(Acs) Perugia, 16 settembre 2025 - “Le notizie di oggi riportano che la notte scorsa l’esercito israeliano è entrato via terra nella città di Gaza, con l’obiettivo di conquistarla e occuparla interamente. I nuovi intensi bombardamenti hanno ucciso almeno 35 persone. Le azioni militari che Israele continua a portare avanti contro Gaza contravvengono ai principi più elementari del diritto internazionale e ai valori umani fondamentali. Sento il dovere umano e politico di condannare con fermezza quanto sta accadendo e auspico che venga interrotta ogni relazione istituzionale e commerciale con lo Stato di Israele”: lo afferma la consigliera del Partito democratico Maria Grazia Proietti.
“Secondo l’ultimo rapporto dell’Onu, Israele è ritenuto responsabile di genocidio contro la popolazione palestinese a Gaza. Il documento dell’Onu afferma che lo Stato israeliano ha commesso quattro dei cinque atti previsti dalla Convenzione sul genocidio (uccisione di membri del gruppo; gravi lesioni fisiche o mentali; imposizione di condizioni di vita tali da determinare la distruzione fisica totale o parziale; misure volte a impedire le nascite). Le evidenze – bombardamenti su larga scala, distruzione sistematica delle infrastrutture sanitarie, blocco agli aiuti umanitari, vittime civili in numero altissimo – non lasciano spazio a dubbi: si assiste a una tragedia che non è più solo drammatica, ma che ha assunto i connotati di una catastrofe evitabile. Questa escalation militare è aggravata dal silenzio o dalle risposte insufficienti a livello internazionale: ormai anche l’Europa e l’Italia non possono più limitarsi a parole. Serve un impegno concreto, continuo, basato non solo sulla denuncia, ma su azioni che cambino la rotta. Ogni esitazione pesa e rende complici della distruzione, della fame, della morte a Gaza”.
“Nelle mie capacità di consigliera regionale – prosegue Proietti - mi sono impegnata concretamente su questo tema, affinché la nostra regione faccia la sua parte nella costruzione della pace e nella tutela dei diritti umani. La mozione per un Ministero della Pace, da me promossa e approvata dal Consiglio regionale, impegna l’Umbria a sostenere la creazione di un dicastero nazionale specifico dedicato alla pace, al disarmo, alla difesa civile non armata, alla cooperazione internazionale, affinché esista una regia istituzionale stabile su questi temi. Ho inoltre firmato una mozione a prima firma del consigliere Ricci sull’assistenza umanitaria urgente alla popolazione di Gaza, attraverso corridoi umanitari, che chiede l’immediata interruzione di ogni rapporto di cooperazione militare con lo Stato di Israele e l’attivazione di percorsi concreti che garantiscano accoglienza, cure e protezione per i civili più vulnerabili. Ritengo che le istituzioni della nostra Regione – e tutte le istituzioni democratiche nazionali – debbano prendere le distanze in modo netto e inequivocabile da quanto sta accadendo. Il segno è stato passato da tempo e non è più accettabile che relazioni commerciali, cooperazioni militari o legami istituzionali continuino come se nulla fosse: tali pratiche, se non vengono sospese, diventano complici indiretti di queste violenze. Auspico che il Governo italiano cessi immediatamente ogni forma di cooperazione militare, esportazione di armi e materiali dual-use verso Israele; che vengano promosse e sostenute sanzioni economiche e commerciali mirate, in coerenza con le richieste delle Nazioni Unite; che la comunità internazionale si unisca e si attivi per il riconoscimento, anche formale, dello Stato della Palestina, quale Stato sovrano e parte della comunità internazionale, elemento non secondario per aprire corridoi umanitari legali e sicuri e per porre fine all’assedio, al blocco degli aiuti, alla distruzione intenzionale delle infrastrutture civili. La pace non è solo un diritto, ma un’urgenza. In un momento storico in cui sembra affermarsi la logica della distruzione, dobbiamo nutrire e promuovere la logica della dignità, della convivenza, della responsabilità comune. Se il diritto alla vita è il primo tra i diritti, allora ogni azione politica deve essere orientata a difenderlo, ovunque venga violato”.
“Per questo – conclude - come rappresentante istituzionale, come cittadina umbra, come essere umano, rinnovo la mia solidarietà alle vittime, la mia vicinanza ai feriti e alle famiglie devastate da questa guerra. E rinnovo il mio impegno affinché l’Umbria continui a essere in prima linea nel chiedere un cambiamento netto: nella politica, nella diplomazia, nelle relazioni estere. Non c’è altra strada accettabile”. RED/