(Acs) Perugia, 23 maggio 2012 - “La misura è ormai colma e il problema del Ponte delle Torri di Spoleto è una faccenda di pubblica incolumità: occorre chiuderlo al transito pedonale, collocando, alle estremità del sentiero che lo percorre, due semplici cancellate utili ad impedirne l’accesso. Questo in risposta all’emergenza e in attesa che un ‘concorso di idee’ possa restituire al monumento la fama che merita per la sua singolarità architettonica, piuttosto che quella che si è guadagnata come luogo di morte”. E’ quanto afferma il consigliere regionale Franco Zaffini(Fare Italia), in coincidenza con l’ennesimo caso di suicidio.
“Da anni - afferma Zaffini – il monumento si è guadagnato questa triste fama come luogo al quale far riferimento, anche solo nelle allocuzioni verbali, per il fine vita. Fermo restando l’impossibilità di fronteggiare una sciagurata decisione che evidentemente ha poco a che fare con la politica, le istituzioni hanno comunque il dovere di garantire la sicurezza dei cittadini, anche di coloro che scelgono di voler compiere un gesto così estremo, e nel contempo di tutelare il patrimonio culturale, ivi compresa la sua fama. E’ in quest’ottica, dunque – prosegue l’esponente d’opposizione – che dal 2006 rivolgo il mio appello a tutte le istituzioni, locali e nazionali (sindaco, prefetto, ma anche Procura della Repubblica di Spoleto), per cercare una soluzione efficace a conciliare l’intervento di contrasto ai suicidi con la salvaguardia della unicità del monumento”.
“La proposta – prosegue il consigliere – è sempre quella di dare vita ad un ‘concorso di idee’, attraverso cui menti brillanti dell’architettura, dell’arte, dell’ingegneria, possano restituire nuova vita al Ponte delle Torri, mettendo a punto un progetto che ne esalti il valore artistico e allo stesso tempo metta in sicurezza tutta la struttura. Una proposta che verosimilmente, se accolta e messa in atto da subito, avrebbe potuto impedire i tanti suicidi che hanno segnato a lutto la città, anziché costringerci a fare la triste conta delle vite finite ai piedi del ponte”
“Intanto, però – chiosa Zaffini – pur nella piena consapevolezza che non basti impedire ‘le vie d’accesso’ per scongiurare un suicidio, è evidente che le istituzioni devono dare un segnale di chiaro contrasto nell’immediatezza, che si può tradurre con un’attenzione particolare al transito sul Ponte, programmandolo in fasce orarie prefissate, magari – conclude - con la collaborazione degli ausiliari Auser per vigilare durante gli orari di apertura del monumento”. RED/as