Regione Umbria - Assemblea legislativa


DIRETTIVA EUROPEA SU LIBERALIZZAZIONI: “MANCATO CONFRONTO CON LE CATEGORIE E RISCHIO DI UN VUOTO NORMATIVO CHE POTREBBE FACILITARE NUOVE GRANDI SUPERFICI COMMERCIALI” - AUDIZIONE PUBBLICA DELLA PRIMA COMMISSIONE CON LE CATEGORIE ECONOMICHE E SOCIALI

In sintesi

A Palazzo Cesaroni, su iniziativa della prima Commissione consiliare, presieduta da Oliviero Dottorini, sono state ascoltate le categorie sociali in merito al disegno di legge che recepisce la direttiva Europea, la cosiddetta ‘Direttiva servizi’, sulla ulteriore liberalizzazione del mercato. Dagli interventi sono emerse critiche per la mancata concertazione sull’atto e preoccupazioni per il periodo di “interregno” che la legge creerebbe, durante il quale molti Comuni, è stato detto, “potrebbero autorizzare nuove grandi superfici commerciali". 

(Acs) Perugia, 20 gennaio 2010 - L’audizione pubblica con le categorie economiche e sociali, convocata a Palazzo Cesaroni dalla I Commissione consiliare presieduta da Oliviero Dottorini, per valutare in particolare gli effetti prodotti in Umbria dal recepimento della cosiddetta ‘Direttiva servizi’ del 2006 su commercio ed agriturismi, ha messo in evidenza che le stesse categorie che avevano sollecitato l’incontro. È stato espresso più di un dubbio sulla urgenza di approvare la legge a fine legislatura, perché “potrebbe creare un vuoto normativo durante il quale sarebbe più facile concedere nuove autorizzazioni per grandi superfici commerciali in deroga”, e perché, “è mancata una vera concertazione sui contenuti del disegno di legge da pochi giorni all’esame della Commissione”.

Critico il rappresentante della Cgil, Gian Franco Fattorini che, anche a nome di Cisl e Uil, ha contestato il mancato confronto preventivo ed ha annunciato iniziative politiche e un documento per modificare proprio le procedure concertative. Fattorini si è soffermato soprattutto sugli effetti sostanzialmente negativi che la direttiva sulla liberalizzazione delle autorizzazioni commerciali provocherà in Umbria: “In particolare su contratti sempre a scadenza ed orari di lavoro impossibili, praticati dai grandi esercizi commerciali”. La necessità di una concertazione più approfondita, data la delicatezza della materia che “rivoluzionerà i mondo del commercio”, è stata posta da Alessandro Meozzi (Lega Cooperative) che, in assenza di un quadro di riferimento certo che dovrebbe precedere il varo della legge, ha paventato il rischio che possano rilasciare autorizzazioni per grandi esercizi commerciali, i comuni con meno di 10mila abitanti i cui territori si trovano a ridosso di superstrade ed autostrade. Per la Confindustria umbra, intervenuta con Luca Sabatini, “Bisognerebbe attendere le linee di indirizzo del Governo su una materia così importante; mentre il testo di legge è particolarmente carente sui controlli, perché non ne fissa criteri e parametri generando un’incertezza che potrebbe sfociare in anarchia”. Il problema di creare un periodo transitorio di incertezza del diritto, ha detto a nome della Confcommercio Federico Fiorucci, evocando il rischio di un “interregno, privo di regole, con solo indicazioni generiche, rispetto al quale la Regione Marche ha previsto che durante questa fase transitoria, si torni al vecchio contingentamento delle autorizzazioni commerciali: una scelta già fatta con legge che ha superato i controlli nazionali”. Necessario bloccare la legge regionale sulla ‘Direttiva servizi’ per Francesco Filippetti della Confesercenti, perché “la dimensione dei centri commerciali umbri è già superiore alla media delle altre regioni, particolarmente a Perugia con 700 metri quadri, più del doppio, e perché bisogna essere coerenti quando si dice di voler difendere centri storici e piccole attività”. Problemi sono stati sollevati dalle associazioni degli agricoltori, in merito ai controlli sugli agriturismi, in assenza di una legge quadro e sulla soppressione di fatto del titolo professionale di guida turistica. Con la liberalizzazione di questo settore, ha detto Roberto Canali, “chiunque potrebbe portare in montagna gruppi di turisti senza conoscerne i pericoli, o scambiare un dipinto di Giotto con uno del Perugino”. E Simona Fanelli, della Associazione guide turistiche umbre, ha ammonito, “il Parlamento sta per varare una legge nazionale proprio sul ruolo delle guide, si dovrebbe aspettare quindi il testo di legge, come sta facendo la Regione Lombardia”. GC/gc 

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