(Acs) Perugia, 20 gennaio 2011 – La Commissione d’inchiesta del Consiglio regionale sulle infiltrazioni mafiose in Umbria ha iniziato la propria attività ascoltando oggi in audizione il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, Giacomo Fumu, e il procuratore aggiunto Federico Centrone. Il presidente della Commissione Paolo Brutti (Idv) ha chiesto conto al Procuratore delle notizie relative alle infiltrazioni mafiose in Umbria, dopo di che anche i commissari Gianluca Cirignoni (Lega Nord, vicepresidente), Damiano Stufara (Prc), Maria Rosi (Pdl) e Vincenzo Riommi (Pd), hanno posto domande su fenomeni legati alla criminalità ed eventuali raccordi con le associazioni mafiose.
All’audizione, che ha inaugurato l’avvio dell’attività della Commissione antimafia, ha voluto partecipare anche il presidente del Consiglio regionale Eros Brega, accompagnato dal segretario generale Franco Todini, “per testimoniare - ha detto Brega – l’attenzione che l’Assemblea legislativa umbra pone al problema della prevenzione e dell contrasto delle infiltrazioni mafiose e criminali”.
Il procuratore Fumu, nel sottolineare l’importanza dell’organismo d’inchiesta del Consiglio regionale ha premesso che nel suo ufficio, e specificatamente per quanto attiene al lavoro della Direzione distrettuale antimafia, non ci sono al momento processi che riguardano il reato di associazione mafiosa, chiarendo ai commissari che il compito della Procura è segnatamente quello della repressione dei reati. “Noi non facciamo prevenzione – ha detto – poiché il controllo del territorio spetta a Prefetto e Questore. Fin qui non è stata individuata nessuna associazione a delinquere di stampo mafioso. Segno che in Umbria c’è un corpo sociale e istituzionale sano, che impedisce il radicamento dell’associazione mafiosa, anche se ciò non esclude che queste cerchino di operare in Umbria. La mia impressione – ha aggiunto Fumu – è che in questa regione sia invece ancora semplice riciclare i proventi di attività criminali, perché non esiste ancora una diffusa cultura dell’attenzione. Il commerciante che deve vendere la sua bottega non si cura della provenienza del denaro, anche se superiore al prezzo di mercato e in contanti. E una volta investiti i proventi illeciti, si crea un contatto con la popolazione residente, si può arrivare a modificare la mentalità della gente in molti modi, anche offrendo vantaggi economici, per esempio prestando denaro a tassi bassi. Credo che sia questo il campo dove porre la massima attenzione”.
Il presidente della Commissione d’inchiesta, Paolo Brutti, ha detto che “è in atto un processo d’infiltrazione, ma siccome siamo ancora all’inizio, questo processo bene indagato, ben denunciato, anche grazie al contributo dell’amministrazione pubblica e della popolazione, può essere fermato. È possibile fare un’azione di contrasto, una volta segnalate quelle che sono le criticità. Ed è auspicabile, come ha sottolineato anche il Procuratore, il massimo coordinamento fra tutte le forze preposte al mantenimento dell’ordine. È fondamentale l’interconnessione fra le centrali operative”.
Al termine dell’audizione, Brutti ha anticipato ai rappresentanti della Procura della Repubblica l’esigenza di un ulteriore, successivo incontro, perché “nella seconda fase dei lavori – ha detto - quando la Commissione dovrà mettere mano alle normative affinché siano potenziati gli strumenti di contrasto all’infiltrazione della criminalità organizzata, chiederà loro gli adeguati suggerimenti per poter meglio intervenire”. PG/
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