maggioranza che controllava le istituzioni che ancora resiste ma quel riconoscimento politico non c'è più.
Il documento di programmazione basato sul Patto varato nel 2000 prevedeva tavoli territoriali e tavoli tematici per concertare azioni strategiche che negli anni sono diventate più modeste azioni caratterizzanti. Si tratta di un fallimento dimostrato dalla riforma endoregionale, sbagliata e da rifare su tutta la linea. Ora si deve ripartire da zero e per farlo ci vuole coraggio. Serve una rinnovata alleanza con i corpi intermedi della società e con la politica, a partire da questa Aula. Se non si vuol fare fare semplice amministrazione di sopravvivenza occorre tornare al concetto vero della partecipazione e ad un rinnovato ruolo del Consiglio regionale. Ricordo come le sedute di partecipazione più recenti sono state del tutto vuote, perché quello che c'era da concordare lo aveva già fatto la Giunta regionale. In tema di riforme annunciate, La esorto a compiere atti anche simbolici: tagliare un'agenzia regionale può rappresentare un segnale importante per vincere quelle sfide assolutamente importanti che ci attendono. Le auguro buon lavoro Presidente!”
GIANFRANCO CHIACCHIERONI: “PER AFFRONTARE IL MERCATO METTIAMO IN CAMPO LA NOSTRA IDENTITA’ - Anche l’Umbria deve fare i conti con il mercato globale. Dobbiamo riorganizzarci e partecipare con la nostra identità. Nella precedente legislatura la presidente Lorenzetti è stata molto brava nell’utilizzo delle risorse a disposizione, un merito particolare, tra gli altri, è quello della costruzione dei nuovi ospedali. Oggi dobbiamo lavorare per creare nuova ricchezza passando attraverso politiche che diano impulso all’innovazione e alla formazione. Per crescere bisogna sviluppare il mercato e sono le istituzioni che devono creare l’ambiente giusto. Serve un patto tra tutte le pubbliche amministrazioni dell’Umbria che porti ad un prosciugamento della spesa corrente al fine di creare risorse per lo sviluppo e per i servizi. Si potrebbe chiamare ‘alleanza per lo sviluppo’. L’obiettivo deve essere quello di intervenire, in questo momento, sulle imprese per farle progredire. E’ necessario avviare tutti i motori possibili per uscire dalla crisi e per una politica virtuosa. Insieme, pubblico e privato per costruire, ad esempio, 200 asili nido che darebbero lavoro e rappresenterebbero un importantissimo servizio, oppure dare il via al fotovoltaico nelle aree industriali, al piano casa. In ultimo è importante delegificare perché la nostra legislazione è ormai vetusta.
MARIA ROSI: “AFFRONTARE LA CRISI CON IL CORAGGIO DI SUPERARE PRETESTUOSE BARRIERE - Mi auguro che la presidente Marini e la sua Giunta mantengano l’impegno circa la considerazione del ruolo di questa Assemblea e della visione condivisa tanto richiesta. Se sarà così troverà in me un’attenta interlocutrice sui problemi reali dell’Umbria che riguardano il fabbisogno dei cittadini e le necessità dei più deboli. Ma non ho trovato nulla di nuovo nelle linee programmatiche enunciate dalla presidente, che danno invece l’impressione di un vuoto totale di idee che, fino a qualche giorno fa, hanno lasciato spazio ad una dura lotta per la conquista di un posto in Giunta. Non ci si è preoccupati di affrontare la crisi che attraversa la nostra regione. Siamo di fronte alla continuazione di una presenza politica che da decenni governa l’Umbria. Le dichiarazioni di stamani arrivano con notevole ritardo. Sono stati persi troppi anni. Oggi siamo chiamati ad informare gli umbri sulla crisi in atto e su quanto si intende fare in modo effettivo e fattivo. Dobbiamo pertanto affrontare questa sfida con il coraggio di superare pretestuose barriere politiche. E’ necessario un confronto costruttivo con il Governo nazionale e con l’Europa. Ogni atteggiamento ostile produce soltanto inutili e infruttuosi risentimenti. Bisogna essere lungimiranti e affrontare i problemi perché le famiglie umbre non possono più attendere”.
