(Acs) Perugia, 28 ottobre 2009 - Realizzare politiche e progetti comuni per affrontare gli effetti della riforma federale dello Stato: è questo l'obiettivo della riunione delle segreterie regionali e dei gruppi consiliari regionali di Rifondazione comunista dell’Italia Mediana (Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio e Umbria), che si svolgerà sabato 30 ottobre, alle ore 10, nella sede perugina del Prc.
Annunciando l'iniziativa, il capogruppo regionale Stefano Vinti, spiega che “'l’Italia di mezzo' deve iniziare ad attrezzarsi, già a partire dalla campagna elettorale per le prossime regionali. Quell’Italia mediana, che già Bagnasco negli anni Ottanta delineava come una zona omogenea per tradizioni culturali e tessuto economico produttivo, e che grazie a questa omogeneità aveva risposto con originalità e nuovo impulso alle sfide della crisi e della profonda trasformazione dell’apparato produttivo del capitalismo negli anni settanta, deve fare ora uno sforzo per definire una identità comune e delle politiche riformatrici di ampio respiro.
Perché – spiega Vinti - non c’è solo il tratto comune del tessuto di piccole e medie imprese dinamiche e competitive (frutto del portato storico della mezzadria, del radicamento del movimento cooperativo, di un originale spirito imprenditoriale dell’artigiano e del piccolo commerciante dell’Italia centrale) ma ci sono anche specificità che vanno oltre il campo produttivo: un modello sociale regionale efficiente, orientato alla coesione sociale, al superamento delle disuguaglianze e al raggiungimento di un alto livello nelle condizioni di vita dei cittadini; una certa omogeneità culturale e modelli e forme di convivenza orientati alla solidarietà; una sensibilità democratica fortemente sviluppata. Tutti questi elementi – osserva - ci dicono che possiamo spingere l’acceleratore nella direzione della definizione di un’identità per 'l’Italia mediana'. Non astratta, ma strettamente connessa alle sfide e ai problemi del nostro tempo, caratterizzato dalla forbice crisi finanziaria ed economica-federalismo fiscale”.
Secondo il consigliere regionale del Prc una politica comune dell’'Italia mediana' è quindi necessaria “per fare massa critica e resistere alla destrutturazione del modello sociale che vuole imporci il federalismo fiscale, ma anche per migliorare l’offerta dei servizi sociali, per definire un livello ottimale del sistema delle infrastrutture in grado di essere un valore aggiunto per il sistema produttivo. Le Regioni del Centro – spiega Vinti - devono allora abituarsi all’idea di definire politiche comuni e sforzarsi di sviluppare una programmazione economica e sociale che vada oltre i propri ambiti territoriali per abbracciare l’intera porzione dell’Italia mediana”.
In vista della campagna elettorale di marzo, Vinti lancia una proposta: “Le Regioni del Centro devono mettere in campo una proposta di programmazione comune per quanto riguarda l’offerta dei servizi sociali e la sanità, mettendo in rete le strutture sanitarie, riuscendo a integrare conoscenze, ricerche e professionalità, in modo da fare sistema contro la politica dei tagli attuata dal governo Berlusconi. Per quanto riguarda la partita delle infrastrutture (sistema aereo, ferroviario e stradale e infrastrutture immateriali) è necessario - dice Vinti - definire una politica comune che porti al completamento delle opere urgenti. Per realizzare un vero sistema integrato, interconnesso, capace di collegare le aree produttive, le persone, le città, le opportunità e di abbattere i costi di trasporto delle persone e delle merci. L’Italia mediana – conclude - è una straordinaria opportunità per garantire lo sviluppo e la tenuta sociale dell’Umbria, dei nostri territori e delle nostre città”. RED/mp