FONDI URBANIZZAZIONE SECONDARIA: “ABROGARE GLI ATTI CHE ASSEGNANO UNA QUOTA DEI FINANZIAMENTI AGLI ENTI RELIGIOSI” - UNA MOZIONE DI STUFARA (PRC FDS) CHIEDE LA REVISIONE DELLA RIPARTIZIONE
10 Apr 2013 01:00
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(Acs) Perugia, 10 aprile 2013 - “Eliminare, a partire da quest'anno, la previsione di una quota percentuale predeterminata a favore delle chiese e degli edifici di culto rispetto alla destinazione finale dei proventi derivanti dalle concessioni e dalle sanzioni urbanistiche per interventi di urbanizzazione secondaria, garantendo così ai Comuni, anche alla luce dell'attuale situazione economico-finanziaria, una effettiva autonomia finanziaria e favorendo l'effettuazione di interventi realmente prioritari per lo svolgimento delle funzioni fondamentali delle Amministrazioni comunali”. È questo l'obiettivo della mozione presentata dal capogruppo di Rifondazione comunista – Fds in Consiglio regionale, Damiano Stufara.
Il documento mira inoltre ad impegnare la Giunta a ritirare i decreti del presidente della Giunta (risalenti al 1986 e 1998) sulla destinazione dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria e dalle sanzioni connesse agli enti religiosi, e di darne comunicazione ai Comuni. Chiede, contestualmente alla decisione assunta nel Documento annuale di programmazione per gli anni 2013-2015 rispetto all'elaborazione del Testo Unico regionale per il governo del territorio, di ridefinire in questo senso la normativa inerente gli oneri di urbanizzazione connessi all'attività edilizia. Invita infine i Comuni dell'Umbria a rivedere le modalità di destinazione dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria e delle relative sanzioni in base alla normativa vigente, privilegiando gli interventi di maggiore utilità sociale.
Stufara spiega che “secondo quanto previsto dal Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (Dpr n. 380/2011) 'gli oneri di urbanizzazione secondaria sono relativi ai seguenti interventi: asili nido e scuole materne, scuole dell’obbligo nonché strutture e complessi per l’istruzione superiore all’obbligo, mercati di quartiere, delegazioni comunali, chiese e altri edifici religiosi, impianti sportivi di quartiere, aree verdi di quartiere, centri sociali e attrezzature culturali e sanitarie'. La scelta circa la destinazione dei proventi degli oneri e delle sanzioni connesse – aggiunge - non essendo regolata dalla legge, è rimessa in linea di principio alla discrezionalità di ciascun ente locale, che ha pertanto la facoltà e non l’obbligo di destinare quote predeterminate dei suddetti proventi per gli interventi ascrivibili a opere di urbanizzazione secondaria. L’abrogazione dell’articolo 12 della legge '10/'77', ha comportato, infatti, che gli ordinativi d’incasso per la riscossione dei contributi non rechino più l’indicazione del vincolo di destinazione di quelle entrate, ragion per cui i contributi di costruzione sono riscossi come le altre entrate comunali e i relativi introiti non hanno più alcun vincolo di destinazione”.
Damiano Stufara ricorda poi che “la Regione Umbria ha inteso dare indicazione ai Comuni circa la destinazione una quota fissa, non inferiore all'8 per cento dei proventi di urbanizzazione secondaria e delle sanzioni connesse, per chiese ed altri edifici religiosi. La Regione, con decreto del presidente della Giunta regionale N° 719/1986, ha disposto la destinazione da parte dei Comuni, previa intesa con gli enti religiosi istituzionalmente competenti, di una quota, non inferiore all'8 per cento dei proventi derivanti dalle concessioni e dalle sanzioni urbanistiche, per chiese ed altri edifici religiosi. Nel 1998, con ulteriori atti, è stata ribadita la destinazione della suddetta quota non inferiore all'8 per cento 'per chiese ed altri edifici per servizi religiosi', specificando che 'la parte di tale quota corrispondente al 50 per cento dei proventi degli oneri di urbanizzazione secondaria e al 100 per cento delle sanzioni è destinata agli interventi di restauro, risanamento, ristrutturazione, adeguamento sismico e per la sicurezza di edifici ed attrezzature religiose di carattere storico, artistico e culturale' mentre 'il restante 50 per cento degli oneri di urbanizzazione secondaria è destinata anche alla acquisizione di aree previste dal Piano regolatore per chiese ed altri edifici per servizi religiosi da cedere gratuitamente in proprietà all'ente religioso, nonché per la costruzione di edifici per il culto e per le opere parrocchiali, di immobili destinati ad istituti religioso-educativi ed assistenziali e di attrezzature per attività culturali, ricreative e sportive di uso pubblico'”.
Il capogruppo regionale di Rifondazione comunista conclude evidenziando che “le difficoltà con cui sono costrette a confrontarsi le Amministrazioni Comunali a causa dei tagli alla spesa pubblica pongono la necessità di rivedere la destinazione dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione, per operare una revisione della spesa incentrata sugli interventi prioritari per lo svolgimento delle funzioni fondamentali, lasciando agli enti piena libertà di scelta rispetto all'utilizzo di quei fondi. La destinazione in favore di chiese ed altri edifici religiosi dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria e dalle relative sanzioni da parte dei Comuni, dove la quota destinata a tali scopi è stata spesso elevata anche al 15 per cento, è caratterizzata da lacune documentali e omissioni in contrasto anche con quanto disposto dalla Giunta regionale, risultando in molti casi irreperibili le convenzioni con gli enti religiosi tese a regolare l'assegnazione dei contributi, di cui peraltro avrebbero dovuto poter essere beneficiari tutti gli enti religiosi riconosciuti tramite concordato, intesa o altri strumenti giuridici dallo Stato Italiano”. MP/