ORFEO GORACCI (PRC): “ESTENDERE I DIRITTI DI CITTADINANZA, PUNTARE SULLA GREEN ECONOMY, SOSTENERE E RIQUALIFICARE IL LAVORO - Questa sarà una legislatura difficile, non possiamo nasconderlo. La crisi in corso è stata affrontata in modo inadeguato dal governo nazionale, proponendo risposte tardive e che premiano forme della negatività, come la speculazione e l'evasione. Nel frattempo si scatena una macelleria sociale verso alcune parti della popolazione che sta scivolando verso livello di povertà.
Il lavoro che manca, che si è perso, che ha perso qualità è uno dei problemi principali da affrontare. Bisogna fare uno sforzo particolare per dare risposta alle aziende in crisi, non solo a quelle grandi che finiscono sui giornali ma anche alle migliaia di persone che perdono il proprio reddito senza poter avere alcuna voce.
Serve una capacità di risposta più adeguata verso la green economy: penso che il fotovoltaico, il solare, l'eolico devono essere liberati da pastoie e da scelte che privilegiano i grandi proprietari rispetto ai piccoli. Anche nel settore dei rifiuti dobbiamo darci un punto fermo: la definizione della chiusura del ciclo non deve essere finalizzata in impianti esistenti, come i cementifici della nostra regione. Il problema della ripubblicizzazione dell'acqua deve essere una delle nostre priorità.
Il riequilibrio territoriale non è stata portata a compimento e ce n'è un grande bisogno: dobbiamo puntare molto su infrastrutture innovative e moderne, ad un aeroporto di qualità che sia collegato con una ferrovia veloce al resto della rete viaria. In questa regione mondo imprenditoriale e banche spesso sono stati pigri e attenti più all'assistenzialismo che alla capacità di fare e di agire. La spesa pubblica non deve essere vista come spreco e l'estensione del diritto di cittadinanza deve riguardare tutti i soggetti deboli”.
MASSIMO MANTOVANI (PDL) - “SINISTRA IN RITARDO SU FEDERALISMO E INFRASTRUTTURE. NECESSARIO PUNTARE ALLA WELFARE COMMUNITY. - Spero con nella nuova legislatura si possano riannodare dei fili che si sono spezzati nel tempo. L'Umbria si presenta impreparata all'appuntamento con la storia: nel 1992 la Fondazione Agnelli ipotizzava la separazione delle due province e lo smembramento della regione Umbria. Tra il 1994 e il 1995 si sono svolti molti dibattiti, anche in questa Aula, durante i quali la sinistra si è sempre schierata contro il federalismo: già allora era chiaro il ritardo con cui i partiti di sinistra iniziavano ad affrontare il problema. Ricordo le dichiarazioni programmatiche del 1995, del 200 e del 2005: vi si diceva molto di più di quanto è stato esposto oggi. Nel 1995 si faceva riferimento alla 'Regione leggera'. Poi è arrivato il terremoto che ha portato una congiuntura favorevole ma a cui ha fatto seguito una chiusura, rappresentata dalla sostituzione di Bruno Bracalente con Maria Rita Lorenzetti, a rappresentare il 'Partito Regione'. Già allora era chiaro che un certo modello di governo era superato ed allora c'era qualcuno che diceva che l'aeroporto di S.Egidio era una struttura inutile e i cui fondi andavano spesi altrove.
Arriviamo al 2010 con un ritardo strutturale che pone ancora una volta la domanda: ce la faremo a sopravvivere come istituzione regionale? Aspetto di vedere come verrà superato il Patto per lo sviluppo e mi chiedo se l'Umbria non debba orientarsi verso una nuova fase. Va riconosciuto che un certo modello di welfare state è finito e bisogna ripartire da un nuovo modello basato sui territori, la welfare community. Ci si lamenta della scarsa intraprendenza del nostro mondo imprenditoriale ma ci si dimentica che troppo spesso la Regione non è stata capace di dare un indirizzo a quelle attività che potevano avere un futuro. È stato negativo il fatto di non aver individuato un asse su cui costruite la qualità complessiva umbra, unito alla incapacità di togliere tutte quelle incrostazioni che non hanno innescato nessun processo virtuoso di sviluppo.
Stiamo vivendo all'interno di una grande rivoluzione della storia: quella tecnologica, che porterà dei riflessi inversi a quelli industriali. Non c'è più bisogno di stare nelle città, dato che con internet si può lavorare ovunque. Dobbiamo puntare ad avere in Umbria 1 milione di abitanti, rivitalizzando i centri storici e attraendo una immigrazione di alto livello”. MP
(SEGUE)