Regione Umbria - Assemblea legislativa

(Acs) Perugia, 2 aprile 2010 - “La banalizzazione dell’aborto è contraria non solo ai principi di civiltà, ma alle stesse disposizioni della legge 194 che prevede percorsi preventivi tendenti a rimuovere le condizioni che portano alla richiesta di interruzione di gravidanza, nonchè misure sanitarie a tutela della salute della donna. Va evitato che l’avanzare di una cultura relativista rischi di causare danni anche sotto il profilo sanitario”. Così, in una nota, Alfredo De Sio (Pdl) nella quale rivolge un appello “affinchè in Umbria la somministrazione della RU 486 venga contenuta e prevista solo da rigidi parametri applicativi”.

Il riconfermato consigliere regionale del centrodestra ricorda che “la legge 194 prevede il ricovero ospedaliero per la procedura di aborto e non c’è nessuna ragione per aggirare questa prescrizione che è innanzi tutto una prescrizione sanitaria”. De Sio si augura, quindi, “che la regione dell’Umbria si attenga scrupolosamente ed applichi nelle strutture sanitarie procedure restrittive e non interpretazioni fantasiose”. “Non si tratta di convinzioni personali , - spiega - perché per quanto mi riguarda continuo ad essere a favore della difesa della vita in ogni circostanza e contro l’aborto praticato in ogni forma, ma c'e' una legge che va rispettata in tutti i suoi contenuti e non solo in alcuni, senza contare – conclude - che l’obbligo del ricovero è stato ribadito anche dal Consiglio Superiore della Sanita'”. RED/as